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 2014  gennaio 28 Martedì calendario

Casalinghe per Sette – Il sito americano Salary.com ha calcolato che una casalinga dovrebbe guadagnare circa 7mila euro al mese

Casalinghe per Sette – Il sito americano Salary.com ha calcolato che una casalinga dovrebbe guadagnare circa 7mila euro al mese. Tra le voci che costituirebbero la sua busta paga: in una settimana 14 ore ai fornelli (10 euro l’ora), 8 ore per portare i figli a scuola (10 euro l’ora), 13 ore a impartire ripetizioni (stessa cifra), 7 da psicologa ascoltando i familiari (28 euro l’ora) eccetera. Lavorando una media di 94 ore alla settimana, le casalinghe raggiungerebbero così un reddito annuo di 83mila euro. Le casalinghe italiane, secondo i dati Istat, sono 4 milioni 879mila (dati 2012). Dal 2004 a oggi, le casalinghe in Italia sono diminuite del 5,9%. Ma in alcune zone la percentuale è aumentata: nel Mezzogiorno si trova il 49,6% delle donne che si dedicano solo a casa e famiglia, cioè 2 milioni 419mila persone, che nel 2011 hanno superato addirittura il numero delle occupate. Secondo i dati del Rapporto annuale 2012 dell’Istat, oltre un quinto degli anziani poveri è rappresentato da casalinghe. E in base al Rapporto povertà 2012 della Caritas italiana, negli ultimi tre anni le richieste di aiuto ai centri Caritas da parte di casalinghe sono aumentate del 177,8%. Casalinghi: tra gli uomini in età lavorativa, sono in 70mila a dedicarsi a tempo pieno all’attività domestica. In un anno sono diventati 20mila in più. Se si considerano anche gli over 65 i casalinghi sono più di 100mila. Il 59enne Fiorenzo Bresciani, presidente dell’Associazione italiana casalinghi: «È una scelta che arriva spesso in età avanzata, dopo aver lasciato il lavoro o magari dopo una separazione». Risultati di uno studio dell’American Sociological Review: gli uomini sposati che si dedicano assiduamente ai lavori domestici hanno 1,6 rapporti sessuali settimanali in meno rispetto a quelli che se ne stanno con le mani in mano. “Casalinghe-house” in Giappone: luoghi dove possono entrare solo uomini d’affari che vogliono rilassarsi facendo attività domestiche in abiti femminili. Il Master in Home management organizzato dalla Spontex. Gli insegnamenti: economia domestica applicata, Stirologia, epistemologia del bucato, fondamenti di psicologia domestica, scienza delle pulizie. Il Minculpop esortava i quotidiani italiani a non citare donna Rachele, la moglie del Duce, nei titoli e nei sommari e a non pubblicarne le fotografie; durante la guerra consigliò anche di ignorare una sua visita in alcuni ospedali. Probabile motivo: il suo aspetto modesto da casalinga romagnola. Da un sondaggio sul sito Casalingaideale.it risulta che, tra le faccende domestiche, la meno amata dalle casalinghe è stirare (39% dei voti). Poi c’è il cambio di stgione negli armadi (26%), pulire i vetri (22%) e spolverare (19%). Secondo l’Istat esistono quattro profili di casalinga. Le casalinghe appagate sono donne adulte (45-50enni) che hanno una visione tradizionale della famiglia e hanno scelto la vita domestica, ne rivendicano il valore e chiedono più riconoscimento sociale del loro ruolo. Si sentono donne fortunate, realizzate, privilegiate. Le casalinghe adattate sono donne adulte con una visione meno tradizionale dei ruoli di genere, generalmente lavoravano e si sono adattate a occuparsi della casa e dei figli ma senza identificarsi con il ruolo tradizionale di casalinga. Si sentono sommerse da impegni familiari e avrebbe voglia di fare anche altro nella vita. Le casalinghe costrette sono donne scivolate nell’inattività per necessità o scoraggiate. Le casalinghe temporanee sono donne più giovani e istruite che, nell’incertezza del futuro professionale, investono nella sfera familiare e domestica, vivendo la condizione di madri e mogli (o compagne) come una sorta di moratoria, in attesa di occasioni più favorevoli sul mercato del lavoro. Le leggi italiane che interessano le casalinghe sono due. Una, la 565 del 1996, ha istituito il “Fondo di previdenza per le persone che svolgono lavori di cura non retribuiti derivanti da responsabilità familiari”. Al momento dell’iscrizione, la casalinga può scegliere tra cinque diverse classi di contribuzione per assicurarsi la pensione. Versando un minimo di 25,82 euro, verrà accreditato un mese di contribuzione. La seconda norma è la 493 del 1999 che ha introdotto un fondo autonomo speciale per l’assicurazione delle casalinghe. Al 31 dicembre 2011 risultavano iscritte 1.732.270 casalinghe, di cui meno di 20mila uomini. Tra le leggi assurde, c’è quella della Pennsylvania, dove è «vietato alle casalinghe nascondere la polvere e lo sporco sotto i tappeti». Tra il 1985 e il 2004, 225 casalinghe americane sono morte fulminate nel tentativo di rimuovere con coltelli e forchette le fette incastrate nel tostapane. Secondo il rapporto annuale dell’Inail, in Italia ogni anno circa il 5% della popolazione è vittima di un infortunio domestico. Una percentuale che sale al 7% nelle donne. Da una ricerca del Centro studi donne e qualità della vita del 2011 è emerso che le casalinghe italiane sono le più disperate d’Europa. Con un tasso di insoddisfazione del 76%, sono davanti a spagnole (63%), francesi (57%) inglesi (51%) e tedesche (47%). E il 18% si lamenta di un marito poco attento che non aiuta in casa. Oltre la metà di loro vorrebbe lasciare l’Italia. Destinazioni preferite: Maldive, Hawaii e Mauritius. Ma anche i Paesi dell’Europa del Nord, come la Danimarca (14%), la Svezia (9%) o la Norvegia (8%). Negli anni Cinquanta la ditta di biscotti "Betty Crocker" lanciò una linea di biscotti in scatola pronti per la cottura, ma ebbe risultati deludenti: le casalinghe “mature”, cresciute durante la Depressione e passate attraverso la Seconda guerra mondiale giuidicavano il lavoro faticoso una virtù e non si fidavano di una cosa troppo comoda. La ditta modificò il prodotto rendendo necessaria l’aggiunta di un uovo fresco: la versione modificata ebbe successo. «Io ho fatto la moglie e la madre. All’epoca non lavoravo, ma le assicuro che la casa dà un da fare incredibile. Si doveva pensare a dare una bella pensione alle casalinghe, sostenuta da tutti gli stracci che han passato nella loro vita» (Alda Merini). Casalinga di Voghera, modo di dire per rappresentare una donna piccolo-borghese, con livello d’istruzione limitato. Inventato negli anni Sessanta dal Servizio Opinioni della Rai che aveva avviato un’inchiesta per vedere quante persone capissero i resoconti di attualità politica. Nei gruppi di ascolto Rai, accanto all’operaio di Sesto San Giovanni, all’impiegato di Roma, al bracciante o lavoratore agricolo pugliese, ci fu la casalinga di Voghera. Locuzione diventata famosa grazie ad Alberto Arbasino (che disse d’averla inentata pensando alle sue zie) e Beniamino Placido (nella sua rubrica su Repubblica apparve una lettera – forse scritta dallo stesso Placido e firmata “casalinga di Voghera” - indirizzata ai dirigenti della Rai). Secondo una ricerca condotta dall’University College di Londra, il 38% delle casalinghe corre infatti il rischio di diventare obesa dopo i 50 anni. Secondo le statistiche, le casalinghe divorziano meno delle donne che lavorano. «Penso di aver avuto sempre troppa fantasia per limitarmi a fare la casalinga» (Marilyn Monroe) «Mi piacciono le casalinghe con le poppe grandi, magari un po’ sfatte» (Massimo Ceccherini). «Sono la paladina delle casalinghe grasse, alle quali non mi stufo di ripetere che possono ballare e cantare anche se non sono come Kate Moss» (Platinette).