D.Col., Il Sole 24 Ore 28/1/2014, 28 gennaio 2014
IL NODO DEGLI INCARICHI E LA NORMA «MONCA» SULLE INCOMPATIBILIT
I tanti incarichi professionali di Antonio Mastrapasqua, presidente dell’Inps dal 2008, si sono ridotti a otto. Diversi sono stati abbandonati negli ultimi tempi, come per esempio quello di revisore contabile nella società cinematografica Fandango, lasciata dopo l’incorporazione del l’Enpals in Inps per evitare conflitti di interesse. Ma il nodo resta e l’indagine giudiziaria in corso lo enfatizza all’ennesima potenza.
L’ultima norma che ha affrontato il tema dell’inconferibilità e dell’incompatibilità tra cariche nelle pubbliche amministrazioni (o negli enti vigilati) e incarichi professionali esterni è contenuta nel decreto legislativo n. 39 dell’aprile 2013, varato negli ultimi giorni di vita del Governo Monti in attuazione della legge 190 sull’anticorruzione. Parte anche (non solo) da questo Dlgs la ricognizione normativa in corso al ministero del Lavoro, visto che resterebbero aperti problemi di interpretazione per l’applicabilità delle nuove regole, molto restrittive, anche alle cariche «in essere» al momento della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di quel regolamento. Un’istruttoria che si incrocia con le richieste, tornate improvvisamente pressanti, per un’apertura immediata della riforma della governance degli enti previdenziali. Su quest’ultimo tema il ministro Enrico Giovannini ha recentemente ribadito di essere pronto ad avviare un confronto nella tarda primavera, una volta predisposto il Piano industriale del Nuovo Inps. Giovannini non ha mai fatto sapere, finora, quale modello di governance ha in mente. Il punto di partenza potrebbe allora tornare ad essere quello che aveva proposto nel luglio del 2012 il suo precedessore, Elsa Fornero, alla luce dello studio comparato che aveva proposto il gruppo di lavoro da lei istituito. In quel documento di proponeva per Inps e Inail il ritorno di un consiglio di amministrazione con tre membri, uno dei quali sarebbe anche presidente, e amministratore delegato mentre il secondo avrebbe il ruolo di vicepresidente vicario. Un consiglio di indirizzo strategico e vigilanza dove siedono i rappresentanti delle parti sociali (Cisv al posto dell’attuale Civ) dimezzato nel numero dei suoi componenti (da 24 a 12), ma rafforzato nei poteri e un direttore generale dotato di maggiore autonomia e responsabilità gestionali. Il modello si completava con un rafforzamento anche del potere di controllo del ministero vigilante che, oltre a essere presente come di consueto con propri rappresentanti sia nel collegio dei sindaci (che scende da 9 a 5, o in alternativa 3 membri), avrebbe due tecnici anche nel Cisv.
D.Col.