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 2014  gennaio 28 Martedì calendario

IL PROBLEMA DELLE SOGLIE IL RUOLO DEI PICCOLI PARTITI


Pur di cancellare i partiti che la pensano diversamente (oggi i piccoli, domani i medi) i grandi partiti (o presunti tali) ipotizzano soglie di sbarramento surreali. Infatti se tre partiti in coalizione ottenessero il 4,5% ciascuno, supererebbero la soglia di coalizione del 12% con diritto di essere rappresentati in parlamento ma da chi, visto che nessuno dei 3 partiti avrebbe superato la soglia del 5%?
I grandi vogliono i voti dei piccoli senza dare loro la rappresentanza. È vera democrazia? I voti si ottengono convincendo gli elettori, non cancellando chi la pensa in modo diverso.
Roberto Repossi

rreposs@libero.it

Caro Repossi,
Il suo esempio rappresenta un caso limite, interessante ma non molto probabile. Credo che lei dovrebbe piuttosto chiedersi perché nella nuova legge elettorale proposta da Renzi e Berlusconi le soglie di sbarramento siano particolarmente elevate. Non lo sarebbero, probabilmente, se l’esperienza fatta con le due leggi del 1993 e del 2004 non fosse stata cosi negativa. Entrambe, anche se per ragioni diverse, hanno provocato la nascita di piccoli partiti, talora schegge di partiti maggiori travolti dai mutamenti del quadro politico nazionale e internazionale all’inizio degli anni Novanta, spesso piccole formazioni locali e clientelari create da leader ambiziosi e spregiudicati.
Questi partiti non nascevano per vincere, ma per vendere a caro prezzo il contributo che avrebbero dato al leader di una coalizione. Abbiamo assistito così a situazioni che in altre democrazie sarebbero parse incomprensibili e ridicole: piccoli partiti che alla chiusura delle urne sbandieravano il loro 2% 0 3% come un trionfo. Purtroppo avevano ragione. Quella misera percentuale era l’arma di cui si sarebbero serviti per mercanteggiare il loro sostegno. Composte in questo modo, le coalizioni italiane degli ultimi vent’anni sono state, sin dal primo giorno di governo, edifici instabili in cui i partiti minori non avevano altro obiettivo fuor che quello di preservare la loro visibilità e conquistare qualche posizione di potere. I governi Berlusconi sembravano più solidi e duraturi di quelli presieduti da Romano Prodi, Massimo D’Alema e Giuliano Amato, ma la somma delle cose fatte alla fine della legislatura era sempre molto inferiore a quella degli impegni assunti durante la campagna elettorale.
A me sembra naturale, quindi, che la nuova legge elettorale ricorra alle soglie per scoraggiare la proliferazione dei partiti minori. Sull’altezza della soglia è sempre possibile discutere, ma le ricordo con l’occasione, caro Repossi, che in Francia, dove esiste il doppio turno, sono ammessi al secondo soltanto i candidati che al primo turno hanno conquistato il voto di almeno il 12,5% degli iscritti nelle leggi elettorali.