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 2014  gennaio 28 Martedì calendario

IL MAFIOSO SERBO-SVEDESE UCCISO E IL RE CHE AMAVA LO STRIPTEASE

Due anni e mezzo fa quando circolò la voce che il re di Svezia, Carlo XVI Gustavo, era stato sorpreso (e fotografato) in un locale a luci rosse che pullulava di spogliarelliste nude, lo scandalo nella morigerata monarchia scandinava fu grosso. La moglie Silvia, frequentatrice assidua dei più famosi chirurghi estetici del Paese, l’aveva presa malissimo. E i sudditi avevano mostrato di non gradire le abitudini goderecce del sovrano e di suo figlio, coinvolto anch’egli in uno scandalo con una spogliarellista. Ma chi aveva premuto il grilletto della pistola fumante dello scandalo?
A sostenere di essere in possesso delle foto è sempre stato Mille Markovic, un serbo-svedese esponente di spicco della malavita locale e sedicente uomo d’affari. Giovedì sera è stato trovato a Stoccolma il cadavere di Mille Markovic, colpito alla testa da colpi d’arma da fuoco. Il 52enne, ospite numerose volte delle accoglienti prigioni svedesi e con una fedina penale alquanto lunga, è stato trovato riverso nella sua auto dinanzi alla porta di casa, nel quartiere di Ulvsunda, nella zona occidentale della Capitale svedese, con il capo crivellato di proiettili. Secondo quanto riferisce la stampa svedese, in particolare Aftonbladet ed Expressen, alcuni testimoni avrebbero detto alla polizia che i colpi erano stati sparati giovedì sera da un’altra auto. Un testimone avrebbe detto alla polizia che i killer erano due, vestiti di nero, e che aveva sentito uno dei due dire: “andiamocene, è morto”.
Quando la polizia è giunta erano le 6 del mattino e il motore dell’auto di Markovic era ancora acceso. La polizia non ha ufficialmente comunicato l’identità della vittima, ma è chiaro che si tratta del famigerato Markovic, noto alle forze dell’ordine e temuto negli ambienti della mala. “Aveva le mani in pasta in molte cose e si era fatto moltissimi nemici”, ha dichiarato Jerzy Sarnecki, professore di Criminologia all’Università di Stoccolma, al quotidiano Svenska Dagbladet. In gioventù, Mille Markovic aveva fatto il pugile, poi era stato processato e condannato per numerosi reati: evasione fiscale, possesso illegale di armi da fuoco, aggressioni a mano armata, frodi e ricatti. Tra l’altro pare avesse organizzato un trappola ai danni del tennista Björn Borg con l’intenzione di fotografarlo nel suo club e ricattarlo. Ma la notorietà popolare gli fu garantita dallo scandalo che per gran parte del 2011 scosse dalle fondamenta l’edificio apparentemente solidissimo della monarchia svedese.
Tutto ebbe inizio verso la fine del 2010 con la pubblicazione di una biografia, Il monarca riluttante, nel quale erano riportate pesanti insinuazioni sulla vita privata del re che veniva dipinto come un donnaiolo seriale con un debole per le feste a base di sesso sfrenato e i club di striptease sempre in compagnia di altri esponenti dell’aristocrazia svedese. Inoltre nella biografia lo si accusava di aver avuto numerose relazioni extraconiugali tra cui, negli anni 90, quella con una famosa cantante svedese. Inutile dire che il re negò sdegnato. Uno dei club indicati dal libro era il noto “Club Privé”, un nightclub di Stoccolma gestito all’epoca proprio da Mille Markovic ritenuto dalla stampa la “gola profonda” che aveva fornito le informazioni all’autore della biografia non autorizzata.
INOLTRE MARKOVIC sosteneva di essere in possesso di una serie di foto a dire poco imbarazzanti nel quale il sovrano era immortalato in compagnia di spogliarelliste in abiti a dire poco succinti. Ma non basta: Markovic dopo la pubblicazione del libro disse alla stampa che aveva moltissime foto, alcune risalenti agli anni 80, scattate al re in uno dei suoi locali a luci rosse. Una fonte vicina alla polizia ha detto al quotidiano Aftonbladet che Markovic aveva ricevuto numerose minacce e che da tempo girava con un giubbotto antiproiettile. Proprio per questo – ha aggiunto la fonte – i killer gli avrebbero sparato in testa. Il giorno successivo all’omicidio, il quotidiano Expressen ha rivelato che gli assassini potrebbero essere stati ripresi dalle numerose telecamere che Markovic aveva fatto installare nella proprietà. Il libro fece scalpore anche se il re non fu indagato dalla magistratura. Ma il ritratto che usciva dalle pagine della biografia aveva ben poco a che vedere con l’immagine del rispettabile monarca sposato e padre di 3 figli che gli svedesi stimavano e credevano di conoscere.
In quella circostanza il re, oggi 67enne, fu il peggior nemico di se stesso: reagì con un comunicato “rabbioso” nel quale respingeva – pur indirettamente – le accuse e comunicava di aver parlato della faccenda con la famiglia che “aveva deciso di voltare pagina anche perché si trattava di episodi mai provati e ormai lontani nel tempo”. Ma qualche mese dopo un amico intimo del re, Anders Lettstrom, avvicinò Markovic, gli chiese che foto aveva e quanto voleva per venderle. Lettstrom disse di aver agito di sua iniziativa. In un’intervista rimasta famosa il sovrano prese le distanze dall’amico e negò di essere mai stato nei club a luci rosse citati nel libro. Troppo tardi. Il suo indice di popolarità dal 64% crollò al 44% verso la metà del 2011. Resta solo da capire chi e per quale ragione ha fatto uccidere Markovic.
©The Independent
(traduzione di Carlo Antonio Biscotto)