Filippo Facci, Libero 28/1/2014, 28 gennaio 2014
PORRAJMOS, IL MASSACRO DIMENTICATO DEI ROM
Bene, ora sforzatevi di sostituire la parola «ebrei» con «zingari» e la parola «Shoah» con «Porrajmos»: non dovrebbe essere un grande sforzo, visto che riguarda lo stesso fatto storico.
L’Olocausto nazista dei rom resta l’unico, con quello ebraico, che i nazisti delegarono a motivazioni esclusivamente razziali; i rom furono sterminati in quanto razza inferiore destinata non alla sudditanza, come altre, ma alla morte e basta. Furono imprigionati, seviziati, sterilizzati, utilizzati per esperimenti medici e infine gasati. Ad Auschwitz sopravvissero solo quattro zingari maschi, e il celebre dottor Mengele amava iniettare la malaria ai piccoli rom. Scrivo queste cose appositamente per urticare: perché so benissimo qual è l’atteggiamento medio degli italiani verso zingari, rom, nomadi, sinti e tutto un popolo considerato ladro, parassita, rapitore e accattone. Non entro nel merito di questo, ora: troppo complicato. M’interessa evidenziare una delle ragioni per cui diffido di questi «giorni della memoria» che alla fine è sempre selettiva, crea penosi conflitti tra genocidi, e più che parlare del passato parla degli orientamenti del presente.
Non credo esista un ragazzino normale che non sappia che cosa sia la Shoah: ma sono certo che troppi ignorano completamente altri genocidi, massacri e fatti storici (anche italiani) sequestrati dai lottizzatori della memoria, dimentichi che la Storia non si celebra, non si espia, non si canonizza: anzitutto si studia.