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 2014  gennaio 28 Martedì calendario

SE RICORDO BENE. NON RICORDA BENE

Non c’è nessuno, nella redazione de la Repubblica, che dia una scorsa alle omelie domenicali di Eugenio Scalfari? Bisogna rispondere di no: nessuno si attenta a leggere, e quindi, correggere, la prosa del Fondatore. Sennò, non si vedrebbero i pesanti svarioni che ricorrentemente infarciscono le sue paludate articolesse.
Domenica scorsa il nonagenario Scalfari sosteneva, a proposito della cosiddetta legge truffa (1953): «Lo ricordo bene». Invece la memoria gli giocava uno scherzo, più che comprensibile, stante appunto l’età. Infatti, il laico prediletto da papa Francesco asseriva che nel ’53 «si votava in collegi uninominali, gli stessi con i quali nel 1948 la Dc aveva incassato il 48% dei voti e la maggioranza assoluta dei seggi».
Peccato che i collegi uninominali, dalle elezioni della Costituente fino al ’92 compreso, fossero riservati al Senato e ai consigli provinciali. Quindi, il 48% dei voti e la maggioranza assoluta dei seggi la Dc li conquistò in circoscrizioni con liste non bloccate, nel ’48: le stesse circoscrizioni per le quali si tornò al voto nel ’53, con la legge maggioritaria.
Scendendo a esaminare la proposta Renzi-Berlusconi, il Fondatore avanzava svariati suggerimenti: collegi uninominali, soglia del 35% da alzare, soglie dell’8 e del 5% da abbassare, nessuna preferenza. Ammoniva poi Renzi: «Se Berlusconi non ci sta, il Pd si appelli a tutti i parlamentari di buona volontà e se non ci saranno altre soluzioni che il voto, si voterà con la proporzionale che prevede collegi e non liste. E vinca il migliore».
È chiaro che Scalfari propugnava, come estrema soluzione, il ritorno alle urne con il porcellum ritagliato dalla Corte costituzionale. Questa legge è sì proporzionale senza premio di maggioranza, però, guarda caso, prevede non già collegi uninominali (salvo casi come quello valdostano), bensì liste. Anzi, proprio il fatto che si trattasse di liste bloccate ha causato una pronuncia d’incostituzionalità. E la Corte ha ricordato che almeno una preferenza dovrebbe essere concessa all’elettore, nelle liste rimaste dall’operazione compiuta a palazzo della Consulta.
Domanda: non sarebbe ora che qualche paziente redattore a largo Fochetti si prendesse l’ardire di segnalare gli errori del Fondatore?