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 2014  gennaio 28 Martedì calendario

ALLAM VUOL DARE FUOCO ALLE POLVERI


Nel suo peregrinare religioso Magdi Allam è arrivato (dall’Islam) alla Chiesa cattolica (tanto da aggiungere Cristiano al suo nome), nel suo peregrinare politico è invece giunto in questi giorni (dall’Udc) a Fratelli d’Italia. Ha salutato Pierferdinando Casini, alle prese con elezioni europee che si preannunciano ostiche per l’Udc, e si è accasato col movimento di Giorgia Meloni, Guido Crosetto e Ignazio La Russa, che pur in un centrodestra affollato e per di più con il debordante Cavaliere ringalluzzito dal flirt con Matteo Renzi, è comunque accreditato di qualche seggio a Strasburgo.

Allam è già parlamentare europeo.

Bussò, nel 2009, alla porta di Casini, sostenuto dalla schiera più conservatrice del mondo cattolico. Il leader Udc lo accolse (fu eletto nella circoscrizione Nord-Ovest) ma poi non digerì le bordate estremiste dell’europarlamentare e i rapporti si raffreddarono, anche perché a Strasburgo egli ha abbandonato il Ppe e si è iscritto al gruppo euroscettico «Europa della Libertà e della Democrazia», assieme ad altri europarlamentari della Lega Nord.

Adesso, alla vigilia della nuova campagna elettorale Magdi Allam fa outing: meglio con la destra (ex-An) che coi centristi (dell’Udc). Sarà capolista nella circoscrizione del Nord-Est e ha già pronto lo slogan: «Salviamo gli italiani». Un obiettivo impegnativo, che spiega così: «In un momento tragico per gli italiani, in cui ogni giorno muoiono delle imprese, vengono devastate le famiglie, imprenditori e lavoratori vengono istigati al suicidio e i giovani hanno perso la speranza, ho preso l’iniziativa di denunciare sia lo Stato per le conseguenze dell’imposizione del più alto livello di tassazione al mondo, oltre l’80% tra tasse dirette e indirette, sia le banche per le conseguenze della pratica di un tasso d’interesse usuraio legalizzato che arriva al 6000%, considerando che il denaro viene prestato dalla Banca centrale europea al tasso dello 0,25% e le banche commerciali accordano il credito a un interesse anche oltre il 15%».

Poiché vuol fare le cose per bene è il primo candidato europeo ad avere già incominciato la campagna elettore. E annuncia una manifestazione a Roma, il 10 maggio, due settimane prima del voto europeo: «consegnerò», dice, «esposti alle Procure in tutt’Italia, supportate dalle firme dei cittadini che incominceremo a raccogliere da metà febbraio. Lancerò una mobilitazione popolare con due parole d’ordine: «Disobbedienza civile», così come la concepirono Gandhi e Martin Luther King, e «No Euro». Vorrei che il voto europeo segnasse il riscatto della nostra sovranità monetaria, legislativa, giudiziaria e nazionale sia per assicurare il diritto inalienabile degli italiani alla vita, alla dignità e alla libertà, sia per promuovere un’autentica riforma dell’Italia libera, sovrana e autonomista».

Magdi Allam è nato al Cairo nel 1952, a vent’anni ha ottenuto una borsa di studio dal governo italiano e si è trasferito nel nostro Paese, dove si è laureato in sociologia. Ha tre figli, due da un’unione precedente, e uno da sua moglie, Valentina Colombo, traduttrice di opere dall’arabo. Ha lavorato al Corriere della Sera, arrivando alla vicedirezione. Si è dimesso nel 2008 per fondare il movimento politico Io amo l’Italia, strenuo difensore dell’ortodossia cattolica e fortemente critico verso l’islamismo, tanto che egli è costantemente seguito da una scorta di 6 uomini su tre auto blindate. Recentemente ha solidarizzato col movimento dei forconi, andando all’interno del presidio di Soave, quartier generale del Coordinamento 9 dicembre, attivo soprattutto ai caselli dell’autostrada A4.

«Condivido gran parte dei motivi della vostra protesta», ha detto ai forcaioli, «dalla richiesta di uscita da quell’unione di lobby e banchieri che è l’Unione europea all’uscita dall’euro. Sono venuto qui perché questa protesta rappresenta il cuore pulsante dei problemi che affliggono gli italiani. L’Italia ha tutto per ripartire, imprese sane, marchi, mercati, produzione eccellente. Per colpa del sistema bancario manca solo la liquidità ed è un po’ come avere una Ferrari ma senza benzina. Al momento la risposta più veloce è la disobbedienza civile, cioè non pagare le tasse, ma bisogna essere almeno un milione di persone per farlo e dare così un forte segnale allo Stato».

Fratelli d’Italia, dopo aver ottenuto l’uso del logo di Alleanza Nazionale dalla fondazione, muove i primi passi verso quella che sarà una nuova fase costituente del partito. Allam si prepara a svolgere un ruolo da protagonista in vista della due giorni del 22 e 23 febbraio che ufficializzerà la struttura del movimento e il ruolo dei nuovi aderenti di peso: oltre ad Allam vi sono Luciano Ciocchetti, Gianni Alemanno, Giulio Terzi, Salvatore Tatarella, Giuliana de’ Medici, figlia dello storico leader del Msi, Giorgio Almirante e segretaria della fondazione a lui dedicata. Della partita potrebbe essere pure Isabella Rauti.

Dice Carlo Fidanza, europarlamentare di Fratelli d’Italia: «Abbiamo costruito con Magdi Allam un percorso durato mesi attraverso l’Officina per l’Italia. Lui, con il suo movimento, Io Amo l’Italia, ha aderito a questo percorso e noi gli abbiamo offerto la possibilità di guidare le nostre liste nella circoscrizione del Nord Est».

Da parte sua, Allam preannuncia una campagna elettorale al fulmicotone: «Dobbiamo prendere atto che è in corso una guerra finanziaria. Siamo vittime di un crimine epocale: l’Italia ricca si sta trasformando in un’Italia di poveri».

Quindi: «Salviamo gli italiani», ripeterà Allam nella sua campagna elettorale: «Le imprese», spiega, «muoiono paradossalmente non perché hanno dei debiti ma perché vantano dei crediti, in un contesto dove il principale debitore insolvente è lo Stato che deve circa 130 miliardi di euro alle imprese. Questi soldi lo Stato non li ha, gravato da un debito pubblico di oltre 2000 miliardi di euro che impone il pagamento di interessi di circa 80 miliardi di euro all’anno».

«L’unica soluzione», conclude Allam, «è il riscatto della sovranità, ridefinendo un modello di sviluppo che metta al centro la persona, la famiglia, le imprese, la comunità locale, i valori, le regole e il bene comune anziché l’euro, le banche, i mercati, il debito, lo spread e il Pil»

I sondaggi danno gli euroscettici in ascesa nel consenso elettorale in molti paesi a incominciare dalla Francia dove in prima fila vi è Jean Marie Le Pen. Si vedrà a urne chiuse. Certo è singolare chiedere il voto per andare al parlamento europeo contro l’Europa.