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 2014  gennaio 25 Sabato calendario

LONDRA, L’INSULTO SI PAGA: IN PRIGIONE PER UN TWEET


LONDRA
In prigione per un tweet. È successo a due giovani britannici, Isabella Sorley, 23 anni, e John Nimmo, 25. Le minacce e gli insulti tramite cinguettii sono costati loro rispettivamente dodici e otto settimane di carcere. I due hanno attaccato la femminista e giornalista inglese Caroline Criado-Perez, che si è battuta nei mesi scorsi perché sulle banconote comparissero volti di donne (oltre alla regina) e non solo di uomini. Quando la Banca d’Inghilterra ha annunciato che sulle dieci sterline ci sarà il volto della scrittrice Jane Austen i troll (come viene chiamato chi insulta sul web) si sono scatenati. Criado-Perez ha ricevuto offese da 86 diversi account.
LE INGIURIE
Ma le ingiurie più gravi venivano proprio dai due condannati. I loro tweet contenevano minacce di morte e di stupro e pesanti riferimenti sessuali. La giornalista, dopo averli ricevuti, aveva raccontato di sentirsi terrorizzata e di soffrire di attacchi d’ansia. «È difficile immaginare minacce più estreme di queste», ha osservato in aula il giudice Howard Riddle. Aggiungendo che l’anonimità dei messaggi spaventa ancora di più la vittima, che non può sapere da chi si deve difendere. «Questi insulti hanno cambiato la vita di Criado-Perez», ha aggiunto prima di spedire i due colpevoli in prigione.
GLI ACCUSATI
Sorley ha ben 25 precedenti arresti. Il suo avvocato l’ha definita una vittima delle nuove tecnologie, di cui non aveva davvero capito l’impatto. Nimmo invece è stato descritto come un depresso e un solitario. Il suo legale ha sostenuto che il ragazzo non ha esperienza di interazioni sociali e si è fatto prendere la mano dal sito di micro blogging. La giornalista ha affidato la sua reazione a Twitter (dove continua a ricevere insulti): «Non me la sono sentita di essere in aula perché non ce l’avrei fatta. Sono sollevata che il giudice abbia capito l’impatto che quesiti abusi hanno avuto su di me. Il risarcimento che mi è stato accordato (800 sterline) lo donerò in beneficenza».