Fulvio Abbate, Il Fatto Quotidiano 25/1/2014, 25 gennaio 2014
“DETTO FATTO”, SU RAI2 I NUOVI TELEFONI BIANCHI
Nel primo pomeriggio televisivo è nata una coppia. Leggera. Perfida. Perfetta. La trovi su Rai2, tutti i giorni, o quasi. A Detto Fatto, e così, come nulla fosse, procede nella convivenza, spettacolare, condominiale. Lei, la Dama, risponde al nome di Caterina Balivo, divina campana, Venere d’Aversa, volto e taglio d’occhi da diva, ideali per gli anni Quaranta, nel senso che lei sarebbe perfetta in un remake del tempo dei “Telefoni bianchi”, tra Camilluccia e intrighi del Littorio, già me la vedo che scende da una “Balilla Coppa d’Oro” davanti a una delle più belle residenze dei Parioli o della Nomentana, Caterina Balivo come nuova Clara Calamai, o perfino Luisa Ferida, la morte sua, come dicono nell’Urbe. Scende dalla vettura, e, mentre l’autista le porge la mano, c’è subito modo di notarne la perfezione delle gambe, chissà se mai arriverà per lei una simile produzione con contorno d’elefanti. All’altro capo del filo dell’ideale telefono (non meno bianco) c’è invece lui, il nostro Cavaliere, Giovanni Ciacci, nel cui curriculum, pronto lì a sciogliersi come un cartiglio, o forse allo stesso modo di un foulard portato via dal vento del tempo di Florinda Bolkan, c’è modo di leggere così fedelmente “costumista, stylist, curatore di immagine, deve il suo ingresso nello spettacolo alla collaborazione con la diva per eccellenza Valeria Marini.
CON QUESTA sinergia, ancora attiva, Giovanni inizia a lavorare come stylist con i piu grandi fotografi e registi del mondo, come Bigas Luna, Helmut Newthon, Hellen von Unwert, Marco Glaviano…” Il greve, a questo punto, salterebbe sulla poltrona con un sonoro “minchia!” E invece non è ancora finita. Rieccolo, Ciacci: “La sua massima attenzione è creare, disegnare, studiare e costruire nuovi look o cambiarli, come quello del Presidente Irene Pivetti. Antonella Clerici…” Insomma, tra l’una e l’altro (dimenticavo, la Venere di Aversa è una Miss Italia mancata al fotofinish!) ci sarebbero le migliori condizioni per sognare l’ingresso di una ghigliottina pronta ad abbattersi contro l’apoteosi d’ogni luogo comune sul come “farsi belli”; roba, insomma, assai simile a quello che Alberto Arbasino ha strepitosamente raccontato in La narcisata o in Specchio delle mie brame, con tutti quei “sapesse, signora mia…” oppure: “ma come, non lo sai che le perle sono lacrime, e non si ricevono in dono, si comprano!” (sempre Ciacci dixit).
La coppia, quindi. Già, lì in trasmissione, Balivo è un po’ la “tenutaria” di una sorta di “maison du look”, c’è da trasformare delle inemendabili cozze, giunte lì con abiti degni delle peggiori sfollate, in ragazze sposabili, scopabili. Una missione para-religiosa, tra frou-frou e crudeltà pura, nella quale i due perfidi sono perfetti, grazie a una sorta di siparietto che è poi un gioco delle parti. La Venere aversana e l’esperto di mondo e bellezza e stile Ciacci si passano a turno, come fosse uno scettro, un rossetto, il ruolo di prima donna e l’effetto è davvero notevole, perfino agli occhi di un possibile spettatore comunista incontentabile.