Toni Jop, l’Unità 27/1/2014, 27 gennaio 2014
I COMIZI IN TEATRO DELL’EX POLITICO
In attesa di smentite, ricordiamo che Beppe Grillo a breve tornerà a calcare le scene. Lo farà imponendo un prezzo a chi vorrà ascoltarlo mentre, in tempo magnificamente sincronizzato, dirà la sua su «Te la do io l’Europa».
Farà politica di profilo, incalzato dal senso terminale che sembra affidare alle prossime elezioni europee, rispetto alle quali ha detto che in caso di sconfitta andrebbe a coltivare l’orto. Così si fa: si chiede al pubblico di finanziare la campagna elettorale del proprio Movimento, e dubitiamo che l’accesso ai suoi spettacoli costerà meno di due euro. Ma qui, ogni volta che si tocca Grillo, si sta sempre a parlar di soldi e non si capisce perché dal momento che il suo castello di potere poggia invece sulla presunta immaterialità delle relazioni che polarizzano i favori e la militanza nel Movimento 5 Stelle. Ma ci sono questioni che, al di là del pauperismo e della sovrana economicità dell’esperienza politica da lui attivata. Grillo ha provveduto a non sciogliere mai, accampando la privatezza della sua persona. Quanto guadagna? Come? Dove? Dove paga le tasse? Cosa fa del suo denaro? Dove e come lo investe? Perché non stiamo parlando di briciole, ma di una montagna di soldi accumulati dal leader indiscusso – e chi lo discute sloggia – di una forza che alle passate elezioni ha messo assieme oltre otto milioni di consensi. Sarà un personaggio pubblico? Ora, di D’Alema sappiamo che aveva una barca a vela, che poi l’ha venduta per comprarsi un vigneto. Benissimo: possibile che di Grillo e delle sue ricchezze dobbiamo sapere solo quando decide di mettere in affitto una delle sue ville? Che rapporto hanno i soldi di Grillo con l’Europa matrigna? Con il perfido mercato finanziario? Con la speculazione?
Infondo, molti di quei soldi – parcelle Rai – erano in origine pubblici. Faccia il bravo e racconti come stanno le cose, ci teniamo a sapere come festeggia la decrescita infelice di questo Paese.