Carlo Di Foggia, Il Fatto Quotidiano 26/1/2014, 26 gennaio 2014
“NERO E GAY”, DOLORI DI PAPÀ GIOVANARDI
Dopo un viaggio in Sudafrica, una figlia torna a casa e confessa: “Papa ho un compagno nero, rasta, forse gay. Di certo sposato con un altro uomo”. Difficile per qualsiasi genitore, si può solo immaginare lo choc subito da Carlo Giovanardi. La nemesi per il “nemico pubblico numero uno” della comunità omosessuale - di cui si ricordano perle come “unioni civili per i gay preludio dell’utero in affitto”, o “due donne che si baciano è come vedere uno che fa la pipì per strada” - si è materializzata anni fa, al ritorno della primogenita da un viaggio nel continente nero. Lo ha raccontato lo stesso senatore di Ncd durante Porta a Porta di giovedì scorso. Alla domanda di Vespa, “ma se sua figlia le dicesse...”, Giovanardi fa un lungo respiro, poi, tutto d’un fiato, si libera: “Mi ha detto papà sto con un rasta. Io, cos’è un rasta? Mi ha spiegato cos’era. E vabbè”. Ma ancora: “È di colore. Mi ha spiegato cos’era (?). E vabbè”. Per di più: “È sposato. E io, che sono un uomo di mondo, penso vabbè, al giorno d’oggi...”. “No papà, non hai capito. È sposato con un uomo”. A quel punto l’uomo di mondo non ha retto: “Ho avuto un malore”. Fortuna che si risolve tutto: “Era solo un matrimonio per interesse”.