Giuseppe Policelli, Libero 26/1/2014, 26 gennaio 2014
“CINEPANETTONE TI AMIAMO”
LiberoVeleno Voi non lo sapete ma la prima volta che vi ho visto dal vivo non è stato a un concerto o a teatro bensì nella redazione della casa editrice romana Comic Art, alla Garbatella. Forse c’era pure Greg, non ne sono certo, però ricordo nitidamente Lillo intento a ripassare le tavole di un suo fumetto. Era il 1994. Ora fate i cinepanettoni di De Laurentiis: una brutta fine.
Lillo Eh sì.
Greg È andata male.
LiberoVeleno Nel 1994 avevate già fondato da qualche anno la band musicale Latte e i suoi derivati, che è stata la prima vostra esperienza di successo. Quando vi eravate conosciuti?
Lillo Nella seconda metà degli anni Ottanta, in una redazione fumettistica, ma non quella della Comic Art.
Greg Era la casa editrice di Francesco Coniglio, che allora era più propriamente un’agenzia. Si chiamava On Mollo M e di lì a poco avrebbe cambiato nome in Edizioni Acme.
LiberoVeleno Si può dire che abbiate sperimentato tutti i media e le forme d’espressione possibili: musica, cinema, teatro, radio, tv, fumetto. C’è un comun denominatore?
Lillo L’umorismo. Anche quando fai tante cose diverse in realtà ne fai sempre una sola, però declinata in varie maniere. La nostra comicità ha caratteristiche precise e rimane la stessa in radio, al cinema, in tv o su di un palco.
Greg Nel corso degli anni ci si affina: si valorizzano determinati aspetti del proprio lavoro e se ne trascurano o abbandonano altri. Per esempio ci siamo progressivamente lasciati alle spalle una comicità marcatamente demenziale (tipo “Una pallottola spuntata”) a favore di un umorismo più sofisticato e lunare, affine a quello di Mel Brooks o delle migliori commedie con Lemmon e Matthau.
LiberoVeleno È tutta e solo farina del vostro sacco?
Lillo I modelli sono indispensabili, ci mancherebbe. I nostri, oltre a quelli citati da Greg, sono i Monty Python, i fratelli Zucker, il Saturday Night Live. E, tra gli italiani, Tognazzi & Vianello e Cochi & Renato.
LiberoVeleno E oggi?
Greg Negli Stati Uniti c’è una formidabile sitcom che si chiama “Mr. Show with Bob and David”. È di qualche anno fa ma i due che l’hanno ideata, Bob Odenkirk e David Cross, sono ancora attivi.
LiberoVeleno Siete due autodidatti.
Lillo Sì. Le scuole possono essere utili se non si ha la possibilità di fare esperienza sul campo ma noi, per fortuna, abbiamo sempre trovato un pubblico davanti a cui esibirci. Non c’è niente di meglio: acquisisci esperienza e hai dei riscontri diretti e immediati, cioè capisci subito se ciò che stai facendo funziona o no.
Greg Mio padre dipingeva e anche mia mamma aveva una buona disposizione verso l’arte e la creatività, quindi ho forse beneficiato di una sorta di eredità genetica. Ma al di là di questo non ho avuto bisogno di scuole perché sono sempre stato animato da una grande curiosità: ho approfondito per conto mio quello che m’interessava, dall’umorismo alla musica, non mi sono serviti stimoli.
LiberoVeleno Nel lavorare fianco a fianco andate sempre d’amore e d’accordo?
Lillo Fondamentalmente sì, altrimenti non dureremmo da così tanto tempo.
Greg Alcune cose le scriviamo assieme, come la commedia teatrale “Il mistero dell’assassino misterioso”, altre magari le scrivo io da solo ma poi, quando si deve allestire lo sketch o lo spettacolo, Lillo interviene mettendoci del suo.
LiberoVeleno A proposito de “Il mistero dell’assassino misterioso”: proprio stasera va in scena per l’ultima volta al Teatro Nuovo di Milano dopo tre settimane trionfali al Teatro Olimpico di Roma. La pièce è del 2000 e, da allora, viene replicata quasi senza soluzione di continuità.
Lillo Ha una comicità di situazione, non vincolata alla battuta verbale, e quindi non annoia. E funziona anche fuori dall’Italia, per esempio in Spagna. So di persone che l’hanno vista sei o sette volte e magari torneranno a vederla.
Greg “Meta-teatro” è parola che può spaventare ma è uno dei segreti de “Il mistero dell’assasino misterioso”. Come altri nostri lavori, e senza che lo cosa sia stata studiata a tavolino, possiede diverse chiavi di lettura. Quindi può piacere all’intellettuale così come a chi ha meno strumenti di decodifica.
LiberoVeleno Chi di voi due ha il merito della scoperta di un talento assoluto come Virginia Raffaele?
Lillo Greg, lo ammetto. Virginia è un fenomeno. Da qualche anno, giustamente, sta portando avanti una sua carriera distinta dalla nostra e più basata sulla televisione, ma sempre con risultati eccellenti.
Greg Sì, sarà stato il 2001. Stavo facendo uno spettacolo all’Ambra Jovinelli di Roma con Max Paiella e mi è capitato di vedere un lavoro di Francesca Milani, Danilo De Santis e, appunto, Virginia. Sono immediatamente rimasto colpito dalla sua presenza scenica e soprattutto dal fatto che sembrasse una veterana. In lei si avvertiva una “voglia di palcoscenico” assolutamente incontenibile.
LiberoVeleno La satira politica non fa per voi.
Lillo La facciamo indirettamente. Gli stati d’animo negativi di certi nostri personaggi sono evidentemente causati dal malgoverno della cosa pubblica. La satira politica in senso stretto è bene che la faccia chi ce l’ha nelle corde, come il mio amico Corrado Guzzanti, il migliore di tutti.
Greg Il fatto è che io di politica non credo di capirne granché e mi ha sempre attratto poco. Quindi come posso pensare di farne il bersaglio della mia comicità?
LiberoVeleno Nessun pentimento, insomma, per i cinepanettoni?
Lillo Direi di no, anche perché i cinepanettoni non mi hanno cambiato di una virgola. Continuo a essere un appassionato di fumetti e a dipingere miniature, esattamente come prima. Il successo di pubblico, se sei un professionista, lo metti in conto quale possibile (e auspicabile) risposta a un lavoro ben fatto. Tutto qui.
Greg Ho deciso di accettare quando mi hanno assicurato che avrei curato in prima persona la colonna sonora del film e che avremmo potuto riadattare dialoghi e situazioni “cucendoceli” addosso. Poi mi stimolava l’idea di partecipare a un film natalizio che aggiornasse un po’, rendendola più garbata, la formula del cinepanettone classico. E infine un film di così grande popolarità ti consente di far conoscere ciò che fai a tantissime persone, il che significa che dopo qualcuno ti verrà a vedere a teatro o in concerto. E senza il cinepanettone non lo avrebbe fatto.