M.A., Il Messaggero 26/1/2014, 26 gennaio 2014
HA TRAVOLTO LEADER E ALLEATI SOLO PRODI LO HA SCONFITTO
Quanti leader avversari ha battuto Silvio, in questi vent’anni? «Non ricordo mai il numero esatto», gigioneggia il Cavaliere: «Dieci? Quindici?. Achille Occhetto voleva calpestarlo con la sua «gioiosa macchina da guerra» nel ’94, ma venne calpestato lui. Francesco Rutelli voleva sbarrare la strada a Berlusconi nel 2001, ma niente: sfiorì insieme alla sua Margherita. Walter Veltroni, nel 2008, si sforzò con successo di non fare mai il nome di Silvio - «Il principale esponete dello schieramento a noi avversario», fu la perifrasi - ma il successo elettorale fu del leader senza nome. E Massimo D’Alema? Silvio lo ha battuto facendo sfarinare la crostata del patto di casa Letta, e da quella botta ricevuta allora il Comandante Max non si è mai davvero ripreso, almeno agli occhi di una parte della sinistra (quella che lui detesta chiamandola frou-frou). «Chiamatemi pure Terminator», ha ironizzato una volta Silvio. Oppure, quando ancora faceva il gradasso mentre adesso fa il padre della patria, diceva alla vigilia delle elezioni e in attesa che il centrosinistra scegliesse il competitor da mandargli contro: «Avanti un altro!».
Berlusconi in questi vent’anni, in cui ha fondato, abolito e ricreato Forza Italia, ha sepolto una quantità di partiti e di partitini. Pci, Pds, Ds sono sigle che non gli sono sopravvissute. E il Ppi e la Margherita? Evaporati. E Cici e Cocò, ossia il Ccd e il Cdu nel nomignolo dato loro da Giuliano Amato, il quale a sua volta sembrava dovesse essere o sfidante del Cavaliere nel 2001 e invece si preferì «la sedia a Rutelle»? Nessuno se li ricorda più. Sono passati sul fiume, sotto gli occhi del Cavaliere, Rifondazione Comunista e i Comunisti Unitari, il Pdci e Italia dei Valori (nacque contro di lui ed è moribonda), per non dire di Rivoluzione Civile: Ingroia si sentiva «l’Italia anti-Berlusconi» ora sta in una stanzuccia di un ente inutile siciliano a dare lavoro a parenti di mafiosi. Poi, da Scognamiglio a Monti, da Pisani a Tremonti, per non dire di Fini, ci sono anche quelli non di sinistra rottamati dal Cavaliere. Quindi è invincibile? Macchè. Ora ha una gran fifa di Renzi, mentre con Prodi ci ha rimesso le penne. E non una volta. Due.