M.A., Il Messaggero 26/1/2014, 26 gennaio 2014
DA TITTI ALLE AMAZZONI LA DEBOLEZZA ROSA DI SILVIO
Donne. Quante donne. Quando Stefania Prestigiacomo, bella, alta, bionda, elegante come una normanna di Sicilia, arrivò in Parlamento, un deputato del Pds sentenziò: «Grazie a Berlusconi, è finita la bruttocrazia». Molti anni dopo sarebbe stata fondata Forza Gnocca, questo il soprannome del Pdl, ma alle origini l’andazzo fu diverso: era il tempo di Titti Parenti (soprannominata Titti la Rossa per via dei capelli, e assurta a simbolo della magistratura che non aveva paura di indagare sui soldi dei comunisti), di Tiziana Maiolo (dal Manifesto di Rossanda e Pintor alla barricata opposta), di Cristina Matranga, appartenente a un’ottima famiglia siciliana e che poi abbandonò l’avventura dicendo a Berlusconi: «Presidente, stai parlando con una donna che dice sempre di no».
Poche all’inizio, poi tante: le donne azzurre «sono le più brave di tutti», ha sempre assicurato Silvio. Il quale civettando aggiunge: «Il nostro è un partito donna. E io stesso sono un po’ femmina, ma del tipo gay». Vero potere però - a parte adesso Francesca Pascale, forzista napoletana da quando aveva 15 anni con il comitato «Silvio ci manchi» e adesso fidanzata e principale consigliera politica del Cavaliere - le donne azzurre non lo hanno mai avuto. Sembrava che Mara Carfagna a un certo punto dovesse diventare portavoce unica del partito, e invece no. Pareva - ed è cronaca degli ultimi tempi - che Daniela Santanchè, la quale non viene da Forza Italia, dovesse assumere la guida del nuovo corso, e invece niente Pitonessa come numero uno. E Michela Vittoria Brambilla? «Sarà la numero uno», promise il Cavaliere ma adesso l’Arancione - così la chiamano per via della chioma - è poco più della consulente animalista del principale. Mentre Michaela Biancofiore si è quasi imparentata con Silvio per via di Dudù: «Vi posso assicurare che non è gay come dicono le malelingue. Dudù ha una storia con la mia cagnetta e ho visto anche una sua erezione». Si è persa di vista invece, nell’olimpo rosa di Forza Italia uno e due, Letizia Moratti, che doveva essere «la nostra signora Thatcher». Veronica Lario azzurra non è stata mai - «E’ di sinistra», si lamentava Silvio - ma nei destini anche politici dell’ex marito ha contato assai. E Gabri (Giammanco) e Nunzia (De Girolamo)? «Non sarò geloso. Andatevi a divertire!», scrisse il leader nel famoso bigliettino. Ma Nunzia non si diverte più.