Carlo Antini, Il Tempo 26/1/2014, 26 gennaio 2014
LA GIOIA DI CURRERI. «TRENT’ANNI DA STADIO»
«Non ci fermiamo mai. Siamo sempre alla ricerca di nuove identità». Gaetano Curreri è il cantante e leader fondatore degli Stadio. La band ha appena festeggiato i primi trent’anni di carriera con un cd-raccolta pubblicato a novembre e intitolato «Immagini del vostro amore» che contiene i maggiori successi e due inediti: «Immagini del nostro amore» e «Tutto con te». Martedì sarà ospite degli «Incontri d’autore a teatro» condotti da Stefano Mannucci al Teatro Tirso de Molina di Roma. Dalle 21 sul palco ci saranno anche il chitarrista degli Stadio, Andrea Fornili, e l’ex tastierista, Fabio Liberatori. Non mancheranno sorprese dell’ultim’ora e la partecipazione di Nathalie e Elhaida Dani, vincitrici rispettivamente di X Factor e The Voice of Italy.
Gaetano Curreri, qual è il segreto per vivere trent’anni alla Stadio?
«Restare sempre se stessi in maniera ostinata. Ci hanno sempre chiesto di fare questo e quello ma noi siamo andati avanti per la nostra strada, anche a costo di rimediare insuccessi. Allo stesso tempo, però, non restiamo immobili. Anzi. Ci divertiamo molto perché ci sentiamo musicisti alla ricerca. Mi annoierei a suonare sempre le stesse cose».
Il momento più difficile della vostra carriera?
«Forse uno dei Sanremo degli anni Ottanta, quando ci agghindavamo in modi improbabili per essere alla moda».
E quello più bello?
«Sono tanti ma certamente gli incontri con gli amici che ci hanno accompagnato in questi trent’anni. Lucio Dalla prima di tutti ma anche Carlo Verdone, Vasco Rossi, Fabrizio Moro, Francesco Guccini, Noemi e Paolo Fresu. Non dimenticherò mai che il primo disco lo abbiamo fatto grazie a Verdone».
Nella raccolta «Immagini del vostro amore» ci sono anche due inediti. Di che si tratta?
«"Immagini del nostro amore" è una pop song perfetta. "Tutto con te" si richiama agli anni Ottanta, alle sonorità dei nostri esordi. Mi fa venire in mente una canzone che ho scritto con Lucio dove c’erano suoni un po’ azzardati alla Prince. È una canzone attualissima».
Ha nominato Lucio Dalla. Cosa ha rappresentato per la vostra storia?
«Tutto. Lucio è stato quello che ha creduto in noi prima degli altri. Avevo scritto solo l’introduzione di "Albachiara" e Dalla mi disse che mi avrebbe licenziato se non mi mettevo seriamente a scrivere canzoni. Era un uomo con un’intuizione eccezionale. Avrei tante cose da dirgli e ancora oggi ci chiediamo cosa ci avrebbe detto».
Negli anni Settanta lei lavorava in radio con Vasco Rossi. Come ricorda quei giorni?
«Vasco è il mio amico del cuore ed è un concentrato di genialità. È l’unica vera rockstar che abbiamo in Italia. Siamo cresciuti insieme e ho visto sviluppare il suo vulcano. Stargli vicino ti dà un sacco di calore e di energia. Oltretutto ho anche la fortuna di scrivere canzoni con lui».
Lei che è un esperto, come giudica le radio di oggi?
«Fanno un buon lavoro ma vorrei fossero più attente verso certi artisti».
A chi si riferisce?
«A Fabrizio Moro per esempio. Un tempo le emittenti erano più attente. Vorrei che le radio coccolassero la qualità, almeno in certe fasce orarie. Altrimenti rischiamo di diventare un Paese sempre più ignorante».
Oltre a Fabrizio Moro, chi stima tra gli artisti delle nuove generazioni?
«Fabrizio ha una grandissima capacità di scrittura: quando gli si accende la luce è in grado di scrivere un testo in due ore. È davvero un piacere lavorare con lui. Ma c’è anche Noemi».
Cosa pensa di lei?
«Noemi è la più brava di tutte. Ha grandi capacità vocali e una testa che la porta a spingersi molto al di là».
Quali progetti vi aspettano dopo il cd-raccolta?
«Stiamo cominciando a scrivere canzoni per il nuovo album di inediti. Qualche tempo fa mi ha chiamato il nipote di Roversi dicendomi di avere in mano due, tre poesie che Roberto aveva scritto appositamente per noi. Le stiamo musicando e faranno parte del nostro nuovo cd. Su una delle tre siamo già a buon punto».