Colloquio con Vittorio Sgarbi di Francesco Bonazzi, Dagospia 23/1/2014, 23 gennaio 2014
RENZI HA FATTO FUORI BERLUSCONI E I COMUNISTI E HA UCCISO IL BIPOLARISMO
"Lo ammiro Renzi, perchè ha ucciso il bipolarismo". E come ci è arrivato? Facendo fuori Berlusconi con l’incontro di sabato e azzerando la sinistra "dell’odio" e dell’aiutino giudiziario. Vittorio Sgarbi non ha dubbi, finora il segretario del Pd si è mosso benissimo e il governo di Enrico Letta non può durare molto perché lo stesso Napolitano "si rende conto che Renzi rappresenta le larghe intese dal basso", bagnate dal voto democratico.
Professor Sgarbi, è partita la corsa al renzismo. Ormai qualunque cosa dica o faccia, da Goldrake a "Fassina-chi?", il Rottam’attore viene soffocato di applausi.
"Guardi, prima voglio fare una premessa. Conosco Renzi da quasi vent’anni, dai tempi in cui era giovane presidente della provincia e io partecipavo a iniziative culturali a Firenze. Devo ammettere che quel ragazzino avesse tante capacità. Era bravo, era sveglio, ma soprattutto era anticomunista ed era un vero presidio centrista. Con lui mi trovavo bene, anche perché in città c’era come sindaco Domenici, con i suoi progetti sugli Uffizi".
A parte il fiero anticomunismo, che le piaceva di Renzi?
"Lo trovavo una persona con la quale si può parlare. Quando vinse le primarie per il Comune, andai con lui in tv dalla Gruber nelle vesti di suo antagonista e Renzi disse la cosa con la quale sono più in disaccordo. Disse che l’Italia aveva bisogno di bipolarismo".
Lo dice anche adesso, quanto meno per portare a casa la riforma elettorale e le elezioni il prima possibile.
"Guardi, lui il bipolarismo lo ha appena ucciso, ma su questo torniamo tra poco. Qualcuno mi sa spiegare che differenze politiche ci sono tra la Comi, la Ravetto e la Boschi? Io le dico che non vedo grosse differenze politiche sostanziali neppure tra Berlusconi e Renzi".
Addirittura?
"Sì, sono uguali. Solo che uno ha quarant’anni di meno e ha appena sconfitto l’altro".
Non s’è votato, però.
"Non importa. Accettando l’incontro di sabato alla sede del pd il Cavaliere ha perso. Ma torno un attimo indietro. Sa che dissi quella volta in tv a Renzi? Gli dissi che vinceva perché piaceva tanto a Dell’Utri e Verdini. Lui sbiancò ma è la verità e lo sa. Torniamo a sabato: Renzi che lo accoglie al Nazareno come fosse il suo miglior amico lo fa uscire dall’angolo, sì. Ma per sconfiggerlo. Berlusconi vinceva perché tutti, da Martinazzoli a Segni a Fini, andavano a casa sua. Non a Palazzo Chigi o in Parlamento. Accorrevano a casa sua. Nessuno l’ha capito, ma è questa la vera rivoluzione. Berlusconi è stato trattato da Renzi come un perdente, anche se lo ha trattato con la magnanimità che dimostravano a volte Cesare o Alessandro".
Però tanto Berlusconi non è candidabile. Vittoria inutile?
"Berlusconi, per sua fortuna, è incandidabile. Perché se affrontasse Renzi nelle urne perderebbe sonoramente. Ma intanto Renzi non trionfa su Berlusconi a nome della sinistra che lo odia, ma per conto del centrodestra. Insomma, lui è un cavallo di Troia. Nessuno come lui sa prendere i voti della destra. Renzi è uno che si prende tutti i propri voti, ovvero il 35% circa, e ne aggiunge un altro 10% del centrodestra".
Una volta al potere farà cose di destra?
"Questo non lo so, ma intanto il segnale su articolo 18 e riforma del lavoro mi sembra rivolto alla destra. In generale, però, quando si pensa all’attività di un governo bisogna ammettere che è eterodiretta dall’Europa per un buon 80%. A Renzi premier rimarrà un venti per cento libero per fare cose di destra e di sinistra. Ma non vedo molta sinistra in giro, non vedo idee socialiste".
Che cambia con la sconfitta di Berlusconi e l’avvento di Renzi?
"Berlusconi era l’ultimo leader della vecchia era, l’ultima balena bianca da cacciare dopo Bettino Craxi. Una volta che l’hanno messo fuori gioco, anche la magistratura politicizzata con chi se la deve prendere? Con Cuperlo ed Enrico Letta? Sabato si è aperta un’epoca straordinaria, perché Renzi è indenne da inchieste giudiziarie".
Torniamo al punto di partenza. Si metterebbe contro Renzi?
"Non ho nessuna antipatia per lui. Anzi. Ha fatto fuori Berlusconi e i comunisti. Non è lo strumento del Cavaliere, ma semmai di una rivoluzione che cancella il bipolarismo. Non l’ha capito Angelino Alfano, che ha sbagliato tutto già nel nome del suo partitino: Nuovo Centrodestra. Non ha capito che se avesse tolto la parola "destra" Renzi si pigliava anche lui e lo salvava. L’elettore moderato o di destra che voterà Renzi, magari avrebbe apprezzato di potersi appoggiare a un partito di centro. Invece così Alfano può giusto aspettare la chiamata di Berlusconi".
Non ha risposto alla domanda.
"Ci arrivo, ci arrivo. Renzi fa finta di credere di stare dalla parte "giusta", la sinistra. Ma sa che non avendo battuto Berlusconi con l’aiuto dei magistrati, può prendergli i voti. Non ha un vero antagonista perché non possiamo certo immaginare che gli contendano la vittoria Alfano, la Meloni, Galan o lo stesso Tosi, che pure mi sembra quello più dotato.
Quindi Renzi è la destra e la sinistra al contempo. O un centro senza avversari. Io lo ammiro per quello che è riuscito a fare, per come ha ucciso il bipolarismo. Se ne avessi l’occasione proverei a sfidarlo solo sulle cose concrete da fare in futuro".
Pensa che Giorgio Napolitano stia cambiando cavallo, mollando Enrico Letta per Renzi?
"Di Napolitano e di quello che pensa so poco. Però posso dire che Letta rappresenta le larghe intese calate dall’alto, dal Quirinale. Mentre Matteo rappresenta le larghe intese che partono dal basso, da milioni di voti. Napolitano per primo sa che questo governo poco democratico non può durare più di tanto e che quindi conviene non ostacolare il sindaco di Firenze. E Renzi sa benissimo che se non gli fanno fare subito le riforme è meglio andare al voto in tempi brevi".