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 2014  gennaio 25 Sabato calendario

VOCAZIONE

«Ho iniziato a fare il portiere per caso, a cinque anni. Non so perché. Non c’era ancora la tv, non avevo un’immagine come riferimento, non avevo nemmeno un’idea del portiere. Forse è stata una vocazione» (Dino Zoff).

MIGLIORI «Vincono i migliori. E sono i meglio pagati. Quindi chi ha soldi ha anche i migliori. Ma i migliori devono esserlo in tutto, non solo sul campo. Vent’anni fa, all’arrivo di Berlusconi, questo concetto elitario ha squassato il calcio. Ora ne paghiamo le conseguenze« (Mario Sconcerti).

SOLDI «Ho realizzato che la mia vita sarebbe stata il calcio passando all’Utrecht, in serie A olandese. Ho cominciato a guadagnare e ho pensato: sì, questo è il mio futuro. Anche se con i soldi ho un rapporto tranquillo: sa, noi belgi teniamo i piedi per terra, parliamo poco e pensiamo alle cose semplici e concrete» (il talento del Napoli Dries Mertens).

FACCIA «È vero il detto: “italiani e greci, una faccia, un razza”. Abbiamo le stesse origini. Anche lo stile di vita è praticamente uguale: a noi, come a voi e agli spagnoli, piace uscire, vivere le strade e le piazza. Forse in questo momento un po’ meno vista la situazione economica» (il fantasista del Genoa Ioannis Fetfatzidis).

POSTER «La prima volta che ho visto la mia foto su un giornale è stato sulla stampa locale. Quando sei piccolo pensi che sia figo, adesso mi imbarazza, non sempre leggo. Mi ricordo di un grande poster di una banca che mi sponsorizzava esposto nelle vetrine delle loro filiali per tutta Oslo quando avevo appena iniziato a sciare a livello mondiale. Era troppo strano per me» (Aksel Svindal).

SOLE «Come nella vita ci sono i momenti buoni e quelli in cui non va bene nulla, ero sicura che prima o poi sarebbe arrivato di nuovo il sole» (Elisabeth Goergl, tornata alla vittoria in Coppa del Mondo di sci dopo quasi due anni).

RITARDO «Con mia figlia Alexia, che ha quattro anni ci sentiamo tutti i giorni, continua a chiedermi quando torno. Le dirò di fare un altro piccolo sforzo, in fondo non me lo aspettavo neanch’io tutto questo ritardo...» (Stanislas Wawrinka, arrivato a sorpresa in finale agli Australian Open).

FAMIGLIA «Mi piacerebbe finire la mia carriera in Yamaha, dove mi hanno sempre fatto sentire come se fossi a casa mia. Questa squadra è una vera e propria famiglia e io mi sento più che a mio agio a farne parte» (Valentino Rossi).