Mikol Belluzzi, Panorama 23/1/2014, 23 gennaio 2014
MIRACOLO A PAVIA
L’appuntamento a Pavia Nord Est (parco Leopardi, piazzale Torino, Via Pastrengo, via Tavazzani e rione Maestà) è stato posticipato a sabato 1° febbraio dalle ore 9 e trenta alle 13» avverte il giornale locale, La provincia pavese, che quasi ogni giorno apre una finestra sul tour che il sindaco Alessandro Cattaneo sta portando avanti tra i suoi 70 mila concittadini. Dal 2012, i primi giorni di gennaio e febbraio sono dedicati al contatto con i pavesi, quest’anno particolarmente importante in vista delle elezioni comunali del 25 maggio che potrebbero sancire la rielezione di quello che un sondaggio di Ipr pubblicato da Il Sole 24 ore ha incoronato come il sindaco più amato d’Italia con il 68 per cento dei consensi. Così la campagna elettorale di Cattaneo, 34enne enfant prodige di Forza Italia e possibile delfino di Silvio Berlusconi, ha preso ufficialmente il via alle 7 di mattina del 10 gennaio dalla stazione, luogo simbolo della città, da dove ogni giorno partono 12 mila pendolari diretti a Milano. «Buongiorno, sono il sindaco di Pavia» ha esordito Cattaneo stringendo la mano ai tassisti che gli chiedevano una pensilina per proteggere i clienti dalla pioggia, ai passeggeri interessati a treni in orario, mentre spazzini e commercianti lo incalzavano sulla sicurezza. Cattaneo, anche lui pendolare per anni quando lavorava all’Enel, ha preso nota di tutto e con i suoi assessori ha continuato il tour ribattezzato «Un sindaco fuori dal Comune».
«Avevamo paura che con l’incarico di vicepresidente dell’Anci (l’Associazione nazionale dei comuni italiani, ndr) sarebbe stato sempre a Roma e che non l’avremmo più visto» dice una signora che passeggia in piazza della Vittoria, il salotto cittadino, «e invece è sempre qui e se lo fermi per parlargli è disponibile e sorridente». Come emerge anche dal suo profilo Facebook dove posta foto a raffica: i concerti in municipio, il via libera a un finanziamento che la Fondazione Cariplo verserà per un’area verde, il record di 70 mila visitatori della mostra di Monet al Castello Visconteo. Attivismo, dialogo e sorrisi, gli ingredienti che «il sindaco fuori dal Comune» ha saputo mixare anche nella sua rapida scalata alla politica cittadina dove si è affacciato a 19 anni come consigliere di circoscrizione per poi diventare, 8 anni dopo, coordinatore di Forza Italia. Come mentore Giancarlo Abelli, grand commis della Dc prima e di Forza Italia poi, che nel 2009 decide di puntare sul giovane ingegnere per la candidatura a sindaco di Pavia, un’amministrazione da sempre nelle mani del centrosinistra ma dilaniata da forti contrasti interni che portano alle dimissioni del primo cittadino Piera Capitelli. Grazie alla determinazione del suo «king maker» e al voto compatto della coalizione di centrodestra, Cattaneo s’insedia a Palazzo Mezzabarba già al primo turno con il 54,4 per cento dei voti.
Un anno dopo il comune viene investito dall’Operazione Infinito contro la ’ndrangheta e finiscono in manette il direttore dell’Asl pavese Carlo Chiriaco e l’avvocato Pino Neri, che si dichiara sostenitore di Cattaneo. Ma il sindaco non si nasconde e reagisce a modo suo, prima scendendo in piazza e poi creando un tavolo della legalità. «È naturale che i ricchi finanziamenti pubblici destinati a università e Policlinico scatenino tanti appetiti» riconosce Renato Perversi, presidente di Confartigianato Pavia, «ma il comune è riuscito a essere un perno alla crescita, senza mai un’ombra. Ricordo i 100 mila euro stanziati per favorire le microimprese che assumono giovani tirocinanti, il progetto “Un artigiano in famiglia” che aiuta le categorie disagiate e il sostegno alla formazione femminile con il progetto “Il guscio - Nidi familiari artigiani”». Perché l’emergenza lavoro è ancora più forte qui che in altre province lombarde: la periferia di Pavia è costellata da siti industriali abbandonati, da Necchi a Snia, fino a Magneti Marelli, mentre la multinazionale farmaceutica Merck ha annunciato che a fine anno se ne andrà mettendo a rischio altri 270 posti di lavoro.
Per questo sapere e salute sono diventati i pilastri dell’economia cittadina. «C’è un’identità storica tra la città e il suo ateneo, che nel tempo si è trasformato in una vera e propria azienda con 400 milioni di euro di budget annuale, 2 mila dipendenti e 25 mila studenti» sottolinea il rettore Fabio Rugge. «A Pavia le istituzioni sono a portata di mano e dialogare è semplice e costruttivo». La nuova sfida è la realizzazione del Campus della salute che porterà l’ateneo a ristrutturare tre vecchi padiglioni del San Matteo: un progetto da 23 milioni di euro che prevede la nascita di un complesso da 350 mila metri quadrati che potrà ospitare fino a 4.500 studenti al giorno, diventando una delle strutture più grandi e più avanzate d’Europa. «Il Policlinico è un motore importante dello sviluppo cittadino, che produce oltre il 20 per cento del pil di Pavia e garantisce 5 mila posti di lavoro, e questo grazie anche al dialogo costante con il comune» sottolinea il presidente dell’Ospedale San Matteo Alessandro Moneta, che in questi giorni si trova in Kenya per seguire uno dei tanti progetti benefici di formazione in cui è coinvolto anche Palazzo Mezzabarba.
«Io invece vedo un politico troppo impegnato a presenziare in tv e poco coinvolto nella politica locale su temi come degrado delle periferie e sicurezza» prova a contrattaccare Fabio Castagna, capogruppo del Pd in comune, che lamenta la chiusura di tre scuole, la scarsa ricaduta economica delle mostre sul territorio, il pasticciaccio della Tares, dove un quarto dei bollettini era sbagliato, e la promessa (non mantenuta) di sospendere la mini-Imu, fissata al 4,9 per mille (comunque tra le più basse d’Italia). Ora la sfida si sposta al voto di maggio, con il centrosinistra ancora a caccia di un candidato che sarà scelto dalle primarie cittadine del 23 febbraio.
Così Cattaneo, in perfetta solitudine, è libero di «dilagare» in città, inaugurando un’installazione dell’artista Marco Lodola e dialogando con i giovani industriali e con Confindustria per sfruttare subito la nuova legislazione lombarda sulle «aree a burocrazia zero». Quella che ha soffocato per 20 anni la nascita del Polo tecnologico, decollato solo a metà del 2010 grazie alla tenacia di un giovane imprenditore, Tommaso Mazzocchi. «Per anni abbiamo ragionato con tutte le istituzioni e non si è mai arrivati a nulla. Poi, quando abbiamo puntato su una persona, il progetto è partito». Questa persona naturalmente è Cattaneo e ora il Polo che conta 25 aziende innovative, tra cui la multinazionale tascabile Funambol, che ha spiccato il volo in America, mantenendo la ricerca a Pavia, è pronto al raddoppio. Proprio come il sindaco.