Laura Di Pillo, Il Sole 24 Ore 23/1/2014, 23 gennaio 2014
«EFFETTO PAPA» PER IL TURISMO
È nel Lazio che si registra il saldo migliore tra imprese nate e aziende che hanno cessato l’attività. Lo scorso anno in regione sono state 42.063 le iscrizioni e 33.478 le cessazioni di azienda per un saldo di 8.585 attività. Il più alto in Italia. A trainare quest’allargamento della base imprenditoriale soprattutto il turismo, le attività di alloggio e quelle legate alla ristorazione, i servizi. Male invece il fronte dell’artigianato che a livello regionale continua a soffrire: 7.776 le nuove aziende artigiane iscritte e 8.766 quelle che hanno chiuso i battenti, con un saldo negativo di quasi mille attività.
Ma è stato proprio il turismo la locomotiva di un’economia fragile e in forte difficoltà. Secondo l’Ente bilaterale del Lazio (Ebtl) sono 12 milioni e 635mila i turisti che nel 2013 hanno visitato Roma, un dato in crescita rispetto agli 11 milioni e 997mila del 2012. Cresce il numero di visitatori italiani, 5 milioni e 292mila (+6,22% sul 2012), aumentano anche gli arrivi dall’estero: +4,68%, con 7 milioni e 343mila arrivi. Visitatori che provengono principalmente dagli Usa e dall’Europa. «Cifre che non ci sorprendono – spiega Giuseppe Roscioli presidente Confcommercio Roma – a un aumento delle presenze turistiche ha corrisposto un aumento dell’offerta ricettiva: più bed&breakfast, affittacamere, più piccoli alberghi. Ma cresce anche l’indotto, le attività legate ai servizi». Merito anche di Papa Francesco concordano gli operatori: «Ci aspettiamo un buon 2014, senza dubbio l’effetto Papa ci aiuta» dice Roscioli. Ma non solo. «Il saldo laziale è il miglior dato a livello nazionale – commenta Lorenzo Tagliavanti, direttore di Cna Roma e vice presidente della Camera di Commercio – ed è indicativo, se analizziamo i dati Unioncamere a livello provinciale, vedere che in cima alla classifica, a parte Isernia, ci sono tre grandi città: Milano, Roma e Napoli. È proprio nelle aree metropolitane – sottolinea Tagliavanti –, come già avviene a livello globale, che si creano maggiori opportunità di crescita, la globalizzazione passa anche da noi, anche se più lentamente». Ricco e diversificato l’identikit di chi fa nuova impresa: «Tante donne e giovani, ma anche l’immigrato che si stabilizza, chi ha una professionalità e ha perso il lavoro».