Francesco Cramer, il Giornale 23/1/2014, 23 gennaio 2014
ECCO LA BOZZA DELL’ITALICUM: DA TRE A SEI NOMI PER LISTA STOP A CANDIDATURE MULTIPLE
Roma L’Italicum sta già deragliando. Il testo della nuova legge elettorale doveva arrivare ieri nel primo pomeriggio in commissione Affari costituzionali alla Camera ma il provvedimento ha latitato per ore. Il testo base è arrivato solo a tarda sera, sottoscritto da Fi, Pd e Ncd ma non da Scelta civica, per approdare in Aula lunedì 27. Forse. Si deciderà oggi. Tra le novità, lo stop alle candidature multiple: ci si potrà presentare solamente in un collegio; in ogni lista ci possono essere tra i tre e i sei candidati; in caso di ballottaggio un partito non potrà apparentarsi con l’altra coalizione; ci sarà un obbligo di candidare almeno 50% donne; vengono confermati gli sbarramenti al 5% per chi corre in coalizione e all’ 8% per chi va da solo; così come confermato è il premio di maggioranza: 18% in più a chi ottiene almeno il 35% dei voti.
Tuttavia la legge non corre; zoppica. Per tutto il giorno ci si è incagliati sul «nodo Lega». Attualmente il Carroccio nei sondaggi oscilla tra il 3,5% e il 6% ed è quindi a rischio. Nel Porcellum il Carroccio era tutelato perché era consentito che una forza superasse la soglia di sbarramento in almeno tre Regioni. Si è tentato di introdurre la regola anche nell’Italicum?I leghisti lo escludono e comunqueil Pd non avrebbe mai consentito a salvare Salvini. E pure i cespugli erano contrari: «Se si fa, allora anche per noi deve valere una clausola di salvaguardia ». A tagliare la testa al toro lo stesso Salvini: «La Lega non ha bisogno di “aiutini”o leggi elettorali fatte su misura: il consenso lochiediamo ai cittadini senza accordi o accordini ». E il relatore della legge, l’azzurro Francesco Paolo Sisto, ha ratificato: «Le voci sulla presenza di una clausola cosiddetta “salva Lega”? Notizie prive di fondamento ». Ma Bossi ha lasciato capire il contrario: «Se ci cacciano faremo battaglia. Renzi? Non mi piace, non mi piacciono gli accoltellatori ».
Ma non c’è solo il caso Carroccio a frenare la corsa dell’Italicum. Sel, per esempio, da domani sarà impegnata nel congresso di partito e quindi avrebbe poco tempo per esaminare il testo e presentare gli emendamenti, il cui termine scatterebbe appunto domani. Ma anche Fratelli d’Italia chiede tempo: «Abbiamo aspettato 10 anni, si potrà aspettare 15 giorni, no?», si accoda Ignazio La Russa.
Nel Pd, poi, è putiferio. Gli antirenziani non mollano sulla battaglia contro le liste bloccate. «Puntiamo a presentare un emendamento per le preferenze da parte di tutto il gruppo», minaccia il bersaniano Alfredo D’Attore. Questo nonostante Renzi avesse avvisato: se si toglie un tassello al mosaico dell’accordo può venir giù tutto.
Insomma, un caos. E quasi tutti avanzano proposte per modificare il testo base appena depositato. A ciò si aggiungerà pure il Grillum. Il M5S, infatti, ha consultato la base per dire la sua. «Volete il maggioritario o il proporzionale?» è il primo quesito. Esito scontato: vince il proporzionale per 20.450, contro 12.397 per il maggioritario. Grido di battaglia: non mischiarsi con il Pd (meno L) e Forza Italia. «Renzi sceglie la legge elettorale in una riunione a porte chiuse con il condannato Berlusconi. Si chiama partitocrazia», ringhia Maurizio Santangelo, capogruppo pentastellato di Palazzo Madama.