Massimo Gramellini, La Stampa 23/1/2014, 23 gennaio 2014
E.T.– Uno dei pochi imprenditori stranieri che abbia investito in Italia negli ultimi tempi alimenta un insano desiderio di autarchia
E.T.– Uno dei pochi imprenditori stranieri che abbia investito in Italia negli ultimi tempi alimenta un insano desiderio di autarchia. Si chiama Erik Thohir, detto E.T., miliardario per meriti paterni e grande esperto di basket indonesiano. Ha comperato la sola squadra di calcio mai retrocessa in serie B, l’Inter, con l’ambizioso progetto di riuscire là dove tutti i predecessori hanno fallito. Ha ripianato i debiti di Moratti, ridotto al ruolo di spaesato portavoce, ed è tornato in Indonesia a guardare il basket. Ogni tanto, nel cuore della notte, E.T. manda comunicati stampa depressivi che il sito dell’Inter pubblica con rassegnazione. L’altro giorno, mentre lui dormiva (o guardava il basket) i suoi astutissimi dirigenti hanno venduto alla Juventus il più talentuoso calciatore della rosa, Guarin, in cambio di un giocatore di tre anni più vecchio. Secondo una prima versione avrebbero agito a sua insaputa. Ma secondo un’altra, accreditata dal presidente juventino, E.T. avrebbe dato l’assenso all’operazione tramite un sms, salvo rimangiarselo con il solito comunicato spedito nella notte indonesiana. Alla fine è stato chiarissimo: non so, sì, boh, no. E «no» è stato. Pazienza se i due calciatori avevano già firmato i contratti e svuotato gli armadietti. Gli interisti gongolano per lo sgarbo alla rivale storica, ma dietro i loro sorrisi si legge il terrore per le prossime mosse di E.T. Pare che Renzi, in cambio di Guarin alla Fiorentina, abbia offerto Cuperlo a titolo definitivo e la metà sinistra di Fassina, il cui unico limite sarebbe una certa intolleranza verso le critiche del mister.