Ettore Bianchi, ItaliaOggi 23/1/2014, 23 gennaio 2014
LE PRIME SEI BANCHE USA GUADAGNANO 56 MLD
Le banche americane sono in ottima forma. Almeno le sei principali (Goldman Sachs, JPMorgan, Wells Fargo, Bank of America, Morgan Stanley, Citigroup), che nel corso del 2013 hanno accumulato profitti per 76 miliardi di dollari (56 mld euro).
In vetta si è piazzata Wells Fargo con 21,8 mld di dollari (16,1 mld euro), che ha doppiato JPMorgan.
Anche Bank of America ha archiviato le turbolenze della crisi immobiliare, con una redditività dei mezzi propri pari al 5,7%: l’istituto, pur essendo ancora lontano dalle performance di qualche anno fa, sta vivendo una fase di notevole recupero. Più in difficoltà appare Citigroup, che fatica a ridurre i costi e il cui ritorno dei mezzi propri ammonta al 5,3%.
Gli istituti, nonostante un mercato obbligazionario volubile, una regolamentazione più rigida e le numerose multe che li hanno colpiti, sono riusciti a superare gli ostacoli e guardano fiduciosi al futuro. Secondo Gregori Volokhine, presidente di Meeschaert Capital Markets, vanno tuttavia distinti due gruppi di banche: da un lato, quelle che sono proiettate in avanti, adattando il loro modello economico, e che complessivamente se la cavano bene; dall’altro, quelle rimaste esposte al rischio e che devono ridurlo. Nella prima categoria rientra Morgan Stanley, che, pur non avendo conseguito un utile entusiasmante, ha registrato un forte progresso rispetto al 2012 salendo da 68 milioni a 3 miliardi di dollari (2,2 mld euro). Invece chi dominava il settore, come JPMorgan e Goldman Sachs, nonostante rimanga profittevole, cresce meno. Le due banche, un tempo forti nel trading, vedono ora in questo comparto una sorgente di inquietudine. La prospettiva di un prossimo innalzamento dei tassi dei prestiti ha zavorrato la loro raccolta obbligazionaria: se i tassi salgono, i rendimenti dei bond perdono terreno. I collocamenti di Goldman Sachs hanno subìto un ribasso del 13%. I dirigenti dell’istituto parlano di un calo momentaneo e sono confortati dal fatto che molti concorrenti stanno abbandonando questa attività, ma un rialzo dei tassi favorirebbe soprattutto i depositi.
In ogni caso, gli anni d’oro sono alle spalle: la remunerazione media in Gs è ammontata l’anno scorso a 380 mila dollari (280 mila euro) rispetto ai 460 mila (339 mila euro) del 2007 prima che scoppiasse la crisi. Diversi esperti ritengono che alcuni grandi istituti finiranno per tornare alle attività tradizionali.