Giancarlo Petrella, Il Sole 24 Ore 19/1/2014, 19 gennaio 2014
INCUNABOLI DIGITALI
Chiunque frequenti il libro a stampa del Rinascimento conosce a proprie spese quanto dispersivi possano rivelarsi gli strumenti bibliografici, cartacei o informatici, sull’argomento. Se per il Quattrocento la situazione è senza dubbio incoraggiante e da anni si naviga in acque relativamente tranquille affidandosi alla rassicurante bussola bibliografica di Istc (Incunabula Short Title Catalogue), oltrepassare il fatidico anno 1500 equivale a varcare le colonne d’Ercole per entrare in mari bibliograficamente assai più tempestosi. O almeno così era fino a poco fa. Il navigante che abbia l’ardire di affrontare il viaggio può infatti fare oggi affidamento sull’Universal Short Title Catalogue (Ustc), uno strumento non ancora risolutivo, ma di grande prospettiva, che promette di funzionare analogamente a Istc per il secondo secolo della stampa.
L’obiettivo del progetto, diretto da Andrew Pettegree dell’University of St Andrews, è a dire il vero ambiziosissimo: «a collective database of all books published in Europe between the invention of printing and the end of the sixteenth century», vale a dire un’unica banca dati a libero accesso (all’indirizzo ustc.ac.uk) e di facile e multipla interrogabilità che raccolga informazioni disperse in repertori manoscritti, a stampa o informatici e censisca l’intera produzione europea nei primi due secoli dell’arte tipografica. Ustc, che a oggi censisce oltre 330mila edizioni e offre circa 90mila riproduzioni digitali, è soggetto a costante implementazione. Un solo esempio. Lo scorso dicembre ha incorporato in un sol colpo 2.796 nuovi record relativi a editti e bandi bolognesi del Cinquecento riversando il fondamentale repertorio compilato nel 1996 da Zita Zanardi dal titolo Bononia Manifesta. In questo modo il totale delle edizioni bolognesi censite da Ustc e riversate sul tavolo dello studioso con un solo click sale a 6.301. E siamo ancora agli inizi.