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 2014  gennaio 22 Mercoledì calendario

DI LUCA: «IMPOSSIBILE UN GIRO SENZA DOPING»

E’ stato il primo ciclista italiano punito con la radiazione dopo tre sanzioni in materia di doping: 2007, 2009 (con il braccialetto al polso per raccogliere fondi per il «suo» Abruzzo terremotato) e 2013. Danilo Di Luca è stato espulso dal ciclismo il 5 dicembre, con la sentenza del Tribunale nazionale antidoping: «Era già tutto scritto, dovevo pagare io per tutti». E’ tornato a Pescara a vendere biciclette (!). Non ha fatto ricorso al Tas, ma ha deciso di parlare in tv su Italia 1: oggi alle 21.10 a «Le Iene Show». Doping, corse vendute, Epo, ipocrisia. Le sue verità. Che potrebbe essere chiamato a provare davanti a un magistrato. O alla commissione Uci. Forse più difficile che fare una corsa in bici. Ecco alcuni stralci:
Iene: Quando hai incontrato il doping?
Di Luca : Sulla ventina d’anni. Ero sempre un vincente e vincevo spesso. Quando poi sono passato dilettante, ho visto dei corridori che avevano corso con me fino al mese prima, che il mese dopo diventavano più forti di me.
Iene: La prima volta che l’hai fatto ti sei sentito in colpa?
Di Luca: No, mi sono sentito come gli altri. Tornavo a essere il Danilo che vinceva le corse.
Iene: Ti sei dopato perché non vincevi più?
Di Luca: Sì.
Iene: E che cosa ti hanno detto i medici?
Di Luca: Che ci sono determinati tipi di sostanze che, assunte in maniera giusta, ti fanno aumentare di quel 5-6% la prestazione fisica. La più famosa è l’Epo.
Iene: E come si prende l’Epo? Sono pastiglie?
Di Luca: No, sono iniezioni. Prima si poteva fare anche tutti i giorni, adesso no perché viene scoperto nell’esame antidoping.
Iene : Il doping ti ha creato problemi fisici?
Di Luca: No, non dà dei problemi. Innanzitutto il doping non è una droga, quindi non si è dipendenti. Secondo, il doping fatto in maniera corretta non fa male all’organismo.
Iene: Oltre all’Epo si parla di sacche di sangue, di trasfusioni. È tutto vero?
Di Luca: Le trasfusioni sono vere.
Iene: È da considerarsi doping?
Di Luca : Certo. Puoi fare a meno dell’uso dell’Epo e usi la sacca. E non vengono trovate.
Di Luca: Il doping non cambia i livelli in campo. C’è perché c’è per tutti e uno si adegua, ma se non ci fosse il doping per nessuno i risultati sarebbero sempre gli stessi.
Iene: Per essere concreti, sui 200 ciclisti che partecipano al Giro d’Italia, normalmente quanti si dopano?
Di Luca: Secondo me il 90%.
Iene: Quindi c’è un 10% pulito?
Di Luca: Un 10% a cui non interessa in quel periodo il Giro d’Italia, che prepara altre gare e quindi non fa uso di doping.
Iene : Quindi tutti quelli che ambiscono alle prime posizioni nel ciclismo devono necessariamente fare uso di doping?
Di Luca: È impossibile non fare uso di doping e arrivare nei primi 10 al Giro d’Italia.
Iene : C’è in giro la voce che il Viagra aiuta?
Di Luca: È una grossa stupidaggine. Se si usa il Viagra, non lo si fa per migliorare le prestazioni, ma quando fa freddo. Riscalda il corpo.
Iene: Ci sono delle combine nel ciclismo?
Di Luca: Certo che succede: magari c’è un finale con 5 corridori, c’è un corridore che si sente più forte, perché è più veloce degli altri e parla con un altro corridore che non è un suo compagno di squadra: “Ti do tot se mi tiri la volata. Ti do tot se mi vai a prendere quello che scatta”.
Iene : Te l’hanno mai proposto?
Di Luca: Sì, l’ho fatto.
Iene: E ti hanno pagato?
Di Luca: Sì, mi hanno pagato.
Iene: Può esistere un ciclismo senza doping?
Di Luca: Potrebbe esistere perché comunque i valori in campo sarebbero gli stessi. Liberalizzarlo forse sarebbe la soluzione migliore.