Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  gennaio 22 Mercoledì calendario

ESSELUNGA, DUEMILA POSTI AL SUPERMARKET. IN DUE ANNI


Duemila. Tante sono le assunzioni che Esselunga mette in cantiere nel corso di quest’anno e del prossimo. E non si tratta di un semplice rimpiazzo di chi va in pensione. I nuovi ingressi saranno legati alle aperture di supermercati lungo la penisola nel giro di ventiquattro mesi.
La catena della grande distribuzione nata nel ‘57 e oggi presente soprattutto al Nord (Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto e Liguria) è pronta allo sbarco a Roma. Ad Aprilia, per la precisione. Ma saracinesche nuove di zecca si alzeranno anche a Firenze, Parma, Novara, Torino, Varese, Lecco e Sesto Calende (Varese). Se si tiene conto che si parla di dieci-dodici nuovi punti vendita e che ciascuno in media impiegherà 150 persone, l’obiettivo dei duemila posti risulta a portata di mano.
Oggi Esselunga dà lavoro a 20.600 persone, 400 in più rispetto a un anno fa. Il gruppo ieri ha diffuso anche alcune anticipazioni sull’andamento dei conti nel corso del 2013. L’insegna di Bernardo Caprotti preventiva di chiudere l’anno appena trascorso con un fatturato in crescita dell’1,7%. In valore assoluto si parla quindi di entrate pari a 6,9 miliardi di euro.
Per tenersi stretti i clienti (e strapparne alla concorrenza) l’insegna della grande distribuzione ha congelato i prezzi rispetto al 2012. Senza scaricare sui consumatori la spesa aggiuntiva per l’acquisto delle merci da esporre sugli scaffali. Il tutto «nonostante i fornitori — fa presente un comunicato del gruppo — abbiano aumentato i prezzi in media dell’1,8%».
La politica del «listino congelato» ha fatto sì che alla fine il margine operativo (Ebit) del gruppo nel 2013 diminuirà, seppure di poco, rispetto al 2012. Si parla di 300 milioni di euro rispetto ai 367 di due anni fa.
Nell’ultimo anno la grande distribuzione è stata messa alla prova dalla crisi e dal calo dei consumi. In attesa dei dati sull’andamento dell’intero anno (Istat farà venerdì il punto sui consumi aggiornati a novembre) non resta che registrare alcune tendenze di fondo. A partire da una riduzione dei volumi delle vendite dell’1,6% in media. Il tutto nonostante aumentino i prodotti in promozione.
Secondo un’indagine Nielsen, inoltre, il 30% dei consumatori ha ridotto il numero di generi nel carrello mentre il 54% compra limitandosi all’essenziale. Nei primi dieci mesi del 2013, rispetto allo stesso periodo del 2012, sono diminuite anche le vendite degli alimentari.
In questo contesto «funzionano» i prodotti con il marchio delle insegne degli stessi super: più 2,7% ultimo anno. Addirittura più 69% dal 2005 a oggi. Incremento a due cifre che ha portato le cosiddette private label a raggiungere una quota di mercato del 18,9%.
Rita Querzé