Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  gennaio 22 Mercoledì calendario

CONTI VIOLATI E COMPUTER IN OSTAGGIO LE MAIL TRUFFA CRESCIUTE DI UN TERZO


Il suv fiammante, praticamente nuovo, brilla dal sito dell’usato a un prezzo ridicolo: «Acquistata in Italia, vendo dopo trasferimento in Inghilterra per difficoltà con guida a sinistra». Al lombardo che la vuole il venditore assicura che si accollerà le spese di trasporto a patto di ricevere almeno la caparra. È così che 7.500 euro si volatilizzano Oltremanica assieme al venditore, mentre l’altro va a ingrossare la lunga schiera delle vittime dei reati via Internet, tutti in costante aumento.
La fantasia dei delinquenti informatici non ha confini, così come non li hanno le loro tecniche di adescamento. Si va dalla solita email di quello che dall’altro capo del mondo non può ritirare l’eredità e ti chiede di farlo al posto suo, ma vuole soldi per le fantomatiche spese, al tizio che propone un investimento grandioso che, chissà mai perché, dovrebbe fare guadagnare proprio te. Oppure quello che è accaduto tempo fa a una ingenua ventenne milanese che, dopo aver comprato su Internet a 250 euro un chihuahua da un sedicente allevatore del Camerun, ne ha sborsati altri 500 per lo sdoganamento, 325 per l’importazione in Italia, 200 per il volo e ancora 150 per farlo mangiare: 1.425 euro in tutto, spariti con il cagnolino. E che dire delle ganasce elettroniche che girano sul web? Improvvisamente il pc diventa inutilizzabile, sullo schermo messaggi minacciosi apparentemente della Guardia di Finanza o della Polizia avvertono: «Attenzione, il suo computer è bloccato», «ha violato la legge sul diritto d’autore» o quella sulla «pornografia minorile», «deve pagare una multa di 100 euro». Succede che, scaricando illegalmente film o musica o andando su siti porno, si rischia di portarsi dietro un virus «cryptolocker» che blocca i file in memoria e che può essere disinnescato solo con una password che, ovviamente, arriva dopo aver pagato un «riscatto».
Le estorsioni a sfondo sessuale sono l’ultima moda. Bionda, formosa, accento esotico, non ha più di 20 anni la splendida sconosciuta che ammiccante chiede l’amicizia su Facebook. Quando dall’altra parte della videochat comincia a spogliarsi e a toccarsi invitando a fare lo stesso, lui obbedisce travolto a 14 anni dalla tempesta ormonale, fino al culmine. Doccia fredda: «Ho registrato quello che hai fatti, man- dami 300 euro se non vuoi che il filmato arrivi ai tuoi amici».
Il numero delle vittime non accenna a diminuire. Secondo i dati in possesso della Polizia postale, solo per il phishing e il furto di credenziali dei conti bancari online tra il 2012 e il 2013 i casi di denunciati sono saliti del 27,5%, passando da 51.250 a 65.327 vittime che si sono viste portare via 38,7 milioni di euro, contro i 24,8 dell’anno precedente. Aumentate anche le persone denunciate, da 5.189 a 5.253, anche se sono diminuite quelle arrestate, da 147 a 85. Nonostante le campagne di informazione, c’è sempre chi cade nell’inganno e continua a dare le password, i dati personali e quel27per cento L’aumento li della carta di credito oppure ad aprire senza farsi domande ogni allegato di email che arriva esponendo il pc a virus che sono in grado di carpire i codici bancari. In un attimo le bande di truffatori transnazionali, tra i quali non mancano gli italiani, svuotano conti e carte. Ma le denunce sono di molto inferiori ai casi. Tanta gente non si rivolge alla magistratura per vergogna oppure perché il danno subito è di qualche centinaio di euro, e tra avvocati e spese varie una causa costerebbe comunque di più di quanto si potrebbe avere indietro, sempre ammesso che si riesca ad acciuffare e condannare i colpevoli.
Vittime «ineffabili», le definisce un lavoro concluso dalla Procura di 5mila Le persone Milano (tra le prime a dotarsi di un pool e di una squadra di polizia giudiziaria per i reati informatici), in collaborazione con l’assessorato politiche del lavoro del Comune che ha portato alla costituzione di un fondo per attività di prevenzione alimentato dalle somme versate dagli imputati come risarcimento, quando nei processi non compaiono parti civili. Fino al 2013 il Comune ha anche finanziato (i pm si augurano che lo faccia anche per il 2014), corsi di formazione specifici, come quello accessibile dal portale della Procura, al quale partecipano oltre 600 operatori di polizia giudiziaria, 88 dei quali hanno già finito. «Le truffe informatiche sono il presente e il futuro delle frodi — sostiene Maurizio Romanelli, il procuratore aggiunto che guida il pool — perché la Rete, dando la possibilità di truffare migliaia di persone contemporaneamente in modo anonimo, consente di non avere un rapporto diretto con la vittima». Ed per questo che Procura e Ordine degli avvocati di Milano, qui per la prima volta in Italia, hanno firmato un «Protocollo di collaborazione» che prevede la formazione di un gruppo di avvocati specializzati in cybercrime e nella tutela delle vittime dei reati informatici.