Furio Zara, Corriere dello Sport 21/1/2014, 21 gennaio 2014
AI TEMPI DI TWITTER URLANO LE MOGLI 2.0
Twittate twittate, le mogli «son tornate. E’ un’invasione di campo, partita sospesa, eleganza pure. Carolina Marcialis in Cassano, della serie: la tocco piano. «In cu** a tutti!! #grande #amoremio #ilnumero1 #sempreecomunque #99 #top». Manca il petardone lanciato dalla finestra, poi ci Siamo.
SIAMO DONNE – Fino a un decennio fa le mogli dei calciatori erano invisibili. Facevano parte dell’arredamento. Non le notavi, non si facevano notare. Al massimo: le ammiravi, figurine immobili di una coreografia pallonara che le contemplava, ma non le innalzava a erinni del rancore e della vendetta da pianerottolo come succede oggi nella giungla del Web.
Nei 2.0 che viviamo, tutto è cambiato. Mogli, compagne, fidanzate ufficiali e co.co.co: non più comparse, ma protagoniste. Rubano la scena ai mariti. Date loro un tweet, cambieranno il mondo.
Non più timide custodi del focolare domestico (ma dove?), bensì agguerrite paladine dell’unico uomo per cui vale la pena vivere: il loro marito.
OLTRE IL TWEET C’E’DI PIU’ – Barbara Balleggi in Antonini, commenta compostamente l’esonero di Max Allegri, reo di non aver mandato il marito ad ammuffire in panchina. «Allegri? Finalmente godo anch’io!!! I love Barbara». Senza pudore, come è giusto che sia, in un orgasmo di punti esclamativi!!! Ci si schiera. Il marito la difende: «Ha avuto coraggio». Come spesso accade, le nostre arrivano tardi. Altre signore indiavolate si erano già segnalate in tempi recenti. Prendete Yolanthe Cabau, moglie di Sneijder. Succede che l’Inter punisce l’olandese, «indisciplinato su Twitter». Yolanthe si scalda ed entra in campo. «Solo lui non può più usarlo». E pare di vederla, con la fascia da vietcong, mitra e smartphone a tracolla. E’ sempre Yolanthe ad aggiornare i popoli sulle volontà del marito. Twitta malinconica: «E’ triste». Oppure fa mercato: «Non vuole andare via».
AMORI E LIVORI – Un anno fa Isabella Miraglia in Stovini, moglie del difensore del Brescia, twitta a mitraglia dopo la sostituzione del marito in un Ascoli-Brescia 2-0. Lesa maestà. «... vabbè... Brescia non ti merita... che giochino gli altri... campioni del Real!». Dopo lo sfogo, la signora la butta sul tattico. E ritwitta: «Come inventarsi di farlo giocare terzino destro». In effetti: ci sono domande senza risposta. Poi si scuserà, ma la frittatona è fatta.
Una volta era diverso. O meglio: i sentimenti e gli istinti delle mogli ferite nell’orgoglio erano gli stessi. Ma il modo di comunicarli e l’eco che avevano, quelli no. Per dire, la moglie di Bellugi, di fronte a una panchina del marito al massimo avrebbe confidato l’incazzatura alle amiche e ai parenti stretti, e chiusa là.
Qui siamo di fronte ad un’esplosione di rabbia, veleni, pissi-pissi, rancori repressi, astio, livori e ruggini. E quasi sempre per futili motivi.
A questo punto preferiamo i nostri supereroi, Wanda Nara e Maurito Icardi. Di loro si sa tutto, la contabilità sugli amplessi ce li fornisce la Wanda stessa in presa diretta e quasi ci sembra di essere là anche noi: amor che nulla ha twittato amar twittando.