La Repubblica 21/1/2014, 21 gennaio 2014
LA COSTRUTTRICE CHE NON PAGAVA L’IMU: EVASIONE DA 2MILIARDI
UNA fitta rete composta da società registrate in paradisi fiscali, prestanome e conti correnti all’estero. È l’escamotage trovato da Angiola Armellini, figlia del noto costruttore Renato che durante gli anni del boom economico fu tra i più influenti della capitale, per nascondere al fisco ben 1243 immobili (per lo più appartamenti tra il centro e Ostia, ma anche tre alberghi) e un tesoretto che la guardia di finanza ha stimato in oltre 2,1 miliardi di euro dal 2003 al 2012.
Dopo un’indagine durata un anno e mezzo, ora la Armellini è stata iscritta dal pm Paolo Ielo nel registro degli indagati, insieme ad altre undici persone per lo più commercialisti, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale. Il nucleo di polizia tributaria, infatti, ha scoperto che le 1243 proprietà facevano capo solo formalmente ad alcune società con base in Lussemburgo al cui apice c’erano due trust con sede alle Bahamas e nell’isola di Jersey fino al 2006-2007 e poi trasferiti in Nuova Zelanda. «Amministratore di fatto» degli immobili sarebbe proprio la figlia del famoso costruttore romano morto per un infarto nel 1993 nel mare dell’Argentario. Alla donna le fiamme gialle contestano anche di aver spostato solo formalmente la residenza nel Principato di Monaco tra il 1999 e il giugno 2010, continuando in realtà a vivere nella capitale, prima in una grande villa all’Eur, poi in un attico e superattico a due passi dal Vaticano accatastato come ufficio e intestato a una delle società lussemburghesi.
Ma l’operazione “All blacks” (dal nome della squadra di rugby neozelandese) non è l’unica portata avanti in questi giorni dalla guardia di finanza. Sempre ieri le fiamme gialle hanno sequestrato oltre 2 milioni di euro a 20 rom che vivevano tra i campi di Castel Romano, La Barbuta e Salone. Tutti risultavano nullatenenti e, perciò, usufruivano dell’assegnazione dell’alloggio e dell’erogazione gratuita di acqua, gas e luce. Ma tutti, in realtà, disponevano di conti correnti, obbligazioni, cassette di sicurezza con gioielli e, tramite prestanome, persino di macchine di grossa cilindrata.
Ed è proprio per smascherare i falsi poveri che ieri il Comune ha sottoscritto un accordo con la guardia di finanza per stanare tutti quei “furbetti” che, pur non avendone diritto, usufruiscono dei servizi del Campidoglio. L’intesa firmata ieri tra il sindaco Ignazio Marino e il comandante provinciale delle fiamme gialle, generale Ivano Maccani permetterà maggiori controlli su tutti quei romani che ricevono aiuti
economici dal Comune: dal diritto allo studio, ai servizi per gli anziani, dagli assegni di cura a quelli di maternità, dai servizi scolastici e dell’infanzia a quelli domiciliari. A partire dall’edilizia pubblica: nell’ambito dell’accordo quadro, infatti, ieri è stato siglato anche un protocollo (il primo di una serie) con l’assessorato alla Casa guidato da Daniele Ozzimo per smascherare chi, in maniera illegittima, abita in una casa popolare o in una di edilizia convenzionata. «Chi commette reati di questo tipo è un ladro di diritti che invece devono andare a chi è rimasto indietro e ha la necessità di farsi aiutare dal pubblico — ha spiegato il sindaco — Vogliamo che il Campidoglio sia una casa di vetro e per fare questo deve esserci un’azione severa nei confronti della legalità e quello di oggi è un ulteriore passo nei confronti della giustizia sociale da raggiungere con una rivoluzione dolce» ha continuato Marino. Quella della casa anche nella capitale è una vera e propria emergenza: secondo i dati delle fiamme gialle ben 35mila famiglie rischiano di perdere l’abitazione a breve e 5mila vivono in condizioni precarie o sono prive di qualsiasi ricovero. «Avere una fotografia chiara della situazione delle persone è una condizione imprescindibile per avere una politica effettivamente equa — ha commentato Ozzimo — Dobbiamo mirare l’azione dell’amministrazione partendo da chi più ha e da chi approfitta dei servizi privando coloro i quali ne hanno necessità».