Emanuela Audisio, La Repubblica 20/1/2014, 20 gennaio 2014
GHIACCIO HI-TECH
Altro che (tele) camera con vista. Soprattutto con adrenalina. E con tutto il mondo sopra a guidare il bob. Tutti piloti e mai più sconnessi in uno sport-reality a cinque cerchi. Questa almeno sarà l’impressione. Chiamatelo grande fratello olimpico, videogioco, scatola nera, emozione tridimensionale, camera- car. Ma per la prima volta ai Giochi di Sochi nel bob esordisce un nuovo tipo di cronometraggio e di ripresa televisiva. Molto da dentro. In modo da dare allo spettatore tv la sensazione a 140 km orari di essere anche lui uno dell’equipaggio. E di poter valutare all’istante velocità, lentezza, angoli di curve, dove si vince e si perde rispetto all’avversario.
Un computer di bordo con riprese che darà ai telespettatori (erano di più di 190 milioni per Vancouver 2010) la possibilità di vivere, condividere, giudicare i tre minuti della gara in una specie di autoscatto invernale olimpico. Il nuovo dispositivo costituito da un sensore di velocità, un sensore di accelerazione 3D e un sensore giroscopico 3D, tutti in grado di acquisire i dati in tempo reale, è stato realizzato dall’Omega che nel ‘36 ha esordito come cronometrista ufficiale ai Giochi Olimpici Invernali di Garmisch-Partenkirchen, in Germania. Allora c’era un solo tecnico dotato di appena 27 cronometri. Ora invece a Sochi i timekeeper dell’azienda svizzera saranno 270.
Peter Hurzeler, con 16 olimpiadi alle spalle, è il Signore del Tempo degli Anelli, il responsabile cronometraggio dell’Omega, e spiega l’innovazione. «Il modo di consumare lo sport è cambiato, dobbiamo fare attenzione anche ai telespettatori, dare loro modo di sentirsi più dentro la gara, tipo la Formula Uno, vietato annoiarsi, non sentire l’ebbrezza della velocità e ignorare la propria posizione in classifica. La diretta ha bisogno di immagini realistiche e di dati precisi, abbiamo iniziato a sviluppare questa tecnologia nell’ottobre 2011 e subito sono iniziate le sfide. Da un lato, i dati acquisiti dovevano essere sufficientemente completi da servire come base per analisi post gara da parte di allenatori e tecnici.
Dall’altra, era essenziale avere una trasmissione wireless immediata per la visualizzazione in tempo reale dei dati. Il primo passo è stato l’abbinamento con i bob monoposto, piccoli, leggeri e aerodinamici, il dispositivo era essenziale, i dati del sensore erano registrati direttamente su un mini computer montato accanto al circuito all’interno del telaio del bob. Naturalmente, a questo punto il sistema era grande e pesante, ma i tre componenti base del sensore, il radar, il giroscopio e l’accelerometro, funzionavano bene. L’anno successivo era già possibile presentare il primo video clip che mostrava in diretta la ripresa della videocamera accompagnata da una grafica elaborata dopo la corsa con i dati sincronizzati del sensore. Molti quando guardano le gare in tv pensano che i grafici e le proiezioni vengano dalla regia televisiva invece è Omega a fornirli». E come hanno reagito alla novità federazioni e Cio? «Il Cio si raccomanda sempre: a questo punto lo spettatore tv vede di più e meglio di uno che è sul posto e che ha pagato il biglietto, e magari questo può sembrare assurdo, ma è anche vero che un’audience mondiale di 200 milioni di persone va servita in maniera più moderna. La gente per entusiasmarsi deve avere immagini, dati, che possano dare l’idea di come si guidi veloci e lenti. Per piazzare le antennine wireless dentro il bob abbiamo chiesto di poter fare un piccolo buco all’interno del mezzo che è in fibra di carbonio, ma qualche costruttore come la McLaren che fornisce i bob alla squadra inglese, non era molto d’accordo. Così per ora il dispositivo è stato montato fuori sui fianchi, ma in futuro credo ci sia possibilità di riportarlo dentro dove è più protetto. Entusiasta la riposta dei tecnici, avranno subito i dati per capire dove vince e perde il mezzo e per analizzare nuova strategie».
Altre novità per Sochi riguardano il sistema di start elettronico per scoprire le false partenze. A Vancouver a dare il via era una futuristica pistola rossa costituita da un’arma a flash e da un generatore di suono. Una versione elettronica avanzata della pistola del giudice di partenza che ricordava i revolver dei vecchi film western. Ma il suono che usciva era troppo ovattato, tipo una martellata su un cuscino, allora dice sempre Hurzeler, si è tornati al rumore dello sparo classico. Nel pattinaggio di velocità dove c’è sempre molta confusione e per chi vede difficoltà d’interpretazione della gara ci sarà un transponder discreto e leggero fissato alla gamba destra e sinistra di ogni concorrente per consentire a Omega di misurare, registrare e visualizzare i tempi intermedi e la classifica degli atleti e delle squadre durante la gara. Così anche da casa si vedrà sul video la linea ideale tracciata per capire se il concorrente è avanti o indietro. Tutto pur non di perdere un sport-appeal che si stava appannando. A quando il televoto?