Giuseppe Caporale, La Repubblica 20/1/2014, 20 gennaio 2014
“MI OBBLIGAVA A FARE SESSO” ECCO IL CONTRATTO HARD TRA L’ASSESSORE E LA SEGRETARIA
PESCARA SEMBRAVA una storia incredibile, quasi impossibile. Invece eccolo il contratto sessuale stipulato dentro la sede della Regione Abruzzo tra l’assessore alla Cultura Luigi De Fanis e la sua segretaria: nove righe scritte a mano su un foglietto giallo di 13 centimetri. “Io sottoscritto Luigi De Fanis - si legge nel documento poi strappato dallo stesso politico e faticosamente ricostruito dagli agenti del Corpo Forestale dello Stato - nuovo accordo per novembre (...) do 3mila euro (...) per amore con regalo (...)”.
Questo è ciò che rimane di quel foglietto. Insieme al documento, la polizia giudiziaria - che da oltre un anno si occupa dello scandalo che sta facendo tremare i palazzi del potere regionale - ha rinvenuto anche un assegno di duemila euro che proprio De Fanis, esponente di spicco del Pdl (e ora in quota Forza Italia) aveva consegnato alla segretaria lo stesso giorno. Così, quando durante l’interrogatorio di due mesi fa il pm della Procura di Pescara, Giuseppe Bellelli, ha mostrato alla donna (indagata insieme all’assessore per una vicenda di tangenti nel settore delle manifestazioni culturali) quei due documenti, lei è crollata e ha raccontato tutto.
DI SUO PUGNO
“Lui era talmente tanto ossessionato dalla mia... da me. Un giorno ha anche buttato a terra i computer in ufficio, ha fatto un macello... Un macello!” mette a verbale la segretaria il 21 novembre scorso in una stanza del palazzo di Giustizia di Pescara. “Così lui mi fa un foglio, mi chiama e mi dice: senti, io mo ti faccio un contratto. Un contratto... se tu quattro volte al mese stai con me io ti do 3.000 euro al mese. Allora io sentendo questa cosa gli ho detto: scusa, me la scrivi, per favore? Voglio il contratto scritto. Hai detto questa cosa, adesso scrivimela. E lui me l’ha scritta. Me l’ha scritta e mi ha fatto l’assegno. Gli ho detto: adesso firmalo. È un contratto, me lo devi firmare. Dopo questo... lui si è reso conto, evidentemente, che io avrei fatto qualcosa e lo ha strappato. E l’ha buttato nell’immondizia. Io vado via e chiamo l’altra segretaria e dico: Concetta, per favore, mettimi da parte l’immondizia dell’assessore, perché ha strappato una cosa e gli serve domani. La devo riprendere perché gli serve, ha sbagliato a strapparla. Io il giorno dopo vado in ufficio e ricompongo questo foglio con il relativo assegno che mi aveva fatto. Era un foglio piccolo giallo e poi lo aveva fotocopiato e io ho cercato di ricomporre tutti e due. Con il relativo assegno che era... era datato 28 novembre... questo assegno. L’assegno è da 2.000 perché non ce li aveva... Mi ha detto: poi te lo faccio il mese prossimo. E così ho messo tutto da parte...”.
TI AMMAZZO SE VAI CON ALTRI
L’interrogatorio che Repubblica è in grado di pubblicare è lungo 90 pagine e svela anche che negli uffici della Regione Abruzzo l’assessore girava con una pistola. “Un giorno arriva con una busta in mano e inizia a tirare fuori alcune cose: una tazzina da caffè, un pentolino, cose che dice che aveva preso da casa. Ad un certo punto esce fuori questa pistola e mi minaccia, mi dice che se... insomma, se io non... non stavo con lui non dovevo stare con nessuno, e quindi lui mi avrebbe uccisa e si sarebbe ucciso pure lui. Questa era la sua fissazione. Io non potevo parlare con nessuno. Mi ha puntato la pistola al viso...”.
VOLEVA UCCIDERE LA MOGLIE
La segretaria racconta che De Fanis era tanto ossessionato da lei da arrivare al punto di tentare di uccidere la moglie (è indagato dalla Procura di Lanciano). “Nella sua mente malata decide che l’unico modo per potersi liberare della moglie era liberarsi proprio di lei...fisicamente. Una volta parla al telefono non so con chi, e così vengo a sapere il suo vero intento. Riscuotere l’assicurazione che poco prima aveva aumentato alla moglie, perché lui era senza soldi e aveva uno scoperto in banca di... non lo so se 70.000 euro...”. E poi entra nei particolari: “ha tentato di avvelenarla con un farmaco che provoca l’infarto, ma non c’è riuscito. Lui è medico e la ricetta se l’è fatta da solo”.
FU AVVISATO DELLE INDAGINI
La segretaria nel suo interrogatorio tira più volte in ballo il governatore della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi. “Avevo questo foglio che lui mi aveva scritto (il contratto di De Fanis, ndr) e che poi aveva strappato. Io volevo mettere tutto insieme per poi, il 1° dicembre, consegnare tutto a Chiodi. Questo era il mio intento... Perché Chiodi era il suo responsabile. Gli volevo dare queste cose, questi assegni, e poi se la vedevano loro. Io non volevo avere più niente a che fare con queste persone. Sarebbe finalmente uscito tutto questo fuori”. E la donna rivela che De Fanis era stato avvisato che c’erano indagini su di lui da parte della Procura di Pescara, direttamente dal presidente della Regione. “Sapeva che ad indagare era lei...” dice la donna rivolgendosi al magistrato Bellelli. “Glielo ha detto Chiodi, glielo ha detto Fabrizio Di Stefano (senatore di Forza Italia, ndr), glielo hanno detto loro... Lo sapeva anche l’assessore regionale ai trasporti (Giandomenico Morra, ndr)”.
IL FINTO VIAGGIO DI SERVIZIO
E nelle 90 pagine di racconto c’è spazio anche per i viaggi con l’auto della Regione per motivi personali, per le assenze dal lavoro e le “finte” missioni all’estero. “Qualche tempo fa è partita per Londra una delegazione dell’ufficio cultura con in testa l’assessore. Ma non era un viaggio di lavoro. Se lo sono inventati il motivo istituzionale. De Fanis è stato anche fermato dalle forze dell’ordine londinesi. “Era ubriaco e molesto. Era fuori di testa”.