Vittorio Sabadin, La Stampa 20/1/2014, 20 gennaio 2014
GOOGLE TROVA UN’ASTRONAVE SULLA LUNA
Nel 2009, l’anno del quarantesimo anniversario dell’Apollo 11, Google ha iniziato a mappare la Luna come aveva già fatto per la Terra. Nessuno fa più molto caso a immagini di crateri grigi che sembrano tutti uguali, ma ovviamente ci sono appassionati anche per questa materia. E alcuni di loro hanno scoperto che Google, sulla Luna, ha fotografato qualcosa di davvero strano.
Alle coordinate 22042’38.46N e 142034’44.52E di «Google Moon Viewer» si intravede un grande «oggetto» di forma triangolare, con sette oblò o fari circolari lungo i bordi. Un’astronave aliena o una base segreta di esseri di questo o di un altro pianeta? Rilanciata a Londra dal «Daily Mail» e online dal sito «Tech and Gadget News», l’immagine dell’«astronave» si è subito aggiunta sul web a tutte le presunte prove, accumulate negli anni, che sulla Luna sono accadute e accadono cose strane, che ci sono state ovviamente tenute segrete. Ogni tanto qualcuno se le lascia però sfuggire, proprio come è toccato a Google.
Volendo passare un po’ di tempo a documentarsi online sui misteri del nostro satellite c’è da restare sconcertati e si lascia alla fine il computer con la sensazione che di matti sia pieno il mondo, perché è ovviamente impossibile che l’intera umanità sia stata ingannata in modo così eclatante e così a lungo. Ecco dunque un elenco delle bugie che ci avrebbero raccontato e delle cose che ci sarebbero state nascoste, messe insieme dai più accaniti teorici della cospirazione lunare.
Tanto per cominciare, già una delle missioni Apollo aveva individuato un’astronave aliena sulla Luna. Ufficialmente il programma della Nasa è terminato con l’Apollo 17, ma naturalmente è solo una bugia. Gli Apollo 18, 19 e 20 hanno continuato l’esplorazione lunare in segreto ed è stato proprio l’Apollo 20 a filmare l’astronave, un lungo malandato sigaro abbandonato in un cratere, con misteriose iscrizioni sulla fusoliera, che si può vedere su Youtube, cercando «Apollo 20 alien spaceship».
I cospiratori devono ancora mettersi d’accordo con i negazionisti, i quali pensano invece che sulla Luna l’uomo non è mai andato. Alla fine degli Anni 60, dicono, non c’era la tecnologia per farlo e le foto e i filmati che ci hanno fatto vedere lo confermano. A parte le ombre che sembrano l’effetto di luci provenienti da direzioni diverse, in alcune immagini gli astronauti si muovono come in uno studio di Hollywood e saltellano come se fosse un filo invisibile a sollevarli. Impossibile? No, basta incrociare sempre su Youtube «Astronaut» con «Apollo» e «wire» per trovare di tutto. E poi nel 1978 non è uscito il film «Capricorn One», che racconta come proprio la Nasa abbia cercato di falsificare in uno studio cinematografico uno sbarco su Marte?
Poiché sulla Luna le missioni Apollo hanno lasciato apparecchi che hanno trasmesso per lungo tempo segnali alla Terra è davvero impossibile che la Nasa abbia mentito. Dunque? Nessun problema: forse gli astronauti ci sono andati, ma non ci hanno fatto vedere quello che hanno davvero trovato. Astronavi e basi aliene sono rimasti segreti, anche se qualche fotografia e filmato sono sfuggiti (cercare «Moon», «alien» e «base»). Solo il contatto con tecnologia extraterrestre può poi spiegare lo strano silenzio del primo uomo sulla Luna, Neil Armstrong, che quasi si nascose per il resto della sua vita. E il comportamento di alcuni astronauti delle missioni Apollo, che non riuscirono più a riprendere una attività normale o persero la ragione una volta tornati sulla Terra. Poi non c’è «Buzz» Aldrin, il secondo uomo sulla Luna, il quale ha candidamente dichiarato che un Ufo affiancò l’Apollo 11 durante l’avvicinamento al satellite e che non lo dissero a Houston per paura che la missione fosse annullata?
La massoneria non può ovviamente essere estranea a questo grande Grande Complotto, basato sul segreto e infatti molti astronauti erano massoni, a cominciare da Aldrin, che avrebbe dichiarato di avere raggiunto il 33° grado, il più alto. E quanti sono stati gli astronauti delle missioni Apollo? Ovviamente 33. E perché il nome Apollo? Perché è caro ai massoni, come simbolo solare, come scopritore e custode delle cose occulte e dio preferito dei loro ispiratori, i Pitagorici.
Non c’è fine alle teorie strampalate sulla Luna, ingigantite negli ultimi anni dal web e ora persino dalle foto di Google. Sembra proprio che il nostro pianeta sia condannato a questo destino perennemente irrisolto. Non sappiamo bene come si sia formato, di che cosa sia composto e ne vediamo sempre una sola faccia: l’altra, almeno dalla Terra, ci è preclusa. La sua strana orbita ci meraviglia da millenni, con quelle fasi così importanti per gli oceani, per il mondo animale e vegetale, e forse anche per il percorso di vita degli esseri umani. Guai a chi ci racconta di averlo visitato e averne banalizzato i segreti, togliendoci il piacere dei suoi misteri, esseri alieni compresi.