Marco Belpoliti, La Stampa 20/1/2014, 20 gennaio 2014
L’OCCHIALE CHE RIVELA
Le maschere sono tornate. Sui volti delle persone, uomini e donne, ci sono occhiali che per dimensioni e forma ricordano le maschere. Si tratta di una moda piuttosto recente, un anno o due. Negli ultimi mesi diversi conoscenti hanno cambiato occhiali e, se un tempo indossavano montature leggere e sottili, che reggevano lenti trasparenti, antiriflesso e infrangibili, ora sono spesse e coprono parte del viso, mascherine che mutano l’aspetto del volto e la sua stessa percezione. Gli occhiali hanno subito negli ultimi decenni una radicale mutazione; da protesi visiva, difetto da occultare, si sono trasformati in capi d’abbigliamento. Negli anni Novanta, colorato e decorato l’occhiale era esibito, come l’orologio, dopo la piccola rivoluzione provocata dagli Swatch. Se lo strumento portatile per calcolare il tempo si colorava di giallo, rosso o arancio e diventava più grande e meno discreto, nel decennio successivo il medesimo processo di «manifestazione» coinvolgeva gli occhiali; un esempio: gli occhiali rossi di Maroni, primo politico di rilievo con una simile montatura al posto del sobrio occhiale di colore nero, tipo democristiano. Ora, un decennio dopo, le montature, in particolari quelle maschili, abbandonano il colore, tornano al nero e aumentano le dimensioni: maschere. Sull’etimo della parola «maschera» c’è molta incertezza. Il DELI di Cortellazzo e Zolli lo attribuisce a masca, strega, nella parlata piemontese e ligure; altri sottolineano invece l’origine preromana, o dal portoghese mascarra. Boccaccio usa «maschera» nel significato di finto volto fatto di vario materiale, provvisto di foro per gli occhi e per la bocca, al fine di alterare i lineamenti del viso e non farsi riconoscere. Che sia questa la ragione per cui oggi gli occhiali si sono trasformati e ingranditi? Probabilmente è vero il contrario. Là dove l’occhiale colorato nascondeva o mimetizzava – una sorta di camouflage vistoso –, ora la montatura grande e nera manifesta, secondo il detto di Nietzsche, per cui la maschera rivela invece di celare. Viviamo in un’epoca in cui l’esibizione di sé è diventata una modalità fondamentale di espressione e comunicazione, anche grazie ai social network. Facebook, del resto, è sorto come collezione di facce. Bisogna manifestarsi, altrimenti si scompare, questa è la convinzione comune. L’occhiale-maschera serve a questo. Ma quando tutti lo portano, cosa riveleremo di così importante e di diverso di noi?