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 2014  gennaio 19 Domenica calendario

I CAMPI ELISI DI SILVIO L’ISPANICO


IERI si è combattuto il giorno intero sulla legge elettorale, anche il giorno prima si era combattuto e anche oggi e domani si continuerà perché lo scontro avverrà su un compromesso ed anche i compromessi contemplano molte varianti.
Per abbreviare il linguaggio politico e mediatico il confronto avviene attorno al modello della legge elettorale spagnola definita Ispanico, scritto con la maiuscola. Mi viene in mente un celebre film il cui protagonista era l’attore Crowe, generale delle legioni e supposto successore di Marc’Aurelio il quale però venne ucciso dal figlio Commodo che diventò imperatore. L’ex generale fu ridotto in schiavitù e chiamato Ispanico; dopo varie vicende affrontò lo stesso Commodo nell’arena del Colosseo. Si uccisero reciprocamente e il film si chiude con l’arrivo di Ispanico nei Campi Elisi dove ritrova sua moglie e i suoi figli.
Resta ora da capire per noi che viviamo duemila anni dopo questa romanzesca vicenda, chi sia l’Ispanico di oggi: se Berlusconi o Renzi o Letta.
Personalmente propendo per Berlusconi, somiglia all’Ispanico del film sia come capo di legioni sia nella fase della schiavitù (condannato dalla Cassazione e deposto dal Senato) sia nel ritorno ai Campi Elisi. C’è tornato infatti ieri sera nell’incontro con Renzi nell’ufficio che era stato di Bersani, e ci resterà ormai per sempre, quali che siano i risultati dell’incontro.
Berlusconi l’Ispanico. Renzi l’ha riportato al centro della politica italiana.

Compiendo quell’atto di clemenza che il Cavaliere aveva invano atteso da un «motu proprio» di Napolitano e che il Presidente si è sempre rifiutato di concedere per la semplice ragione che non può ignorare le sentenze definitive della magistratura, rafforzate dalle decisioni altrettanto definitive del Senato della Repubblica.
La clemenza «motu proprio» gliel’ha accordata Matteo Renzi.
Nessuno lo obbligava, la legge elettorale ha carattere ordinario, non costituzionale, anche se è direttamente legata alla trasformazione del Senato in Camera delle regioni, senza di che resterebbe in piedi la trappola del bicameralismo perfetto che non esiste in nessuna democrazia occidentale, neppure in quella presidenzialistica americana.
Allora perché il sindaco di Firenze ha deciso di riportare nei Campi Elisi l’Ispanico Berlusconi, con la sua fidanzata Francesca Pascale e il cagnolino Dudù?

Ho letto con molto interesse qualche giorno fa un articolo di Asor Rosa sul "Manifesto": un articolo decisamente anti-renziano e altrettanto decisamente filo-lettiano pur essendo Asor Rosa un intellettuale che vagheggia una nuova sinistra-sinistra. Non è paradossale che una personalità come Asor Rosa arrivi ad una conclusione così contraddittoria? Seguendo quale logica? Rosa lo dice: il Pd non c’è più, è un partito lacerato da correnti, correntine e spifferi di corrente, che si è consegnato di fatto a Matteo Renzi, sia in quelli che lo appoggiano sia in quelli che lo contrastano.
In entrambi i casi le varie fazioni agiscono alla cieca o per interessi propri. I più contrari a Renzi, come Fassina o Civati, auspicano elezioni immediate e coincidono in questo punto di fondo con il sindaco di Firenze.
Il partito non c’è più, c’è Renzi, il quale deve portare a casa riforme che facciano colpo sull’immaginario degli elettori. La legge elettorale interessa assai poco la gente, i lavoratori, le famiglie che non arrivano alla fine del mese, i poveri e i poverissimi ma anche gli agiati che vivono con l’incubo di precipitare in basso.
Questa gente non ha alcuna stima della politica ma resterebbe colpita dal fatto che un politico di nuovo conio porta a casa un risultato concreto. Quale che sia, interessi o meno la gente, è pur sempre un risultato, ottenuto in pochi giorni. La gente ne sarebbe stupefatta se questo avvenisse. Il renzismo guadagnerebbe fiducia tanto più che il nuovo leader promette anche obiettivi economici «a portata di mano».
Chi ha esaminato a mente fredda quelle promesse ha capito che non sono affatto a portata di mano, ma una buona parte degli italiani ha sempre creduto che i miracoli si fanno, la bacchetta magica esiste e anche l’asino che vola c’è da qualche parte. Se così non fosse, non ci sarebbe un venti per cento di elettori che vota ancora per Silvio. Silvio c’è e se non ha fatto miracoli è perché finora gliel’hanno impedito i suoi nemici toghe rosse e comunisti.
Meno male che Silvio c’è e dunque anche meno male che c’è Renzi. Si somigliano? Sì, si somigliano e anche molto.

La vera - e formidabile - bravura di Silvio è sempre stata quella d’incantare la gente, ma è la stessa bravura di Matteo che sa incantare la gente come Silvio e anche di più ora che Silvio è vecchio e fisicamente un po’ provato.
Matteo è un Silvio giovane dal punto di vista dell’incantamento e quindi più efficace.
Adesso il suo problema sarà quello di convincere Alfano a contentarsi. Gli ha offerto uno stock di seggi basati sul proporzionale ma corretti da un maggioritario assicurato dal premio di maggioranza che le liste dei partiti maggiori otterranno. Alfano avrà meno di quanto sperasse col doppio turno continuando tuttavia ad esistere, ma con Silvio l’Ispanico restituito al suo ruolo di salvatore della Patria. È terribilmente scomoda per Alfano una convivenza di questo genere. O si oppone al compromesso che gli viene proposto o il suo movimento finirà di nuovo nelle braccia di Berlusconi. Questo è il dilemma che dovrà sciogliere nelle prossime quarantott’ore.
C’è tuttavia un aspetto di questa situazione politica: è interesse della democrazia italiana l’esistenza d’una destra moderata, repubblicana ed europeista, che restauri l’alternanza tra le due ali dello schieramento nell’ambito di quei principi sui quali è nata la democrazia europea simboleggiata dalla bandiera tricolore: libertà, giustizia, fraternità.
In Italia ci fu la destra storica dopo la quale cominciò il gioco malandrino del trasformismo con interruzioni di governi autoritari comunque mascherati.
Alfano può non piacere, non è certo un personaggio attraente, carisma zero, intelligenza politica dubitabile, ma non c’è solo lui in questa prima esperienza di destra moderata, ci sono Lupi, Cicchitto, Quagliariello. Siamo comunque ad un primo esperimento, ma m e r i t a d i n o n e s s e r e schiacciato e ributtato indietro. È una mossa intelligente quella di Renzi di avergli offerto una ciambella di salvataggio, ma la ciambella funziona se il mare è calmo e la costa è vicina. Con Berlusconi risuscitato la costa è assai lontana e il mare in tempesta. Questo è il punto che Alfano e i suoi dovranno valutare con la massima attenzione.

Nel frattempo la recessione economica sembra aver toccato il fondo cominciando a risalire. I dati per la prima volta registrano un aumento dei fatturati; la speranza è che i consumi riprendano e il «credit crunch» delle banche abbia finalmente una fine. La Commissione della Ue, si spera ed è probabile, darà un giudizio favorevole sulla politica economica italiana, specialmente per quanto riguarda le privatizzazioni e la revisione delle spese superflue. Le privatizzazioni consentiranno una diminuzione consistente del debito pubblico, la riduzione della spesa e l’appoggio dell’Europa potrebbero liberare risorse per incentivare la domanda interna ed anche quella estera. Il trattato con la Svizzera sui capitali italiani depositati nelle banche di quel Paese è vicino alla sua conclusione e ci darà una congrua disponibilità di nuove risorse.
Insomma tra un anno il rilancio dello sviluppo potrebbe essere consolidato e i riflessi su investimenti e occupazione potrebbero essere consistenti.
Non siamo certo in grado di giudicare se Renzi sarà lieto di questo risultato, ma tutti gli italiani ne saranno confortati e la rabbia sociale sarà confinata in piccole minoranze.
Il Silvio Ispanico si attribuirà tutti i meriti. È sempre avvenuto e sarà ancora una volta così. Speriamo soltanto che gli italiani che credono nelle favole siano meno numerosi di oggi e i partiti più idonei a capire le differenze tra cultura politica e improvvisazione. Ci vogliono tutte e due queste capacità, una sola è una sciagura.