Danilo Mainardi, Corriere della Sera 19/1/2014, 19 gennaio 2014
IL MISTERO DEGLI STORMI A «V»: RISPARMIANO ENERGIA
Capita spesso di alzare gli occhi al cielo e ammirare qualche volo di uccelli. Talora di vederli passare in formazione a V. Sono Anatidi, cormorani, altri uccelli ancora. È bello seguirli mentre solcano il cielo come lunghi, delicati nastri leggermente mossi dal vento. L’apprezzamento estetico però poco ha a che vedere con quella organizzazione di volo, perché in realtà dietro a quella V, così precisamente mantenuta dai singoli individui dello stormo, ora sappiamo che c’è qualcosa di molto importante, strettamente legato all’efficienza stessa del volo. Lo hanno pubblicato su Nature Steve Portugal e collaboratori nell’ambito di un progetto di recupero di ibis eremita (Geronticus eremita), specie migratrice in Europa praticamente distrutta dall’uomo.
Questi uccelli per noi europei infatti non sono totalmente esotici. Merita soffermarsi a parlarne. Sono d’una bellezza strana. Il capo è calvo e contornato di lunghe penne ondeggianti; il colore di base è nero segnato di bronzo e di verde. Hanno poi assunto, fin dall’antichità, un forte valore simbolico. Li si ammira nei più antichi geroglifici egizi. Fino al XVII secolo inoltre prosperavano, disseminati in piccole colonie, anche nelle regioni alpine: in Austria, Svizzera, forse anche in Italia. Poi il crollo delle popolazioni per l’eccessivo prelievo venatorio e di nidiacei, considerati una leccornia irresistibile.
Ora questi ibis sono veramente ridotti al lumicino. Ne restano in natura circa 200 individui sedentari in Marocco e forse qualche altro in Turchia, dove tra fine 800 e 900 s’estinse la colonia più florida, situata nella città di Birecik. Esistono poi non pochi individui in cattività, ed è da questi che provengono gli esemplari usati per la ricerca. In un centro di ricupero hanno dunque allevato individui di questa specie, li hanno addestrati a seguire in volo un ultraleggero con a bordo i ricercatori per farli riabituare a compiere i loro percorsi migratori. Nel contempo, li hanno forniti di un minuto strumento GPS che registra dati fondamentali sul volo: posizione dell’individuo, frequenza del battito alare, velocità etc.
Ecco infine l’interessante scoperta. La loro formazione a V consente ai componenti dello stormo di Ibis di risparmiare energia, sfruttando le favorevoli mini correnti d’aria provocate dal battito d’ali del compagno che vola davanti. Qualcosa si sapeva già. Sui pellicani per esempio era stato registrato un battito cardiaco più lento negli individui in volo in formazione a V.
Nella ricerca sugli ibis eremita però si è capito di più: nello stormo gli individui sono avvantaggiati se mantengono una posizione prossima all’apice delle ali di quello di fronte. È in questa precisa posizione che chi è dietro sfrutta al meglio il movimento d’aria che proviene dal compagno davanti, garantendogli un risparmio di energia. Su questo unico principio si fonda quell’architettura di volo. È straordinario, dicono i ricercatori, osservare come posizione, velocità, frequenza di battito siano perfettamente regolati e coordinati per non disperdere energie.
Questa perfetta macchina non poteva ovviamente sfuggire all’attenzione della tecnologia umana. Sempre più infatti raffinati prodotti tecnologici si ispirano a «macchine naturali» ed anche la formazione di volo a V è studiata in aerodinamica. Si chiama biomeccanica la disciplina che si occupa di tradurre meccanismi biologici in prodotti tecnologici. Del resto tentare di riprodurre ciò che la natura ha lungamente e ampiamente collaudato attraverso la selezione naturale è un’indubbia garanzia di successo.