Sebastiano Vassalli, Corriere della Sera 19/1/2014, 19 gennaio 2014
A LONDRA SI BEVE A ORE (NIENTE DI NUOVO)
Tutto si ripete, nel mondo. I nostri giornali e, penso, anche quelli di altri Paesi, hanno dato notizia dell’apertura a Londra di un bar, lo «Ziferblat», dove non si pagano le consumazioni ma il tempo che ci si trascorre: tre penny al minuto. Qualunque cosa tu mangi o bevi in quel minuto, paghi sempre tre penny. Quarant’anni fa, mentre mi documentavo per il mio romanzo La notte della cometa scoprii che «a Modena e in altre parti d’Italia, all’inizio del secolo, il vino si vendeva e si beveva a ore, in una sorta di epico confronto tra bevitore e oste che configurava un modello economico purtroppo abortito: oltre il liberismo, oltre il socialismo, la terza via dell’economia mondiale. Il bevitore entrava all’osteria, pagava l’ora in anticipo e poi beveva per un’ora tutto il vino che gli entrava in corpo. Generalmente crollava (appena fuori le mura, a Modena, c’era un locale denominato «Sedia Elettrica» per via dei molti che, seduti, non riuscivano più a rialzarsi da soli): ma capitava pure che fallissero gli osti». Da «Ziferblat», dicono i giornali, per misurare il tempo di ogni cliente si usano vecchie sveglie e gli avventori leggono, conversano, lavorano con il portatile o con l’iPad. Alla «Sedia Elettrica» si usavano le clessidre: ce n’erano di due tipi, quella da mezz’ora e quella da un’ora, e i clienti bevevano finché crollavano. (Perciò, appunto, li si faceva pagare prima).