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 2014  gennaio 18 Sabato calendario

SOCHI 2014 GIOCHI DI GUERRA


Più poliziotti che atleti. Trentasettemila militari, 400 agenti cosacchi e anche una ventina di agenti dell’Fbi. Decine di droni e batterie di missili antiaereo Pantsir-S (quelli utilizzati nella guerra civile in Siria), dislocate nei punti strategici a protezione dei siti gara e della città di Sochi. Agenti segreti accreditati come tecnici e dirigenti. Perfino gli spettatori, oltre al biglietto, dovranno portare al collo uno speciale pass, dopo essere passati al vaglio dei ferrei servizi di sicurezza russi. La località turistica sul Mar Nero, che dal 7 al 23 febbraio ospiterà l’Olimpiade invernale più militarizzata della storia, è stata trasformata dalla mostruosa macchina messa in piedi dallo zar Putin attentato suicida di fine anno, che in 24 ore ha fatto 34 morti a Volgograd, l’ex Stalingrado. Un clima da allarme rosso acuito dalla tentata strage di ieri a Makhachkala, in Dagestan, sul Mar Caspio.
A meno di tre settimane dal via dei Giochi bianchi le preoccupazioni dovrebbero essere legate alle tradizionali problematiche che da sempre accompagnano l’approssimarsi di una Olimpiade: ultimazione degli impianti, logistica e in questo caso la mancanza di neve. Pure di importanza capitale quest’ultima, per una località trasformata da centro turistico estivo a capitale dello sport nordico. Ogni giorno, invece, si intensificano gli allarmi e i timori per le minacce e le azioni di terrorismo da parte dei ribelli islamici e degli indipendentisti ceceni, guidati da quel “signore della guerra” che risponde al nome di Doku Umarov (dato per morto almeno sei volte, l’ultima ieri).
L’ultimo allarme è giunto dal Dipartimento di Stato Usa, che ha messo in guardia tutti i cittadini statunitensi, atleti e non, che saranno a Sochi per i Giochi e la Paralimpiade. Perplessità e timori nelle ultime ore hanno fatto breccia anche nel monolitico sistema di sicurezza russa. «La protezione dell’Olimpiade è la nostra principale priorità – ha dichiarato all’agenzia Interfax il ministro della Difesa, Sergei Shoigu – Ma nessun sistema di prevenzione potrà essere sicuro senza la partecipazione di tutti i civili coinvolti nei 17 giorni di gare».
STATO D’ASSEDIO - Tutta la regione caucasica è sotto assedio. La scorsa settimana a Naichik, località a 300 km da Sochi, il Comitato nazionale anti-terrorismo ha annunciato l’arresto al termine di una azione su vasta scala di cinque sospetti trovati in possesso di granate, munizioni e ordigni artigianali. Il giorno dopo ha fatto seguito il ritrovamento a circa 200 km da Sochi di quattro auto dello stesso modello (Zhiguli) utilizzate negli attacchi Kamikaze di Volgograd, con all’interno cinque corpi crivellati da arma da fuoco oltre a ordigni inesplosi. Il mastodontico dispositivo di sicurezza messo in piedi per salvaguardare i Giochi dovrà guardarsi anche da possibili attacchi provenienti dalla rete. Una cyber-guerra contro il governo di Mosca durante l’Olimpiade sembra provenire da “Vendetta per Sochi”, l’operazione annunciata con un video dal gruppo “Anonymus Caucasus” sul sito Kavkazcenter, considerato vicino ai guerriglieri caucasici. Non solo i russi, ma anche gli americani hanno preso sul serio i rischi di possibili attentati. Così, mentre il Federal Bureau of Investigation (FBI) ha annunciato l’invio di esperti e di un numero non meglio identificato di 007, che a Sochi lavoreranno in sintonia con l’intelligence russa; un’azienda privata di Boston ha già predisposto un’evacuazione per gli atleti Usa in caso si verifichi il peggio mettendo a disposizione ben cinque aerei. E a proposito di voli, l’Izvestia ha pubblicato una circolare del capo dell’ente di controllo russo dell’aviazione civile, con la quale si fa divieto di trasportare con il bagaglio a mano tubetti o contenitori di liquidi e gel anche inferiori ai 100 cc, tuttora consentiti. La ferrea misura è stata giustificata da informazioni riguardanti un progetto che prevederebbe un attentato terroristico a bordo di un aereo con uso di esplosivo di fabbricazione artigianale. Da qui il divieto a tutti i liquidi a bordo durante il periodo dei Giochi.
PROTESTE – Nonostante il neo presidente Thomas Bach continui a mostrarsi fiducioso sulle misure predisposte dai russi, il problema sicurezza a Sochi è stato un tema sempre ben presente tra i vertici del Cio. Fin da quando, sette anni fa, nella sessione di Guatemala City, la delegazione russa guidata da un arrembante Putin si aggiudicò a sorpresa i Giochi invernali con una candidata allora sprovvista di tutto per ospitare l’Olimpiade della neve e del ghiaccio. Risolto il problema dell’impiantistica con un costo record di 50 miliardi di dollari (37 miliardi di euro), Putin ha voluto difendere i Giochi anche dalle paventate azioni di protesta su larga scala per i diritti dei gay.
Lo zar non ha alcuna voglia di fare brutte figure in mondovisione, fosse anche solo per piccole ma eclatanti proteste di dissenso politico. Per smorzare i toni del confronto con le organizzazioni dei diritti umani, Putin ha indossato i panni di leader indulgente. Dapprima con l’amnistia natalizia alle Pussy Riot e agli attivisti di Greenpeace e poi concedendo la grazia all’ex patron di Yukos, e rivale politico, Khodorkovsky, dopo dieci anni di Siberia. Fino alla concessione di una specifica area a 18 km da Sochi, in cui si potrà protestare. Ma sempre previa autorizzazione.