Maurizio Stefanini, Libero 18/01/2014, 18 gennaio 2014
E A MALTA CON 650.000 EURO SI DIVENTA CITTADINI EUROPEI
Sta per partire il mercato della cittadinanza europea. Il Parlamento Ue ha chiesto a Malta di modificare la legge approvata lo scorso 12 novembre in base alla quale La Valletta si è riservata il diritto i diritto di concedere la cittadinanza a chiunque paghi 650mila euro sull’unghia. Naturalmente senza obbligo alcuno di risiedere sull’isola assurta agli onori delle cronache per la riluttanza a collaborare nel contrasto all’immigrazione clandestina. Naturalmente i neocittadini maltesi, appena pagata la somma richiesta, hanno la possibilità di spostarsi legalmente in qualunque dei 28 Paesi membri della Ue, in base al trattato di Schengen. «Accordare la cittadinanza a chicchessia significa assegnargli gli stessi diritti negli altri 2u Stati dell’Unione», ha avvertito durante il dibattito all’Europarlamento la vicepresidente della Commissione Viviane Reding. Ma né il Parlamento europeo, né la Commissione hanno il potere di interferire nei meccanismi in base ai quali ogni singolo stato concede la cittadinanza. Bruxelles e Strasburgo possono protestare, fare pressioni, dissentire, ma non impedire che uno dei Ventotto dia il passaporto a uno straniero.
In compenso, qualcuno ha fatto i conti scoprendo che, tutto sommato, la pensata dei maltesi non è affatto malvagia, di questi tempi. Malta conta 450mila abitanti e il programma che parte dal primo febbraio stabilisce la possibilità di concedere fino a 1800 nuove cittadinanze l’anno. Se arrivassero tutte l’isola rischierebbe in capo a qualche anno un sovraffollamento su un territorio da appena 316 chilometri quadrati, che con 1267 abitanti per chilometro ha la settima densità al mondo dopo Macao, Monaco, Singapore, Hong Kong, Gibilterra e Città del Vaticano. La prima per un Paese indipendente che non sia una città Stato. Ma con tutta probabilità i neocittadini maltesi si tratterrebbero poco sull’arcipelago, al massimo il tempo di ritirare il passaporto e forse neppure quello visto che le pratiche burocratiche per la concessione della cittadinanza sono state appaltate a una società privata, la Henley & Partners che si offre di completare tutto l’iter pure in assenza dell’aspiran - te cittadino della Ue. E ancor prima di iniziare la Henley ha fatto sapere di aver già ricevuto le prime 345 candidature. Dunque, già dal 2014, La Valletta potrebbe introitare una trentina di milioni di euro, quasi un decimo dell’intera riserva valutaria. In un Paese dove un terzo della forza lavoro e due terzi del Pil dipendono dal turismo, diventerebbe da subito una risorsa importante quanto la locale industria cinematografica che ha fatto di Malta la Hollywood del Mediterraneo.
Se davvero questi soldi dovessero andare a diminuire il prelievo fiscale, secondo la promessa del governo laburista di Joseph Muscat, il mercato delle cittadinanze diventerebbe per Malta l’equivalente di quel che sono i casinò per Monaco, il gas per il Qatar o il petrolio per il Kuwait.
Per la verità, i sondaggi dimostrano che il 53% dei maltesi è contrario, e il leader dell’opposizione Simon Busutill paventa il rischio di ridurre Malta all’equivalente di un paradiso fiscale per ricconi in cerca di un porto sicuro in cui parcheggiare le loro fortune. Ma nel resto della Ue in molti si preparano a imitare il Parlamento di La Valletta. L’Austria ha introdotto la possibilità di concedere la cittadinanza a quanti investano direttamente almeno 3milioni di euro, mentre Cipro offre addirittura due opzioni: due milioni di euro investiti nel mercato immobiliare oppure mezzo milione versato al fondo per lo sviluppo tecnologico. Più prudenti, Belgio e Portogallo che agli investitori non offrono la cittadinanza, ma soltanto il permesso di residenza.
Anche in Olanda si discute delle condizioni per concedere il passaporto a cittadini extra Ue. E c’è chi chiede di fissare paletti rigorosi. Di quale natura ancora non si sa.