Alessandra Zavatta, Il Tempo 18/01/2014, 18 gennaio 2014
NEL 2013 SFIORATE 270 COLLISIONI TRA JET
Per 270 volte in un anno nei cieli d’Italia si è sfiorata la collisione tra aerei in volo. Quasi un mancato incidente al giorno, che ha fatto scattare l’allarme. Tanto da spingere l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo ad emanare a fine dicembre ben sette raccomandazioni di sicurezza. Gli spazi aerei dove è maggiore il pericolo sono quelli di Malpensa, Linate, Torino, Bologna, Reggio Calabria e Lamezia Terme, come riportato nella relazione inviata dal professor Bruno Franchi al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Enac, Enav, Aeronautica militare e Aero Club d’Italia.
Protagonisti delle incursioni negli spazi aerei controllati, pare, siano troppo spesso i piloti degli aerei privati, Piper e Cessna ma anche alianti e piccoli jet che invadono le traiettorie di volo dei velivoli di linea e di quelli militari. Indipendentemente dalla grandezza degli aeromobili, una collisione in volo condurrebbe inevitabilmente ad una tragedia. Di qui l’allerta lanciato dall’Ansv per le «unauthorized penetration of airspace». «Nel corso del 2013 - scrive il presidente dell’Agenzia Bruno Franchi - sono pervenute oltre 270 segnalazioni di penetrazioni non autorizzate in spazi aerei controllati. La problematica, fortunatamente senza conseguenze, si è riproposta di recente quando un apparecchio per il volo da diporto, di cui gli enti di controllo non erano a conoscenza, è entrato in uno spazio aereo transitando a poche decine di metri da un velivolo militare che stava effettuando una riattaccata». Il jet «con le stellette» stava risalendo in quota dopo un atterraggio abortito, una manovra ordinaria durante la quale si è visto tagliare la traiettoria dal velivolo più piccolo. La collisione non c’è stata ma l’allarme è scattato egualmente. Visto che l’italico vizietto di tagliare la strada, sia sull’asfalto che in cielo, pare sia duro a morire. Nel 2011 sono state 313 le mancate collisioni e 291 nel 2012. Accade pure in Europa ma in misura minore. Perché? Tutta colpa della complessità e sovradimensionamento degli spazi aerei del Belpaese. «Pur essendo stata da tempo avviata da parte di Enac, Enav, Aeronautica militare e Aero Club d’Italia una revisione congiunta della geometria dello spazio aereo nazionale - recita la relazione del presidente dell’Ansv - l’attuale struttura continua ad essere particolarmente complessa, presentando anacronismi che non agevolano l’attraversamento da parte del traffico Vfr di ampie aree del territorio italiano, imponendo a tale tipologia di traffico limitazioni di quota o complesse deviazioni di rotta che potrebbero anche non essere del tutto compatibili con la sicurezza del volo». Troppe aviosuperfici e campi di volo(piste per il volo sportivo ndr)) negli spazi aerei controllati dove decollano e atterrano i jet di linea e quelli militari, normativa carente, scarsa formazione dei piloti tra le cause che fanno lievitare i pericoli. E c’è poi la questione delle comunicazioni radio terra-bordo-terra: in alcune zone della Penisola «la diposizione dei ripetitori non è ottimale». L’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo raccomanda così di «rivedere la geometria dello spazio aereo italiano», ridimensionandone le porzioni per evitare che l’eccessiva estensione orizzontale e verticalepenalizzi il volo a vista. Oltre ad istituire rotte obbligatorie per chi arriva o parte da aviosuperfici e campi di volo. La cartografia, che molti piloti di velivoli da diporto pare non sappiano leggere, dovrà essere semplificata. Nel rilascio delle licenze dovrà infine essere posta particolare attenzione affinchè i neopiloti conoscano la classificazione delle tipologie di spazio aereo. Mentre gli uomini-radar dei Crav e delle torri di controllo dovranno effettuare periodiche simulazioni per imparare a gestire le incursioni non autorizzate ed evitare collisioni tra velivoli. Inutile dire che l’Ansv raccomandi pure di «effettuare una ricognizione sulla effettiva copertura radio in alcune aree». E se i ripetitori risulteranno insufficienti a rilanciare i segnali, ne dovranno essere installati di nuovi.