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 2014  gennaio 18 Sabato calendario

MOLESTIE SU MINORI, IN 2 ANNI 400 PRETI RIDOTTI A STATO LAICO


LO SCANDALO
ROMA Quattrocento. E’ il numero, riferito al biennio 2011-2012, dei preti ridotti allo stato laicale da Benedetto XVI perché coinvolti in casi di molestie su minori. Quel numero, reso noto ieri dall’agenzia Associated Presse, è contenuto nel rapporto difensivo presentato due giorni fa dalla delegazione vaticana agli esperti Onu a Ginevra alla commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani. Un numero impressionante, finora sconosciuto, attraverso cui il Vaticano ha voluto mostrare al mondo come e quanto sia impegnato ad affrontare il drammatico capitolo di preti e monache molestatori di bambini.
LE STATISTICHE
Le statistiche del biennio, le prime fornite dalla Santa Sede dopo otto anni senza alcun rapporto informativo nonostante la pressione dell’agenzia Onu per i diritti del bambino, rivelano la massiccia crescita dei casi di preti rimossi rispetto ai 170 religiosi ridotti allo stato laico nel biennio 2008-2009, quando il Vaticano per la prima volta diffuse quel genere di informazioni. Prima di allora, la Santa Sede aveva rivelato solo il numero di casi delle segnalazioni di presunti abusi sessuali ricevuti. Intanto ieri, all’indomani della non facile audizione del nunzio Tomasi davanti al comitato Onu, lo stesso nunzio apostolico intervistato dalla Radio Vaticana h affermato che «l’accusa alla Santa Sede che avrebbe ostacolato l’attuazione della giustizia, nel perseguire ogni crimine contro i minori, mi sembra essere un po’ campata in aria: impedire il corso della giustizia, in qualsiasi Paese, a detrimento della sua legittima giurisdizione sarebbe un’interferenza indebita e ingiusta da parte di qualsiasi soggetto. Le critiche sono facili a farsi; alle volte hanno qualche fondamento reale - chiarisce Tomasi -. Qualsiasi crimine è un male, ma quando ci sono bambini coinvolti diventa ancora più grave. La Santa Sede sostiene il diritto ed il dovere di ogni Paese a perseguire ogni crimine contro i minori; quindi, non regge la critica per cui si cerca di interferire od ostacolare il corso della giustizia. Al contrario, si vuole, come insiste papa Francesco, che ci sia trasparenza e che la giustizia abbia il suo corso».Il Vaticano, assicura monsignor Tomasi, «è impegnato ad attuare i suoi obblighi internazionali, inclusi quelli che derivano dalla ratifica della Convenzione dei diritti del fanciullo. La Santa Sede prenderà in dovuta considerazione le osservazioni, i commenti, i suggerimenti che il Comitato di esperti della Convenzione vorrà fare, promuovendo anche un’attenzione più accurata e più efficace nella protezione dei bambini».