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 2014  gennaio 18 Sabato calendario

LUCIANO BENETTON SI LANCIA NEL PRIVATE EQUITY


Luciano Benetton, proprio come il figlio Alessandro, vuole fare più affari nel private equity e cerca soci. A tale scopo nei giorni scorsi a Ponzano Veneto, davanti al notaio Paolo Talice, si è svolta un’assemblea straordinaria di Ricerca, la holding attraverso cui Luciano detiene il 20% della capogruppo Edizione, e nel cui capitale figurano oltre ad Alessandro, anche gli altri eredi Rossella, Mauro e Rocco. L’assemblea è servita per emettere uno strumento finanziario denominato «Ricerca Finanziaria 2013-2024» che prevede, a fronte della corresponsione da parte dell’emittente di un determinato apporto finanziario a favore della società, il riconoscimento di una partecipazione agli utili e, parimenti, l’obbligo di ripianare eventuali perdite.

Perché tale strumento? Da un lato perché, a fine 2013, è scaduto un analogo veicolo emesso nel 2009, dall’altro perché, come spiega lo stesso presidente Benetton, «Ricerca intende realizzare nuovi investimenti di importo rilevante nel settore del private equity mediante la sottoscrizione di quote di Oicr di tipo chiuso, così che sarebbe nel proprio interesse associare a tali nuove iniziative di investimento un partner che apporti una quota del capitale necessario per la loro realizzazione, a fronte della compartecipazione agli utili o alle perdite che ne deriveranno». Si utilizzerebbero così gli strumenti giuridici offerti dalla cosiddetta «riforma Vietti» che consentirebbero di condividere con il sottoscrittore i rischi e i benefici connessi con l’investimento.

In particolare lo strumento permetterà a Ricerca Finanziaria, a fronte dell’apporto da parte del sottoscrittore di una somma di 2 milioni di euro, di attribuire ad esso una quota pari al 12% dell’utile complessivo realizzato dalla società e di accollare allo stesso una quota più che proporzionale delle perdite eventualmente subite, pari al 25%. A differenza del veicolo scaduto, «la differente propensione al rischio che Ricerca ha assunto ove ha deciso di esporsi maggiormente nel settore del private equity» giustifica la differenza di percentuali tra utili e perdite, in quanto la holding di Benetton «consente al sottoscrittore di partecipare a un considerevole progetto di investimento con un capitale, in proporzione, contenuto». E, al fine di ridurre l’alea dell’operazione, è stato fissato in 20 milioni il limite per il sottoscrittore all’ammontare della partecipazione sia gli utili sia alle eventuali perdite.