Fulmini 21/1/2014, 21 gennaio 2014
SOGNATORI
«Il mondo è pieno di sognatori che poi smettono di sognare quando c’è da sudare... Questo errore io non l’ho mai commesso» (Alessandro Del Piero).
INSIDIOSO «Quando mi sono ritirato, a trent’anni, avevo bisogno di staccare. Solo negli ultimi tre anni ho ritrovato il gusto di assistere ai tornei, ad esempio Wimbledon. Ho capito che il tennis è insidioso. Vent’anni fa non me ne ero reso conto» (Stefan Edberg, nuovo coach di Roger Federer).
CASINO’ «Chiamo “Casinò tennis” il mio modo di giocare: tiro colpi pazzeschi e chiudo gli occhi, sperando che la palla finisca in campo» (il francese Stephan Robert che da ripescato è riuscito ad arrivare fino agli ottavi agli Australian Open per poi perdere con Murray).
PARAPENDIO «Tra tre settimane salirò sull’aereo per la Russia e comincerò a pensare all’Olimpiade. A me piace tutto di quella pista olimpica, queste gare sull’uomo più di tutte e se hai materiali pazzeschi come stavolta niente è impossibile. Ho lavorato tanto, ma non cambio linea né programmi. E resto il ragazzo di sempre: che quando non scia, ama stare sul parapendio» (il biatleta altoatesino Lukas Hofer).
INGLESE «Calcisticamente sono nato praticamente in Inghilterra: ho cominciato al Chelsea, poi lo Swansea e dopo una stagione in Italia sono tornato in Premier. È il mio mondo calcistico, possiamo dire che mi sento un inglese molto italianizzato» (Fabio Borini, finora due gol in campionato con il Sunderland).
META’ «Ho iniziato la stagione con problemi fisici, giocando con uno stiramento ma senza tirarmi indietro. Non facevo gol, la squadra non vinceva e mi sono ritrovato fuori. Ho sofferto tanto in quel periodo perché conosco le mie qualità e la mia dedizione. Oggi sto bene e sono contento di essere qui. Il mercato? Ho sempre espresso la volontà di rimanere al Bologna, non mi piace lasciare il lavoro a metà» (Rolando Bianchi).
TROPPO «In inverno ho tolto la placca dalla spalla, ma ho mangiato un po’ troppo: mi impegnerò per tornare subito in forma» (Jorge Lorenzo).
PIU’ «L’operazione alla caviglia non poteva farmi tornare nuovo. Dopo Sukuza 2003 al 100 per cento non tornerò più, ma ora il movimento della caviglia va meglio» (Marco Melandri, che questa stagione correrà con l’Aprilia in Superbike).