Rita Querzé, Corriere della Sera 18/01/2014, 18 gennaio 2014
DA SORRENTINO A NANNI MORETTI LE BANCHE CHE INVESTONO SUGLI OSCAR
Prendi l’ultimo film di Leonardo Pieraccioni, Un fantastico via vai . Il protagonista lavora in una filiale della Popolare di Vicenza. Ne La grande bellezza in una passeggiata notturna Jep Gambardella-Tony Servillo passa sotto un’immagine pubblicitaria luminosa dello stesso istituto. In questi giorni il Credito Valtellinese fa girare sui suoi bancomat uno spot de Il capitale umano di Paolo Virzì. Banche e cinema: è amore. E’ successo spesso anche in passato. Chi ricorda Impiegati di Pupi Avati, girato in una filiale Bnl? Erano gli anni ‘90. Poi è arrivata una fase di stanca. Oggi l’idillio è di nuovo ai massimi. Merito del tax credit: agevolazioni fiscali per banche e imprese che investono nelle produzioni cinematografiche.
Si parla di 2,5 milioni l’anno di finanziamento che garantiscono il 40% di credito d’imposta. Per recuperare il 100% del capitale investito la banca può pretendere fino al 70% dell’utile generato dal film. Una volta rimesso in tasca l’apporto, gli istituti versano al fisco il 5% degli utili più l’Ires.
L’opportunità del tax credit era stata introdotta nel 2010 per tre anni. Lo scorso ottobre è stata rinnovata senza scadenze. Negli ultimi tre anni lo Stato ha messo a disposizione 210 milioni di euro di crediti d’imposta a chi investe sul cinema. Per il 2014 sono previsti altri 90 milioni. Dei 166 film italiani prodotti nel 2012, il 61% ha beneficiato del tax credit.
Ormai non c’è banca che non abbia finanziato qualche pellicola. Cariparma ha supportato Il principe abusivo di Alessandro Siani. Intesa Sanpaolo ha puntato, tra gli altri, su This must be the place di Paolo Sorrentino. Bnl da 80 anni ha una sezione dedicata al cinema. In epoca fascista il sostegno garantito dalla banca (allora pubblica) permise il rilancio dell’industria cinematografica. Tra le ultime pellicole finanziate da Bnl ci sono quelle di Albanese: Qualunquemente e Tutto tutto niente niente . Alcuni titoli devono ancora uscire come Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores o Margherita di Nanni Moretti. Della valutazione dei copioni si occupa anche l’ad in prima persona, Fabio Gallia: «La nostra politica è diversificare gli interventi su più produzioni per supportare anche esordienti e opere prime».
A partire dal 2010 Bnl e Ifitalia (società del gruppo Bnp Paribas) hanno investito con il tax credit in 40 film per un totale di circa 15 milioni di euro. Tra gli istituti che hanno puntato sul cinema anche la Popolare di Vicenza. In tre anni finanziati nove film per 10,5 milioni di euro. La banca guidata da Gianni Zonin va orgogliosa per il contributo a La grande bellezza di Sorrentino: 1,5 milioni di euro. Per il 2014 ha partecipato con 500 mila euro alla produzione de La grande guerra di Ermanno Olmi. «Nella nostra attività di finanziamento ci sforziamo sempre di conciliare qualità e intrattenimento di carattere culturale con la ricerca di investimenti profittevoli», sintetizza Zonin. La banca fa presente che il rendimento medio degli investimenti nel cinema è stato del 5%.
«Cruciale l’introduzione del tax credit anche per gli stranieri che girano in Italia — fa notare Angelo Barbagallo, presidente dei produttori dell’Anica —. Senza quei fondi con ogni probabilità To Rome with love di Woody Allen sarebbe stato girato a Praga o altrove». Attori (e spettatori) ringraziano.