Filippo Maria Ricci, La Gazzetta dello Sport 18/1/2014, 18 gennaio 2014
BALO: «SEEDORF, SU CON IL MILAN»
Mario Balotelli arriva tardi all’appuntamento. Non per un capriccio ma perché alla fine dell’allenamento è rimasto un quarto d’ora in più dei compagni a provare rigori e punizioni. La partita col Verona è troppo importante e va preparata a dovere. Nuovo Mario? Di certo c’è un nuovo allenatore per il Milan e un nuovo sponsor per Balotelli, la Puma. Che ieri al Palau de Congressos di Barcellona lo ha fatto giocare contro Fabregas e Reus. Una sfida a suon di tiri misurando potenza e precisione: Thierry Henry, padrone di casa, ha scommesso su Mario e lui ha stravinto 3 delle 4 prove. Risate, sorrisi, grande ambiente. Poi le parole.
E’ arrivato Seedorf e avete subito parlato. Di cosa?
«Della situazione della squadra, di come mi vede in campo... Io personalmente sono contento. E’ normale che durante il cambio dell’allenatore la situazione sia un po’ confusa però ora è arrivato uno che ha vinto tutto e che ha giocato fino all’altro ieri: è normale che ti venga di più da ascoltarlo perché di fronte hai un grande campione. La fiducia è immediata. Ha le idee molto chiare ed è molto deciso, secondo me le cose andranno bene. Speriamo».
Il fatto che non abbia esperienza, può incidere?
«Al Milan è già successo con Sacchi e Capello, due dei migliori allenatori della storia del calcio. Seedorf è stato uno dei migliori calciatori del mondo, non penso abbia bisogno di esperienza. Farà bene».
E il fatto che abbia giocato al Milan quanto conta?
«Tanto, soprattutto per lui. Perché può avere fiducia in alcuni giocatori visto che li conosce già».
L’arrivo di un allenatore nero può aiutare a migliorare la questione razzismo nel calcio italiano?
«E’ un bel passo avanti e in Italia i passi avanti in tal senso si fanno molto lentamente. Questo è uno di quelli».
Cos’ha detto ad Allegri?
«”Arrivederci”». Mario sorride. “Con lui abbiamo vinto un campionato, per me è un ottimo allenatore e gli auguro il meglio per il futuro».
E’ preoccupato dalla difficoltà di rapporti tra Adriano Galliani e Barbara Berlusconi? La situazione può incidere sul vostro rendimento?
«No. Galliani nel suo lavoro è il migliore e non c’è nessuno che lo possa licenziare».
L’Europa è ancora alla portata del Milan?
«Non penso che potremo arrivare primi o secondi, l’attenzione in questo senso ora è sulla Coppa Italia, per noi è l’unica strada per andare in Europa il prossimo anno».
La ripartenza del Milan dipende dal rendimento di Balotelli?
«Non conosco calciatori che giocano soli. Poi è chiaro che penso di poter aiutare il Milan a risalire: con la squadra che mi aiuta e io che aiuto la squadra possiamo tornare in buona posizione».
L’impressione su Honda?
«Bel giocatore, buona persona, ci può dare parecchio. Ha la tecnica e le caratteristiche giuste per vestire la maglia numero 10 del Milan».
Sorpreso dal livello dell’Atletico Madrid?
«Perché sono primi? No. E’ un’ottima squadra, con un grande allenatore che è stato un ottimo giocatore. Sarà una sfida complicata ma siamo pronti a giocarcela. E loro devono essere pronti a farlo contro di noi: soprattutto in Europa non abbiamo paura di nessuno, e la preparazione fisica e mentale per quella sfida da parte nostra sarà la migliore».
E Diego Costa?
«Un grande, grande, grande attaccante».
Pensa al Mondiale?
«Spero solo di arrivare in Brasile al meglio della forma. Sarò concentrato al massimo e spero che l’Italia arrivi il più lontano possibile».
Le capita di sognare una finale, un rivale particolare?
«L’importante è che ci sia io. L’avversario non importa».
Ha parlato con Giuseppe Rossi dopo l’infortunio?
«Sì, spero si rimetta presto, bene e che torni più forte di prima. Abbiamo bisogno di lui. Per tirarlo su gli ho detto che se lui non si rimette per il Mondiale non ci vado nemmeno io!»
Vede Kakà e Robinho al Mondiale?
«Se lo meritano. Ogni tanto facciamo delle sfide Italia-Brasile in allenamento, con punizioni e rigori. E vinco io».
Cristiano Ronaldo ha meritato il Pallone d’oro?
«Sì. Sono contento per lui perché so quanto lavora. È un professionista super serio e per come vedo io lo sport lui come atleta rappresenta quasi la perfezione: se lo meritava anche negli anni scorsi».
Preferisce giocare e vincere un derby a Manchester o a Milano?
«Giocare a Manchester col City e battere l’Inter».