VARIE 18/1/2014, 18 gennaio 2014
APPUNTI PER GAZZETTA - L’INCONTRO FRA RENZI E BERLUSCONI
CORRIERE.IT
«Oggi passo serio e significativo sul fronte della governabilità» Ore 18 e 33, termina l’incontro tra Renzi e Berlusconi.Vertice durato 2 ore e il primo a parlare è il sindaco: «Passi in avanti» - dice - su legge elettorale e trasformazione del Senato in «camera delle autonomie».
RENZI: PROFONDA SINTONIA - «C’è una profonda sintonia con Forza Italia verso un modello di legge elettorale - ha detto Renzi - che favorisca la governabilità, il bipolarismo ed elimini il potere di ricatto dei partiti più piccoli». E ancora: «Su questo tema abbiamo condiviso l’apertura ad altre forze politiche di scrivere questo testo di legge che per quanto ci riguarda; se nelle prossime ore saranno verificati tutti i dettagli, presenteremo il tutto alla direzione del Pd affinchè voti lunedì alle 16».
RIFORMA SENATO - «La seconda trasformazione è quella del Senato in una Camera autonoma, senza indennità per i senatori e senza elezione diretta dei senatori». Con questa riforma, quindi, «ci sarà la fine del bicameralismo perfetto» ha detto Renzi. La terza sintonia «è la riforma dell’articolo V della Costituzione» che disciplina Regioni, Province e Comuni.
«SEMPLIFICAZIONE E RISPARMIO» - «Abbiamo condiviso le modalità tecniche che saranno presentate nei prossimi giorni - ha detto Renzi - e che vanno nell’ottica della semplificazione e del risparmio»
BERLUSCONI: C’E’ L’ACCORDO - «L’accordo con Renzi prevede una nuova legge elettorale che porti al consolidamento dei grandi partiti in un’ottica di semplificazione dello scenario politico». Così Silvio Berlusconi al termine del colloquio con il leader Pd, in una nota, in cui ha anche espresso «la soddisfazione di Forza Italia per il metodo scelto dal Partito Democratico per avviare un rapido e costruttivo confronto sulle riforme istituzionali» .
CONTESTAZIONE ALL’ARRIVO - All’arrivo c’era stata subito contestazione. Berlusconi si è presentato puntualissimo all’incontro con il segretario Matteo Renzi. Il colloquio fitto (sembra tranquillo, ma non trapelano indiscrezioni ufficiali sulle trattative riguardanti la riforma del Porcellum - guarda lo SPECIALE sulla legge) è durato oltre due ore. All’esterno non sono mancati momenti di tensione. Il Cavaliere è arrivato in auto da Palazzo Grazioli ed è entrato da un ingresso secondario seguito dal pulmino della scorta. Accoglienza caratterizzata da una contestazione (guarda il video). Alcuni (sembra del «popolo viola») hanno gridato «vergogna, vergogna». E poi: «non si tratta con i criminali». Lanciate anche uova finite sul cofano. Con Berlusconi c’è Gianni Letta, suo storico collaboratore. Accanto a Renzi c’è il portavoce della segreteria Dem Lorenzo Guerini.
INCONTRO STORICO - L’incontro è stato di certo storico. Di sicuro è la prima volta che Berlusconi mette piede nella sede del Pd. Obiettivo: una riforma delle legge elettorale. Il «Porcellum», con cui è stato eletto l’ultimo Parlamento, è stato «decapitato» da una sentenza della Corte costituzionale. E ora è tutto da rifare. Il modello di cui hanno discusso Renzi e Berlusconi è quello spagnolo, rivisto all’italiana. In ballo due tipi di soglie, al 4-5% e all’8% a seconda che ci sia o meno un apparentamento. L’incontro sta però mettendo in fibrillazione la sinistra Pd, contraria alla trattativa con il leader Fi, e lo stesso governo.
RENZI, GLI INCONTRI DELLA MATTINA - In mattinata il sindaco di Firenze - giunto al Nazareno un’ora prima di Berlusconi, con il Freccia Rossa (guarda la gallery della giornata) - ha incontrato il segretario di Scelta civica, Stefania Giannini, e il segretario del Psi, Riccardo Nencini. Renzi è poi partito per Roma dove, nella sede del Pd alle 16, è partito il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi.
«NO SENSAZIONI ROTTURA» - «Non ho avuto alcuna sensazione di rottura». Lo ha detto Giannini dopo l’incontro con Renzi. «Abbiamo discusso del ruolo del Senato, del titolo V della Costituzione e della legge elettorale», ha aggiunto. «Si va con un accordo di maggioranza perché Renzi sta dialogando con il Nuovo centrodestra, quindi credo che ci sia la base per potersi confrontare. Se invece Renzi trovasse un’intesa con Berlusconi sul modello spagnolo, sarebbe un tavolo parallelo e allora credo che ci sarebbero problemi.Ma non mi sembra di aver colto questa volontà».
NENCINI - «È giusto che Renzi incontri Berlusconi», ha detto Nencini dopo aver incontrato il sindaco di Firenze. «Sulle regole del gioco non va escluso il dialogo con l’opposizione», ha aggiunto il segretario del Psi. «È possibile trovare l’accordo di maggioranza che tenga dentro anche la parte più rilevante delle opposizioni. Renzi ha ben presente che c’è un governo e che ci sono le opposizioni. La legge elettorale è una parte della riforma complessiva che vede la trasformazione del Senato e la riforma del titolo V».
Berlusconi, l’arrivo alla sede del Pd
CICCHITTO: COME PATTO RIBBENTROP-MOLOTOV - Paragone storico da parte di Fabrizio Cicchitto. «Se quanto leggiamo corrispondesse al vero, significherebbe che Renzi e Berlusconi stanno firmando il patto Molotov-Ribbentrop che portò alla spartizione della Polonia tra Stalin e Hitler». Così in un’intervista al Quotidiano Nazionale l’esponente dell’Ncd, secondo il quale «sarebbe un’operazione aberrante e noi non ci stiamo». Secondo il collega di partito Maurizio Lupi «quello che non sarebbe comprensibile è un accordo tra Pd e Forza Italia sulla legge elettorale senza che parte della maggioranza venga coinvolta», dice il ministro delle Infrastrutture in un’intervista al Messaggero. «Se vogliamo confrontarci siamo più che disponibili, a condizione che non ci si chieda di accettare una legge elettorale che spinge al bipartitismo, eliminando tutte le sensibilità diverse».
18 gennaio 2014
CORRIERE.IT (ALFANO)
«La legge elettorale senza di noi non possono farla. Si scordino di farla senza di noi, si scordino di farla contro di noi». Così Angelino Alfano, leader di Ncd, parlando da Pesaro. Che su twitter attacca ancora: «È inutile che ci inducano, per legge, a ‘tornare all’ovile perchè noi non torniamo indietro! Per noi la scelta è compiuta». E ancora, più incalzante: «Siamo il partito al quale il centrodestra appende le sue possibilità di vittoria. Senza di noi il centrodestra diventa terzo polo».
LETTA: SERVE LEGGE CONDIVISA - «L’incontro di oggi pare andare nella buona direzione». Questo il primo commento del premier Enrico Letta, secondo fonti di Palazzo Chigi, all’incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. «Siamo infatti da tempo convinti della necessità di una riforma costituzionale della legge elettorale che tenga insieme le forze di maggioranza e i principali partiti dell’opposizione», aggiungono le medesime fonti.
REPUBBLICA.IT
ROMA - Se si tratti o no del modello ispanico corretto, Matteo Renzi non lo vuole dire. Vero è che la "profonda sintonia" che lo accomuna a Silvio Berlusconi sulle modalità con cui metter mano a una legge elettorale - il Porcellum - che la Consulta ha già provveduto a bocciare impietosamente, si basa su due cardini ben precisi. A sottolinearli ci pensa lo stesso Renzi nel corso della (breve) conferenza stampa convocata al termine del (lungo) faccia a faccia col Cav in casa del Pd: "Favorire governabilità e bipolarismo da un lato - dice il leader dem - ed eliminare il potere di ricatto dei partiti più piccoli". Un messaggio chiaro al vicepremier Angelino Alfano e al suo Nuovo centrodestra, bersaglio dell’affondo contro i ’partitini’. E a chi gli chiede se, di fatto, assieme all’ex premier si sia deciso di procedere con il modello spagnolo rivisitato, la risposta è stata: "Non ci resta che attendere il lavoro che presenteremo lunedì". Già, perché lunedì prossimo - dopodomani - alle 16 la direzione del partito potrà esprimersi su un testo che per allora dovrà essere definito. E che chiarirà anche se le liste saranno bloccate o meno.
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"C’è una profonda sintonia - aveva sottolineato qualche minuto prima Renzi nell’esordire dinanzi ai giornalisti - tra le proposte del Pd e quelle che abbiamo discusso oggi con Berlusconi su tre temi delicati e capaci di segnare la svolta: la riforma del titolo V, con l’eliminazione dei rimborsi ai gruppi consiliari regionali; la trasformazione del Senato in Camera delle autonomie senza elezione diretta dei senatori (altro messaggio indirizzato a Ncd, ndr); e la riforma delle legge elettorale" su cui annuncia: "Abbiamo condiviso un’apertura alle altre forze politiche per scrivere il testo della legge che, se nelle prossime ore saranno definiti i dettagli, presenteremo alla direzione del partito che lunedì alle 16 lo voterà". Secondo indiscrezioni, il modello che Renzi ha proposto a tutti i suoi interlocutori, e di cui nelle ultime ore ha discusso con l’ex premier, è il modello spagnolo ’made in Italy’ con una soglia - a livello nazionale - all’8 per cento.
Contemporaneamente, da Forza Italia viene diramato un comunicato stampa in cui Berlusconi dice che le critiche al premier Enrico Letta restano tutte in campo ma "auspicando di poter al più presto ridare la parola ai cittadini, ho garantito al segretario Renzi che Forza Italia appoggerà in Parlamento le riforme". Poi, sulla riforma del Porcellum: "L’accordo con Renzi prevede una nuova legge elettorale che porti al consolidamento dei grandi partiti in un’ottica di semplificazione dello scenario politico. Insieme, abbiamo auspicato che tutte le forze politiche possano dare il loro fattivo contributo in Parlamento alla rapida approvazione della legge, che speriamo possa essere largamente condivisa".
Un’intesa, dunque, che sconquassa il Pd e che divide la maggioranza. Un faccia a faccia, quelli di oggi, che scatena il caos politico. Attorno alle 15 Renzi varca per primo l’ingresso del Nazareno - blindatissimo per l’occasione -, dove a ridosso delle 16 arriva pure il leader di Forza Italia condannato in Cassazione per frode fiscale. Assieme a Renzi, c’è il portavoce della segreteria Lorenzo Guerini. Con Berlusconi - che entra da un ingresso secondario e che dopo più di due ore lascerà via Sant’Andrea delle Fratte dileguandosi con la scorta senza rilasciare dichiarazioni - il ’fedelissimo’ Gianni Letta. Un cordone di forze dell’ordine ha tenuto lontani curiosi e giornalisti per lasciar passare, tanto all’entrata quanto all’uscita, la macchina dell’ex premier. All’arrivo di Berlusconi un piccolo gruppo di manifestanti, tra cui alcuni esponenti del Popolo Viola, ha gridato: "vergogna, vergogna" e poi "non si tratta con i criminali". Sono state lanciate anche alcune uova che hanno colpito la macchina dell’ex premier.
Incontro con Renzi, lancio di uova contro Berlusconi
Si è trattato indubbiamente di un pomeriggio ad altissima tensione per la maggioranza: è stata la ’prima volta’, infatti, che Berlusconi ha messo piede in casa del Partito democratico. L’incontro con Renzi sulla riforma della legge elettorale si è svolto nella stanza in cui campeggia il quadro che ritrae Fidel Castro e Che Guevara. L’aveva annunciato, peraltro, lo stesso segretario dem ieri sera alle Invasioni barbariche. A quanto si apprende, il primo a prendere la parola è stato il padrone di casa, che ha illustrato a Berlusconi la propria visione.
La lunga giornata di Renzi è cominciata stamani, a Firenze, con un incontro con Scelta civica. Il segretario, Stefania Giannini, uscendo da Palazzo Vecchio dice: "Se con Berlusconi si andasse a un’intesa sul modello spagnolo nella forma in cui è stato presentato, sarebbe un tavolo parallelo e allora credo che ci sarebbero dei problemi". Ma quando ormai il summit al Nazareno stava volgendo al termine, a parlare è Renato Balduzzi, deputato di Sc. Che ribalta le dichiarazioni della Giannini e sull’ispanico modificato afferma: "Potrebbe tenere insieme i diversi ingredienti di una legge elettorale adatta al nostro Paese".
Tuttavia, il problema principale resta quello del rapporto tra il segretario Pd e il premier Letta. Un rapporto che si è ormai logorato tanto che il presidente del Consiglio minaccia apertamente le dimissioni: "Avanti così e mi dimetto", sono state le sue parole. Di sicuro non sono state d’aiuto le parole pronunciate ieri sera da Renzi nella trasmissione di Daria Bignardi: "Letta? Lo stimo molto quando si occupa di esteri". E poi l’ironia: "Diamo un hashtag: Enrico stai sereno. Nessuno ti vuole prendere il posto".
REPUBBLICA.IT
ROMA - Angelino Alfano che sembra alzare le barricate, Enrico Letta che lascia trapelare soddisfazione dopo l’incontro fra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi dal quale è venuta fuori, per dirla con il segretario democratico, "una profonda sintonia con Forza Italia.
"L’incontro di oggi pomeriggio pare andare nella buona direzione", fanno trapelare da Palazzo Chigi. Il governo "infatti da sempre convinto della necessità di una riforma costituzionale e della legge elettorale che tenga insieme le forze della maggioranza e i principali partiti dell’opposizione". Palazzo chigi, a quanto trapela, ritiene "utile che in questi giorni si stiano accelerando, a partire dall’iniziativa del segretario del pd, i tempi di un processo riformatore assolutamente necessario". In tal senso "è fondamentale che già prima delle elezioni europee si arrivi ad avere una nuova legge elettorale e le prime due letture della riforma costituzionale sul titolo quinto e sulla del bicameralismo paritario".
Diversa la reazione di Alfano. "Nessuna legge elettorale si farà senza o contro di noi", dice il leader dell’Ncd. "Si scordino di farla senza di noi - continua - si scordino di farla contro di noi", scandisce il viceperemier. "E’ inutile - scrive su Twitter il leader del Nuovo centrodestra - che ci inducano, per legge, a ’tornare all’ovile’ perché noi non torniamo indietro! Per noi la scelta è compiuta". E poi attacca: ""Se l’accordo Renzi-Berlusconi è su liste bloccate e Parlamento di nominati lo dicano con chiarezza".
E nel pomeriggio era stato il ministro Maurizio Lupi a far capire quale sarebbe stata la linea del suo partito. "Noi continuiamo a dire che la legge elettorale - ha scandito il ministro - bisogna farla rapidamente, abbiamo già perso troppo tempo e l’unica cosa che non si può fare è che due partiti decidano per legge di eliminare gli altri, questo è inaccettabile".