Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  gennaio 17 Venerdì calendario

IL LUPO DI CAPRIO NON SCALDA LA BORSA


Doppiopetti scuri, abiti lunghi, ad con le figlie (su tutte Costanza Capuano, di Massimo ad di Iw bank, il più elegante in jeans) o con giovani scambiabili per, grande coda davanti al piccolo buffet, chiacchiere in fila e risate davanti a Leonardo di Caprio che sul grande schermo sniffa sul fondoschiena di una modella.
E’ la insolita sede della Borsa di Milano «la multisala”» come la definisce il padrone di casa Raffaele Jerusalmi, la cornice della serata mondana in cui va in scena la prima di «The wolf of Wall street», il film di Martin Scorsese sull’avidità di certa finanza statunitense.
Ecco, i distinguo non mancano nel parterre come le belle ragazze (signore, poche). Jerusalmi scherza sulla trasformazione della Borsa in cinema, ma richiesto di un commento sul film specifica che storie come quella del truffatore Jordan Belfort sono «episodiche» e «casuali» e la serata serve per celebrare a un mese dalla quotazione nel mercato Aim, la società di Andrea e Raffaella Leone, figli del regista Sergio e distributori del film. Massimo Tononi, presidente di Borsa italiana, un biglietto da visita con dietro lo stemma del London stock exchange group (vero padrone di casa) racconta di aver lavorato a Goldman Sachs «e storie come quella del film non le ho mai incontrate. Sono solo forzature cinematografiche». Prima che la pellicola diventi una sequela di assunzioni di cocaina, crack, sesso e parolacce, Rodolfo De Benedetti, presidente Cir, uno dei pochi con la moglie - ma si tratta della speciale Emmanuelle De Villepin - se ne va via: «Pensavo di essere venuto a vedere il film, ma ho scoperto che dura tre ore. Lo vedró al cinema, anche perché mi piace molto Leonardo di Caprio, in particolare per come ha recitato in Shutter island». A metà film si alzano anche il presidente di Generali Gabriele Galateri e la figlia Virginia. Intanto Andrea Tessitore, ad Italia independent si sistema gli occhiali resi famosi da Lapo Elkann: «Sono quelli da cinema», scherza a fianco della sua Celine. Montatura Luxottica indossa invece l’ad del gruppo Andrea Guerra. Gli domandiamo di Renzi, cui è considerato vicino: «Impegnarmi con lui? E’ una storia priva di fondamento. Mi piace fare il manager, al massimo mi concedo un cinema».
twitter @rigatells