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 2014  gennaio 17 Venerdì calendario

CATTANEO: «RINNOVIAMO FI, IO SONO PRONTO»


È il primo a non voler passare per «anti-Renzi»: «Non corriamo dietro al Pd» premette. Ma Alessandro Cattaneo, sindaco di Pavia, al vertice della classifica dei primi cittadini italiani più amati, le carte per contrastare il segretario del Pd ce le ha tutte. Giovane, apprezzato, col profilo moderato che piace al Cav ma anche rottamatore quanto basta. A dimostrarlo, una dichiarazione che le agenzie riportavano ieri.
Cattaneo, ha davvero detto che «in Forza Italia o si cambia o si muore»?
«Beh, la frase era più circostanziata. Il nostro partito nei sondaggi non va male. Se pensiamo a quello che ha passato Berlusconi e alla scissione, essere ancora sopra il 20% è sicuramente positivo. Ma ora bisogna guardare oltre, produrre un ulteriore scatto in avanti».
In che modo?
«Seguendo due direzioni: metodo e merito. Il primo si basa sul ritorno al territorio con partito e club. Il secondo riguarda le persone. Occorre trovare il giusto mix tra esperienza e innovazione, puntado su elementi in grado di portare idee meno "contaminate"».
Teme resistenze?
«Qualche spinta "conservatrice" c’è. Bisogna vedere se si tratta di paura di essere spazzati via o della richiesta di quel giusto mix di cui parlavo».
Toti risponde a questa esigenza?
«Non bisogna temere il suo ingresso, avere il coraggio di guardare fuori al partito è positivo. E poi lui è stato il primo a non reclamare un ruolo da uomo solo al comando. Ci vuole uno sprint nuovo, oltre a quello che ci dà Berlusconi».
Sta reclamando un ruolo in prima fila?
«Non nascondo che mi farebbe piacere, l’ho detto anche a Berlusconi. Mi sono fatto tutta la gavetta, ho giocato in Primavera, nei campetti di periferia, e ora se qualcuno vuole convocarmi in Nazionale...».
Nel caso rinuncerebbe a ricandidarsi sindaco di Pavia?
«Assolutamente no, sono due cose diverse. Il ruolo politico e quello amministrativo traggono forza l’uno dall’altro».
È una rivincita per lei dopo la battaglia persa sulle primarie?
«Mah... se penso a quello che è successo nel 2012 mi viene in mente che, se Berlusconi non fosse tornato in campo, forse non avremmo mai recuperato otto punti. Nel futuro di certo dovremo tornare a parlarne. I leader nascono perché si fanno spazio a spallate, non perché sono costruiti in laboratorio».
Si riferisce a Marina?
«No, non pensavo a lei. Da uomo da azienda qual sono, penso che Marina abbia il grandissimo vantaggio di un brand vincente, il cognome. Ma in linea di massima penso che i leader calati dall’alto siano più deboli rispetto a quelli investiti da una volontà popolare».
Ha sentito Quagliariello? Dice che per lei le porte nel Ncd sono sempre aperte...
«Gli rispondo dicendo che le mie battaglie le faccio dall’interno, con coerenza e a testa alta. Mi piacerebbe, piuttosto, essere un "ufficiale di collegamento" con gli alfaniani. Alle amministrative andremo insieme, e per il futuro la nostra comune piattaforma culturale non potrà certo vederci divisi».
Un’ultima curiosità: come si fa a essere il sindaco più amato d’Italia?
«Parlando chiaro, non cercando scuse ed essendoci sempre per i cittadini. Il tutto si concretizza in tre azioni: lavorare, lavorare, lavorare. Come un matto».
Carlantonio Solimene