Alessandro Trocino, Corriere della Sera 17/1/2014, 17 gennaio 2014
VATTIMO E LA CORSA ALLA POLTRONA: IO VOGLIO VINCERE «VOLEVO VOTARE GRILLO GIÀ L’ULTIMA VOLTA MA FORSE FARLO DA IDV ERA UN PO’ TROPPO»
E perché lascia Antonio Di Pietro? «Beh, non ha nessuna chance di essere eletto. Perché mai uno deve correre per perdere?». Gianni Vattimo, già filosofo del «pensiero debole», attualmente europarlamentare eletto con l’Italia dei valori, è pronto al grande salto: con Beppe Grillo. Lo annuncia sul suo blog, autodefinendosi «politico trombando».
Lascia l’Idv. Non è irriconoscenza?
«Se abbandonassi la nave per andare con Berlusconi dovrei vergognarmi. Ma per un ex idv che non vuole abbandonare la politica, il Movimento 5 Stelle è l’unica. E poi Di Pietro mi ha dato il suo placet».
Cosa è andato storto con Di Pietro?
«L’Idv è stato ucciso da Napolitano. Di Pietro si era intestardito nell’alleanza con il Pd e ha distrutto tutto, perché Napolitano ha detto no. E il futuro dell’Idv è legato ancora al Pd».
Non le piace il Pd di Matteo Renzi?
«Renzi è più di destra che di sinistra. Qualche volta mi dico che mi piacerebbe sedermi sul fiume e aspettare che passi il cadavere del Pd».
Eppure è stato Veltroni a chiamarla in politica.
«Prima ancora Prodi. Mi voleva candidare, ma in lista insieme a Cacciari. Non saremmo mai stati eletti insieme. Dissi di no e lui mi disse: ho un’idea, vi metto in ordine alfabetico, senza capilista. Ma così mi vuoi male, gli ho detto, non mi eleggono di certo».
A lei piace andare sul sicuro.
«Beh, se uno vuol fare politica...».
Nel blog elenca i «passaggi»: Pds, Pdci, Idv. E ora Grillo. Ne mancano almeno due: maoista e radicale.
«Sì, giusto. Fui candidato radicale con il Fuori nel ‘75. Mi fecero fare un outing che non avevo deciso. E poi ero di sinistra e chiunque fosse fuori dal Pci era maoista. Quando lo seppe il mio professore, Luigi Pareyson, mi fece una scenata. Ma la carriera non ne risentì».
Insomma, da che parte sta?
«Sono un comunista».
In passato si è dichiarato anarchico.
«Diciamo che sono un comunista ermeneutico. Che poi è il titolo del mio libro in uscita, lo citi. Ma sono anche catto-comunista. Anche se un prete mi definì demonio. E anarco-comunista».
E ora grillo-comunista. Com’è andata?
«Ho telefonato a Grillo. È stato gentile. Mi ha fatto capire che è logico che quelli dell’Idv passino ai 5 Stelle. Io stesso volevo votarli l’ultima volta, ma essendo idv mi sembrava troppo».
In effetti. Cosa la unisce a Grillo?
«Molte tematiche dipietriste. E poi la lotta contro la Tav, contro il fiscal compact e l’austerità».
E il pianeta Gaia di Casaleggio? Come si sposa con il pensiero debole?
«Mah, non ho mai preso molto sul serio il loro aspetto teorico. Però, cosa diavolo sarà mai. L’idea di realizzare una democrazia planetaria diretta in rete non mi eccita particolarmente ma non mi spaventa. Mi spaventano un po’ i grillini invece».
Perché?
«Li rispetto molto, è gente che si impegna moltissimo: ho paura che mi costringerebbero ad ammazzarmi di lavoro...».
Finora si è un po’ annoiato. Cito: «L’Europa è un posto di una noia mortale. Si parla solo di parafanghi e porri».
«Vero. Soffro nella commissione Cultura, troppo museale. Però mi appassionano le vicende latino americane».
Lei è castrista.
«Certo. E chavista».
La si accusa di antisemitismo. E di rivalutare il Protocollo dei saggi di Sion.
«Ho detto solo che per essere inventati, sono stati ben inventati. Quanto al resto sono antisionista, non antisemita. Lungi da me l’idea di un complotto giudaico-massonico. Credo che lo Stato di Israele sia stato l’inizio della rovina. E comunque ricordiamoci che la Federal Reserve è di proprietà di Rothschild e Rockefeller».
Alessandro Trocino