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 2014  gennaio 17 Venerdì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LA DE GIROLAMO RISPONDE IN PARLAMENTO E ALTRE AMENITA’ POLITICHE


ROMA - Una nota congiunta di tre gruppi parlamentari che sorreggono la maggioranza, Nuovo centrodestra, Scelta civica e Per l’Italia, scuote la stabilità del governo. "Su riforme e legge elettorale serve un accordo tra i partiti di maggioranza - è in sintesi il senso di una lunga nota congiunta firmata dai capigruppi - altrimenti il governo rischia". Un messaggio chiaro che arriva alla vigilia dell’incontro tra Renzi e Berlusconi sulla legge elettorale ed è chiarissimo: Matteo, prima devi parlare con noi.
I gruppi parlamentari, si legge nella nota, "in ordine alle consultazioni che il segretario del Pd ha avviato sulla riforma della legge elettorale con tutte le forze politiche e in particolare con quelle di opposizione, ritengono urgente un incontro di maggioranza per evitare che il sottile equilibrio su cui si regge il governo, anche per le tensioni interne al pd stesso, provochi una crisi di governo al buio". E ancora: "I sottoscritti gruppi parlamentari ribadiscono la loro disponibilità , in tempi rapidissimi, a condividere con il Pd e successivamente discutere con le opposizioni un pacchetto di riforme che prevedano: 1. Il superamento del bicameralismo paritario; 2. Una legge elettorale che garantisca rappresentanza delle culture politiche, governabilità e stabilità degli esecutivi, anche attraverso un modello di doppio turno; 3. Una significativa riduzione del numero dei parlamentari".
E poche ore dopo l’incontro con il premier Letta, Matteo Renzi era tornato a parlare dell’incertezza che anima in questi giorni il dibattito politico. Stavolta, però, affida il suo messaggio alla Rete, pubblicando un post al veleno su Twitter. "Legge elettorale seria, via Senato e Province, cambiare le Regioni. Mi hanno votato per questo. Molti cercano di frenare, ma io non mollo". Un avvertimento chiaro che il segretario del partito democratico lancia ai suoi interlocutori e che ha scatenato la reazione degli altri partiti.
Anche perché le distanze tra il sindaco di Firenze e l’esecutivo sembrano ancora ampie. Intervenendo alla direzione nazionale del Pd, Renzi ha infatti criticato l’operato del governo in questi mesi e l’immobilismo sulle riforme. "O si riesce a realizzarle - ha sottolineato dal palco del Nazareno - o ci daranno la colpa del fallimento".
Ma, dopo tanto silenzio, stavolta il premier Letta ha deciso di replicare. Lo ha fatto incontrando Renzi per un faccia a faccia fuori programma, subito dopo il discorso del segretario ’democratico’. "Se tiri troppo la corda salta tutto", è l’avvertimento del presidente del consiglio.
Il riferimento è sin troppo chiaro. Renzi, pur di portare a casa la nuova legge elettorale, è disposto a toccare ogni tasto utile. Compreso aprire i colloqui con Berlusconi per capire il suo orientamento; nonostante i mal di pancia all’interno del partito lo invitino a desistere. Un incontro che, però, è sempre più imminente (è in programma tra sabato e domenica), con il quale il segretario Pd certifica il ruolo di leader ’spirituale’ del centrodestra del Cavaliere, nonostante la decadenza.
Ma una tirata di orecchie al segretario Pd arriva anche dagli altri partiti che sostengono il governo, ovvero Ncd, Sc e Pi: "I capigruppo parlamentari - si legge in una nota congiunta - di Nuovo Centrodestra, Scelta civica e Per l’Italia hanno chiesto con un documento congiunto un incontro urgente sulla riforma elettorale e del parlamento", aggiungendo che va raggiunto "prima un accordo nella maggioranza altrimenti il governo è appeso a un filo".
Le reazioni. Il primo a parlare dopo il tweet di Renzi è Giuseppe Civati, suo sfidante alle primarie: "Vorrei fare subito un patto con Renzi - afferma Civati a ’Mattino cinque’ - ma vorrei dirgli che le rivoluzioni non le annunciamo ma le celebriamo dopo averle fatte perché stiamo promettendo tutti quanti da anni molte cose. Se la legge elettorale c’è siamo tutti contenti e finalmente diamo una risposta agli italiani che però si aspettano anche misure concrete sull’economia e di avere una classe politica al di sopra di ogni sospetto".
Mentre il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, chiede al leader Pd di coinvolgere anche il Carroccio nelle trattative: "Renzi neanche ci invita e dice che non ci andiamo. Io ci vado anche domani mattina a parlare di legge elettorale. Renzi se la canta e se la suona. Lui e Berlusconi faranno di tutto per mettersi d’accordo, hanno reciproca convenienza. Ma secondo me non ci riusciranno".

LA DE GIROLAMO ALLA CAMERA
CORRIERE.IT
«La mia vita è stata travolta da un linciaggio senza precedenti: sono qui per spiegare che mai, mai e e poi mai ho abusato del ruolo di deputato e mai mai e poi mai ho violato la costituzione»: così Nunzia De Girolamo inizia la sua difesa alla Camera dei deputati per rispondere all’interpellanza parlamentare sul suo coinvolgimento nell’inchiesta sulle Asl di Benevento. Il ministro chiarisce di non aver «esercitato pressioni nè direttamente né indirettamente» e che la truffa della Asl di Benevento «riguarda altre persone, una delle quali ha costruito un dossier contro di me, frutto di un complotto ai miei danni». Un’inchiesta che, secondo la De Girolamo, è partita da intercettazioni «illecite», «che riguardano aspetti e considerazioni di carattere privato che sono state rese pubbliche». Respinte anche le accuse sulla vicenda delle mozzarelle di Benevento: «Non ho mai fatto alcuna telefonata per annullare una multa della Asl a un venditore di mozzarelle», ha detto il ministro. Accorata la chiusa dell’intervento: «Voglio che mia figlia possa andare a testa alta e sapere che sua madre mai e poi mai ha abusato del suo ruolo di deputato e mai e poi mai ha calpestato la bandiera cui si inchina ogni mattina quando entra nel suo ufficio», dice il ministro, ammonendo i colleghi deputati: «Quello che è successo a me potrebbe accadere a ciascuno di voi».
LE RIUNIONI IN CASA SUA - Per quanto riguarda le riunioni che si sono svolte in casa sua, il ministro ha una giustificazione di carattere privato: «Soffrivo di una particolare patologia post partum che mi impediva spostamenti» e come parlamentare della zona esercitavo il «diritto e dovere di segnalare questioni e trovare soluzioni». Mentre, a proposito delle espressioni sentite nelle intercettazioni, il ministro spiega: «Se mi pento per espressioni colorite usate in un contesto privato, non mi pento di aver aiutato gente che chiedeva ad alta voce maggiore assistenza sanitaria», sottolinea De Girolamo.
LE NOMINE - «Non posso negare che mi sia stato da più parti richiesto di intervenire per far avere incarichi nelle strutture sanitarie: ho sempre detto no. E forse oggi mi fanno pagare anche questo», specifica la De Girolamo. Per quanto riguarda l’appalto del 118, «pago lo scotto di aver dato risposte alle pressioni sociali dei lavoratori: sarebbe stato sufficiente scorrere la rassegna stampa dell’epoca per avere contezza che nel luglio 2012 erano in atto diverse proteste dei lavoratori, che rivendicavano retribuzioni non pagate da parte della Sanità», racconta il ministro, secondo cui «l’unico modo per scongiurare l’interruzione del servizio e per evitare l’esasperazione dei lavoratori» era intervenire.«Non ho mai sponsorizzato nessun incarico, nello specifico nella Asl di Benevento, e in generale in nessuna struttura della sanità pubblica», spiega il ministro.
PISAPIA- «Il signor Pisapia già un mese prima delle riunioni in questioni, aveva autonomamente assunto un provvedimento con cui prorogava il servizio fino al 31 dicembre. Costui è venuto in casa mia munito di registratore, già consapevole di aver fatto la proroga, per provocare una discussione e poter poi usare quelle registrazioni per le sue attività delinquenziali. Non esiste nessun direttorio politico-partitico», sostiene il ministro.
L’AULA VUOTA - Elegante, pantaloni neri a sigaretta, tacco 12 e camiciola di seta rosa sotto la giacca scura, Nunzia De Girolamo è entrata alle 9,17 di venerdì in un’aula semivuota di Montecitorio, nel giorno più lungo del suo mandato da ministro delle Politiche agricole. Accolta dai saluti e baci di Renato Brunetta, dell’ex capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto, dal collega ministro Andrea Orlando, De Girolamo si è seduta al suo posto e ha parlato fitto con il vicepremier e leader di Ncd, Angelino Alfano. Quali sono state le motivazioni del suo «intervento poco trasparente» nella vicenda dell’inchiesta di Benevento: ecco quanto chiede l’interpellanza presentata dal Pd, primo firmatario Nicodemo Oliverio, che sta presentandola alla Camera. Secondo Pippo Civati, sempre del Pd, il ministro dovrebbe «fare un passo indietro».