Vittorio Zincone, Sette 17/1/2014, 17 gennaio 2014
«MATTEO VINCERÀ ALLE ELEZIONI SOLO SE IL GOVERNO LETTA OTTERRÀ DEI RISULTATI»– [Maria Elena Boschi] Vi ricordate quando uno dei simboli femminili del centrosinistra prodiano era Paola Binetti? Proprio su Sette, Binetti aveva detto che il cilicio era meglio dei tacchi a spillo
«MATTEO VINCERÀ ALLE ELEZIONI SOLO SE IL GOVERNO LETTA OTTERRÀ DEI RISULTATI»– [Maria Elena Boschi] Vi ricordate quando uno dei simboli femminili del centrosinistra prodiano era Paola Binetti? Proprio su Sette, Binetti aveva detto che il cilicio era meglio dei tacchi a spillo. Sono passati sei anni. E un’era antropologica. Ora uno dei simboli del centrosinistra renziano è Maria Elena Boschi, neo-responsabile delle Riforme del Pd e mattatrice indefessa dei salotti tivvù. Eletta Miss Montecitorio da cronisti e deputati, e soprannominata “Giaguara” a causa dei tacchi altissimi e maculati con cui si presentò all’ultima Leopolda, Boschi è un mix post ideologico: un po’ PapaGirl (ha partecipato a due giornate mondiali della gioventù wojtyliane), e un po’ Sex and the City (con una passione per la posata e precisina Charlotte). Dice: «Bisogna superare le inibizioni che avevano alcune donne, per cui per essere prese sul serio mortificavano l’estetica». Parla con lieve cadenza toscana, ma ogni tanto sfoggia sonore aperture aretine: «Nel mio paese, Laterina, ci vivono milledugento persone». E ha la battuta pronta. Le dico: insieme con Luca Lotti sei considerata l’alfiera più osservante del renzismo. Renzi però ha fama di sbranare rapidamente i suoi fedelissimi: Gori, Da Empoli… Replica: «Vuol dire che farò una brutta fine?». L’intervista si svolge in un bar a metà strada tra l’Istituto Sturzo e piazza delle Cinque Lune sede del Comitato elettorale di Renzi durante le ultime primarie. Renzi è stato criticato per aver tenuto una riunione della Segreteria del partito nella sede di un suo comitato elettorale, a Firenze. «Tutto quello che fa Renzi suscita curiosità: pensa a quando ci siamo riuniti alle 7 del mattino». L’impressione è che molte cose le facciate proprio per attirare l’attenzione. O per sortire un effetto politico. Condividi il “Fassina chi?” di Renzi? «Era una battuta. Fassina durante le Primarie ha detto a Renzi ben di peggio». Allora erano avversari. Il “Fassina chi?”, oltre che offensivo, sembrava marcare la distanza dal governo. «Ma quale distanza?». Neghi che voi renziani vogliate andare al più presto alle elezioni politiche? «Certo che lo nego. Le sorti del Pd sono legate a quelle del governo Letta. Alle prossime Amministrative e alle Europee il Pd andrà bene se questo esecutivo ottiene dei risultati». Risultati. Prima delle elezioni è necessario… «Riformare il Senato, riformare il Titolo V della Costituzione, varare il Jobs Act e riformare la legge elettorale». Tu non sei esattamente un’esperta di riforme istituzionali. «Frequento la Commissione Affari Costituzionali da otto mesi. È diventata la mia materia. E studio, tanto». Hai la fama di essere secchiona. «A scuola sono sempre andata bene. Mi sono laureata con 110 e lode». Il tuo primo incontro con la politica? «In famiglia un po’ di politica c’è sempre stata: mio padre è dirigente della Coldiretti, mia madre vicepreside e vicesindaco di Laterina. Si sono conosciuti durante un comizio della Dc alla fine degli anni Settanta». La leggenda vuole che i tuoi genitori conoscano da molti anni il padre di Renzi, dirigente Dc di lungo corso. «È una leggenda, appunto». Da ragazza facevi politica? «No. Ma sono stata rappresentante degli studenti nella consulta provinciale». Ricordi il tuo primo discorso in pubblico? «Valgono anche le recite scolastiche? Per un po’ di anni sono stata anche la Madonna del Presepe vivente del mio paese». Hai fatto molta vita di parrocchia? «Sono stata la prima chierichetta femmina nella storia della parrocchia dei santi Ippolito e Cassiano. Pensa tu che record! E sono stata catechista per cinque anni». Eri adolescente negli anni ’90. Gli anni dei rave party. «Non ne ho mai visto uno. Ma da ragazza frequentavo le discoteche: Le Mirage ad Arezzo e La Capannina in Versilia». Il tuo primo concerto? «Concerti? Ne ho visti pochissimi. L’ultimo è stato quello di Bruce Springsteen a Firenze sotto l’acquazzone». A Firenze hai cominciato pure a fare l’avvocato. Nello stesso studio di Francesco Bonifazi, ora tesoriere del Pd renziano. «L’ho conosciuto lì. Con lui nel 2008 abbiamo creato un’associazione di giovani professionisti che si chiamava I.Fi (Idea Firenze). E nel 2009 abbiamo sostenuto la candidatura di Michele Ventura alle primarie di Firenze. In quel periodo però ero molto impegnata per preparare l’esame da avvocato». Ventura era l’avversario dalemiano di Renzi. Quando sei diventata renziana? «Appena diventato sindaco, Renzi cominciò a cambiare anche le persone che collaboravano con l’amministrazione affidando incarichi di responsabilità a giovani professionisti. A me propose di entrare nel cda di PubliAcqua, la società che gestisce il servizio idrico. In seguito l’ho aiutato nella preparazione della privatizzazione dell’Ataf e sono diventata sua consulente legale, a titolo gratuito». PubliAcqua. Il servizio idrico. Al referendum sull’acqua pubblica del 2011 che cosa hai votato? «No. Ma ovviamente rispetto il risultato del referendum». Il contrario dell’indicazione che diede il Pd bersaniano. Cuperlo, durante le ultime primarie, ha detto che la sinistra sarebbe dovuta ripartire dall’alleanza col popolo dei sì a quel referendum. «Lo so. Ma io credo che i privati possano gestire meglio il servizio idrico, a condizione che il pubblico individui gli standard del servizio e li controlli». Urge esame di sinistrismo. Ti consideri una donna di sinistra? «Sì. Sono un po’ lib sui temi del lavoro, dell’economia e del mercato. Ma sui diritti supero Renzi a sinistra». Vediamo. Favorevole o contraria ai matrimoni gay? «Favorevole. Il progetto di vita di una coppia omosessuale non può valere meno del mio». Favorevole o contraria al testamento biologico? «Favorevole». Alla legalizzazione delle droghe leggere? «Pure. Circoscrivendone l’uso». A cena col centrista Monti o col gauchista Vendola? «Con Vendola. Sono curiosa di conoscerlo». Con il cislino Bonanni o col Fiom Landini? «Con Landini. Dopo la presentazione del Jobs Act abbiamo molto di cui parlare». Perché non restituite il finanziamento pubblico ai partiti, come vi chiede Grillo? «Il finanziamento verrà abolito nel corso dei prossimi tre anni. A quelli del Movimento 5 Stelle domanderei perché non rinunciano ai soldi destinati ai gruppi parlamentari». Hai un clan di amici? «A parte quelli del partito, c’è il nucleo storico del periodo universitario: Claudia che fa l’architetto…». Qual è la scelta che ti ha cambiato la vita? «Dire sì a Matteo quando mi chiese di aiutarlo alle primarie del 2012». Come avvenne il reclutamento? «Per telefono. Mi chiamò mentre ero in Sardegna con il mio fidanzato. Mi diede 24 ore per pensarci. Ero titubante perché in pratica avrei dovuto smettere di fare l’avvocato per tre mesi». Primo incarico? «Far nascere e coordinare i comitati per le primarie». Sul sito dello studio per cui lavoravi risulti ancora elencata tra gli avvocati. «Ma riesco a fare molto molto poco». Stai per fare il lamento classico del principe del foro che ci ha rimesso a impegnarsi in politica? «No. Sono circa in pari. Da avvocato fatturavo centomila euro lordi. Ora tra una cosa e l’altra mi resta la stessa cifra». Che cosa guardi in tv? «Ormai solo tg e talkshow politici». Il film preferito? «C’era una volta in America di Sergio Leone. Ma ho visto più volte tutti i classici con Audrey Hepburn». Il libro? «L’insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kundera». Da ragazza che cosa leggevi? «Soprattutto Topolino e i romanzi giovanili. Ora soprattutto d’estate mi dedico ai classiconi». Termina il verso: “Gelato al cioccolato…”. «“Dolce un po’ salato”… Me lo chiedi perché il cantante Pupo è di Laterina come me?». Esatto. Quanto costa un pacco di pasta? «Dipende dalla qualità. Circa cinquanta centesimi». I confini del Marocco? «L’Algeria… poi c’è una Repubblica con un nome legato al Sahara…». L’articolo centotrentanove della Costituzione? «È quello per cui non si può cambiare forma repubblicana». Secchiona. Se dovessi aggiungere una parola alla Costituzione? «Me l’ha suggerita un elettore di Asti qualche settimana fa: trasparenza».