Aldo Grasso, Corriere della Sera 17/1/2014, 17 gennaio 2014
ALBANO E ROMINA, IL TRUSH SUBLIME
La serata trash più memorabile della stagione. Da Mosca, il compagno Andrei Agapov e il vecchio democristiano Bibi Ballandi confezionano un perfetto prodotto da tv generalista, la sublimazione sovietica del Festival di Sanremo.
Si celebrava la reunion tra Al Bano e Romina davanti a un pubblico meravigliosamente mummificato e misteriosamente attento ai discorsi intortigliati tra Pupo e Al Bano, tra Pupo ed Eugenia, la valletta russa. Si celebrava anche l’amore che la Russia ha per l’Italia, la cui immagine è ferma a qualche decina di anni fa, ma non importa. Del resto, agli americani piace la versione riveduta e scorretta de La dolce vita, e dovremo pur farcene una ragione.
Ad accompagnare il viaggio in Russia di Al Bano c’erano altre star molto pop come Toto Cutugno, Ricchi e poveri, Matia Bazar, Riccardo Fogli (che suggeriva le parole ad Al Bano), Gianni Morandi, Umberto Tozzi.
Ci sono stati momenti che rimarranno per sempre. Penso ai cosacchi che tolgono ad Al Bano il panama per infilargli in testa un colbacco bianco; penso al Va’ pensiero con il coro dell’Armata russa (che bello quando la tv generalista ha il coraggio di essere se stessa, senza infingimenti!); penso agli sguardi e alle mezze frasi che si scambiano Al Bano e Romina; penso al momento di Sharazan con la platea impazzita; penso soprattutto all’abbraccio tra Iolanda, la mamma di Al Bano, e Romina. Quell’abbraccio era pieno di rimpianti (ma perché te ne sei andata? Ma perché la Lecciso?), era pieno di storie non raccontate, era la Puglia che va a Mosca come Totò e Peppino andavano a Milano. Gran finale con tutti gli ospiti e il pubblico a cantare Volare. Da un momento all’altro mi sarei aspettato l’apparizione sul palco di Eduard Limonov, ma sarebbe stato troppo.
E comunque il più bel programma della gestione Giancarlo Leone viene dalla Russia, teniamolo a mente.